Paolo Cugini
Contemplando le pagine dei vangeli che narrano gli
eventi che hanno caratterizzato la nascita di Gesù, colpiscono le scelte di
Dio. C’è un percorso specifico e, allo stesso tempo, sorprendente che viene
tratteggiato nei vangeli, un percorso che siamo invitati a percorrere se
desideriamo conoscere il Signore della vita. Colpiscono le contraddizioni
lasciate nel percorso, i contrasti eclatanti rispetto al modo comune di pensare
Dio. Nasce escluso tra gli esclusi. Infatti, non c’era posto tra le case di
Betlemme per accogliere i due pellegrini di Nazareth, Maria e Giuseppe. C’era
posto per tutti, ma non per loro. Eppure era visibile che Maria stava
aspettando un bambino e aveva bisogno di attenzione e accoglienza. Gesù, prima
ancora di nascere, porta i segni del rifiuto, del non voluto.
Povero tra i poveri. Gesù fu deposto in una
mangiatoia. Anche questo aspetto della nascita di Gesù fa molto riflettere.
Vengono alla mente i tanti cristi che ogni notte dormono sotto i portici al
freddo: Gesù è senza dubbio tra loro. Migrante tra i migranti. Con pochi anni
di vita Maria, Giuseppe e il bambino Gesù sono stati costretti ad emigrare in
Egitto, a causa della follia di un re pazzo. Gesù sperimenta l’umiliazione di
essere non voluto nella propria terra, esiliato, migrante, sradicato. Porta
nella sua anima le ferite che, un’esperienza come questa, possono provocare,
lasciando un segno profondo, che esige molto amore per essere curata. Gesù nei
primi anni di vita fa l’esperienza della radicale povertà che caratterizza tutta
quell’umanità che vive ai margini della storia, nelle baraccopoli, ai confini
in cerca di un posto accogliente, umiliato e rifiutato perché diverso,
maltrattato perché nullatenente.
Questa
nascita così strana, con un percorso così diverso da come si sarebbe potuto
pensare, non è a caso, ma è un’indicazione misteriosa e, allo stesso tempo
chiarissima, per tutti coloro che sono alla ricerca di un senso della vita.
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