giovedì 2 dicembre 2021

FEDE E FEMMINISMO IN ITALIA LA PROFEZIA DELLE DONNE

 



Si è svolto giovedì 2 dicembre, Organizzato dall’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne, il convegno Trascendenza ed esperienza nell’orizzonte di una fede incarnata. IV tavola rotonda Donne e religioni, presso la Fondazione Scienze Religiose Giovanni XXIII a Bologna.

 

Sintesi. Paolo Cugini

 

Cettina Militello

Profezia delle donne. In genere si riflette sulla relazione tra le donne e lo Spirito. Donne e profete ci sono nel primo e nel secondo Testamento e nell’arco della storia delle comunità cristiana. Il problema nella chiesa cattolica è stato il discernimento dello spirito profetico gestito dalla gerarchia maschile. Le donne, le ribelli. Delicatissima è la soglia del riconoscimento. La profezia come intelligenza del presente che apre al futuro. Forme di profezia. A fare la differenza è il consolidarsi per le donne allo studio. Adriana Zarri è un punto di riferimento. Nel mondo cattolico l’accesso alla teologia è stato l’aspetto più significativo. Letizia Tommasone. Negli ultimi vent’anni si è incrementata la presenza delle donne nella chiesa, anche se la gerarchia non apre molto spazio. Spesso quando una donna entra nei giri della gerarchia, come le teologhe che insegnano in alcune facoltà cattoliche, significa che ha interiorizzato il maschilismo e, quindi, è inquadrata. Altro dato significativo è la crisi della vita religiosa. Significativo è il coordinamento teologhe italiane. Per le cattoliche resta l’esclusione dall’ordinazione sacerdotale. C’è un impegno sororale che va oltre le confessioni. Le donne sono molto presenti nelle comunità israelitiche, anche nel campo letterario (cfr. Liliana Segre). C’è un altro tipo di presenza: quello del martirio. Non basta essere donne per rimuovere moduli maschilisti e gerarchici. Maria Laura Benetti, suore italiane morte di Ebola. Molte donne religiose sono state uccise in Africa. Le donne possono dare un grande contributo nella trasformazione delle chiese. La questione oggi è la presenza normale nel vissuto delle chiese. La differenza è una chance in più.

Carla

presenza e ruolo delle donne nell’ebraismo e nelle chiese cristiane dagli anni ’70 ad oggi.

Ho frequentato i gruppi donne delle comunità di base, un percorso profetico. C’è il problema del potere sulle coscienze delle gerarchie. A Pinerolo abbiamo attivato una comunità di base, un percorso radicalmente nuovo, uomini e donne insieme. Abbiamo creato un rapporto con femministe che ci ha permesso di entrare in dialogo con varie realtà di base e teologiche. Ci siamo confrontate a lungo sulla nostra differenza sessuale e abbiamo deciso di uscire da un sistema maschile precostituito. Con le donne delle altre comunità di base ho capito che dobbiamo tenere insieme mente… occorre riportare ad unità l’intero nostro essere. È la teologia corporea. Nel 1988 abbiamo proposto il seminario le scomode figlie di Eva, dove un gruppo di sole donne ha presieduto l’eucarestia. Attraverso questo gesto, si era sprigionato un forte desiderio di libertà femminile. Questa prima celebrazione è stata la prima di una serie. Trent’anni dopo, un gruppo di donne in Germania ha celebrato l’eucarestia con la partecipazione di molte persone. La manifestazione ha contagiato altre diocesi in Austria e Svizzera. Abbiamo riscoperto le donne delle prime comunità e con esperienze mistiche successive. Nel 2003 la partecipazione al sinodo interreligioso delle donne a Barcellona è stato un momento di scambio importante. Il sinodo delle donne può offrire un modello significativo. Paestum 2012: la sfida del femminismo nel cuore della politica.  L’abbattimento delle strutture gerarchie e maschiliste ha creato un vuoto, che abbiamo riempito con nuovi significati. Nuovi interrogativi, dire Dio nell’esperienza soggettiva di ciascuna. Occorre favorire confronti che vanno oltre ai cammini prefissati. Confronto con donne delle diverse appartenenze religiose. Il nostro è stato un cammino che crea comunità come misura femminile nel mondo. 1988 gli uomini hanno cominciato a comprendere che non esiste un solo cammino, quello maschile, ma anche femminile. Il nostro percorso ha prodotto alcuni cambiamenti negli uomini, cammino di autocoscienza maschile. Ciò ha permesso di provocare nuove riflessioni su temi delicati come la prostituzione. Vivere la profezia significa essere se stessi. “sto imparando a farmi mediazione vivente”. Alcune di noi hanno intrapreso un percorso di storie viventi, per scrivere il proprio vissuto, fare memoria.

