VENERDI 3 DICEMBRE 2021
Dogmi:
in teologia parliamo di due cose, la gerarchia de dogmi e l’evoluzione.
Gerarchia
dei dogmi: non tutti i dogmi sono uguali. Questo vale anche per
il dogma mariano, che è secondario rispetto ai dogmi cristologici. Nella storia
della teologia inizialmente i Padri riflettono sul monoteismo, poi sulla
Trinità e su Gesù Cristo. I dogmi mariani sono gli ultimi ad arrivare e già
questo ci deve dare la misura di come comprendere i contenuti dei dogmi.
Evoluzione
del dogma: ogni teologo prova ad esprimere la fede nei termini
ella cultura in cui si trova. Una verità di fede è sempre espressa in un
linguaggio, modello teologico che si riferisce ad un’epoca. Ciò significa che
questi modelli cambiano, come le nostre modalità e quindi è necessario
comprenderlo in altre parole. I contenuti rimangono, ma cambia il modo di
esprimerli.
Maria
è appendice di altri dogmi che sono il fondamento della fede.
Anche
il dogma mariano subisce un’evoluzione, un’interpretazione tramite nuovi
modelli.
Per
quanto riguarda la figura di Maria abbiamo avuto due modelli su Maria.
1. Nel
primo millennio, Maria è collocata all’interno della
comunità. Nei primi tre secoli c’è un silenzio su Maria. Quando si definisce la
Theotokos stiamo dicendo qualcosa di Cristo tramite Maria. Per dire la divinità
di Gesù la Theotokos ci ha aiutato. All’interno del primo millennio si aveva la
consapevolezza che Maria è simbolo della Chiesa Madre.
2. Nel
secondo millennio inizia una trasformazione di Maria, che diventa
sempre più isolata. Maria viene vista come mediatrice della misericordia. Maria
impersona l’aspetto divino della misericordia. La figura di Maria diventa
qualcosa che separa i cattolici dai protestanti. La Mariologia inizia nel ‘600.
Da questa spinta arrivano i dogmi mariani. La singolarità di Maria e la
diversità rispetto a tutti i credenti. A Maria si sono riferiti quegli
atteggiamenti che sono dello Spirito. Ciò è avvenuto quando si è sviluppata la
Pneumologia, la riflessione teologica sullo Spirito Santo. Maria diventa sempre
più madre e madre della Chiesa.
Il primo titolo è la theotokos, titolo che fa emergere lo scontro
tra due padri della Chiesa che si concilieranno nel concilio di Efeso. Indica
il carattere divino del figlio. Si vuole sottolineare che c’è una nascita
terrena. La Theotokos è contro Nestorio. In latino viene Dei genetris e mater
Dei. Dio è nato. Nell’antichità Dio era eterno e non si opoteva pensare che Dio
potesse nascere, soffrire e morire. La Theotokos vuole dire che Dio può nascere
perché in Cristo le due nature sono così unite che dimostra questo. È quindi un
titolo che ha una valenza cristologica. Quando applichiamo a Maria l’idea che è
la madre di Dio. Si credeva che solo l’uomo poteva dare vita al genere umano. L’antica
idea era: siccome basta un seme maschile, Maria porta in grembo Cristo, che
però è figlio di Dio. Qui Maria è strumentale. Perché Maria è solamente un
ricettacolo del seme maschile.
Ineffabilis
Deus: dogma dell’immacolata Concezione (1854) Maria fu
preservata per particolare grazia in previsione dei meriti di Gesù Cristo
salvatore del genere umano. È rimasta immune dalla macchia del peccato
originale sin dal primo istante del suo concepimento. Questo testo ci dice che
Maria senza l’intervento della grazia sarebbe nata con il peccato originale. Il
dogma è legato alla dottrina del peccato originale. Si pensava che la
sessualità fosse di per sé peccaminosa (Sant’Agostino). La sessualità non è
peccaminosa (cfr. Gaudium et Spes). C’è un modello antico: la sessualità come
peccaminosa e l’insistenza dell’idea come verginità. C’è la questione del
collegamento tra anima e corpo. Tutta Maria è piena di grazia: panaghia, tutta
santa, che in latino diventa sempre vergine. L’immacolata ci dice che c’è un
inestimabile valore della donna. L’idea che Dio si è rivolta a Maria come donna
prima che avesse un ruolo, è molto stimolante.
Assunzione
al cielo: Sembra impossibile figurarsi che dopo questa vita
possa essere separata da Cristo colei che concepì e lo strinse al petto. Nel
cristianesimo c’è l’idea di una totalità della persona. Il corpo è ciò per cui faccio
esperienza della vita, io sono le mie esperienze. Questo modello dualista
plasma il dogma dell’Assunzione. L’Assunta è molto più semplice da riportare ai
testi biblici, perché è il modello ella pienezza a cui tutti siamo chiamati. Il
credente che vive in pienezza la sua vita è chiamato verso la pienezza
definitiva. Maria è il modello del credente.
Come
recuperare Maria? Intanto la recuperiamo come credente. Maria
è una credente che ha avuto le sue difficoltà E poi Maria è stata una discepola
e una creatura. Maria anticipa la nostra resurrezione e, per questo è modello
della Chiesa. In questo è nostra sorella. Maria è una figura controcorrente perché
come maternità è chiacchierata, che ha dovuto attraversare i giudizi delle
persone. Maria è profetessa e lo si vede nel Magnificat. Maria è anche madre,
con una relazione materna con Gesù. La maternità ha varie fasi. Maria è in
questo modo recuperata come icona della Chiesa, dei credenti e anticipazione di
ciò che dovrebbe accadere al vero credente, ma anche una Maria ecumenica. Una
Maria più biblica aiuta nel cammino di comunione delle differenti fedi e comunità.
Il
credente è colui che deve partorire Dio. Etty Hillesum: una
cosa diventa evidente e cioè che tu Dio non puoi aiutare noi, ma noi aiutiamo
te e forse possiamo aiutarti a disseppellirti dall’idea devastata dagli latri
uomini.
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