Mondo femminista ebraico.

Non avendo un’autorità religiosa centrale, i gruppi hanno uno sviluppo autonomo.

Movimento nato nell’800 in Germania proclamando l’uguaglianza di uomini e donne nell’ambito sinagogale. C’è un gruppo che ha cercato di cambiare i libri di preghiera, per togliere l’impronta maschilista. Anche i rabbini si sono accorti che hanno un approccio più pratico per risolvere un problema. Ci sono delle donne che nelle comunità stanno diventando rabbine. Viene fatto riferimento a Debora per fondare la possibilità delle donne ebree di prendere la parola nella sinagoga. Ci sono piccole comunità in cui sta avvenendo un cambiamento.

 

Alessandra Trotta (Valdese)

1967: la chiesa valdese consacra delle donne pastore. Ho vissuto in una chiesa del sud Italia, che ha accompagnato l’evoluzione della comunità in modo democratico. Negli organismi della chiesa valdese c’è una presenza significativa e paritaria delle donne, anche negli organi di potere.  Il fondamento biblico riconosce molti spazi alle donne, a differenza delle letture maschiliste che vengono proposte. C’è un’ermeneutica che viene introdotta dal mondo femminile nelle chiese. Nelle chiese protestanti il ministero non è di tipo sacerdotale, quindi rimane fuori il tema del puro e impuro. Nelle chiese protestanti la centralità è il ministero della Parola, più che sacramentale. Anche la concezione dell’autorità nella chiesa: c’è distinzione tra autorità umana e divina e tutte le autorità ecclesiali sono riportate alla dimensione umana. Si sviluppa un ministero che sottolinea il valore della cura, della relazione. Si dice profezia delle donne, vuole dire che crediamo in un modo diverso di esercitare il potere. Problema della collegialità reale ed effettiva. C’è poi il problema delle donne e l’ecumenismo. C’è il problema della chiesa inclusiva, che fa fatica a svilupparsi, soprattutto a riguardo dei migranti. Altro problema: universo giovanile. Ci sono categorie mentali e metodologici molto distanti tra le generazioni.

 

 Paola Cavallari

È la quarta tavola rotonda. Appello alle chiese in Italia sulla violenza alle donne.

Fiorire della forza debole. Ci riconosciamo nella vulnerabilità di cui sono fatti i nostri corpi. Ci sono molti esempi di infedeltà a se stessi. Solo una minoranza di donne nere si sottrae alla forza del patriarcato, perché la strada è molto dura. Divenire coscienza non è tendere all’indipendenza, ma va compreso nel percorso di farsi strada di un sé a fatica. Mary Dely: richiede ciò che realmente siamo richiede coraggio per affrontare l’esperienza del nulla. Con il femminismo le donne hanno visto la necessità dello scontro. La speranza umana è ontologica. Alcune voci femminili.

Ivone Gebara. Narra della sua vocazione al monastero. “Non riesco a fare del sogno di mia madre il mio sogno: c’è un abisso”. Il senso di colpa ha accompagnato la mia vita. Avevo paura del mio corpo, del peccato. Avevo paura. La chiesa gerarchica mi ha reso il cammino difficile.

Carla Lonzi. Si è definita profeta. Il bisogno di autonomia entra in contrasto con il bisogno di amore. L’uomo vede l’amore di una donna per sorreggerlo. Carla sentiva un grande desiderio di testimoniare la verità. L’idea di migliorarci viene dalla sofferenza.

Anna Deodato. Segue le vittime di violenza subite da suore. Emerge un quadro devastante, ma anche da riscatto. Una donna violata si sente una donna sporca. A causa dell’abuso è perso la vita e il senso globale dell’esistenza. Paura di non essere creduta. Viene taciuta dalla comunità per miseri giochi di potere. Desiderio di risorgere. Guardare il percorso fatto come lotta per la vita. Sto ritrovando l’armonia. Sento rivivere il desiderio di dare.

 

Con l’Osservatorio è nata una bambina.

Occorre una teologia dal basso dove l’agire è quasi più decisivo del pensiero. Favorire la consapevolezza che la violenza contro le donne sono un elemento strutturale e non emergenziale. Giovanni Salupi ha dato un grande contributo. Il patriarcato è un veleno. Auspichiamo la pace, ma una pace che non sai dimentico del furto degli uomini, del loro dominio sulle donne. 

1 commento:

  1. Grazie Paolo, la prossima volta spero di riuscire a venire. Interessanti le idee ma soprattutto la testimonianza perché ci indica il possibile realizzato che chiede coraggio e diventa stimolo per legittimarsi ad essere quello che siamo liberati dalla mediazione dell'autorità, che troppe volte si è imposta come sostituto della coscienza invece che offrirsi come collaboratrice della gioia

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