martedì 1 settembre 2020

IL DIO CHE SI NASCONDE




Paolo Cugini

Nel libro del profeta Isaia appare per ben due volte il tema di Dio che si nasconde. La spiritualità ha spesso parlato del Dio nascosto. Qui si tratta di un’altra cosa, ovvero, di Dio che si nasconde, vale a dire che è una sua scelta quella di nascondersi all’uomo e alla donna, di non mostrare più il suo volto. Dio si nasconde all’uomo e alla donna, senza dei motivi apparenti e allora il problema diventa quello di capire non solo il perché, ma anche il come vivere in assenza di Dio. Il tema è delicato perché indica la possibilità dell’uomo d’inciampare durante la vita perché non c’è più la luce di Dio che lo illumina e l’accompagna. Come si fa a camminare nel buio? È questo un grande tema che raramente viene affrontato, anche perché si è sempre interpretato la cecità come una colpa dell’uomo. Qui invece si tratta di una scelta di Dio e, di conseguenza, le cose cambiano di molto di prospettiva.
Come vivere in assenza di Dio? La domanda è rivolta a tutti coloro che hanno avuto un’esperienza di Dio che, come direbbe l’apostolo Giovanni, l’hanno udito, sentito, palpato, veduto. Non è facile vivere in assenza di Dio dal momento in cui si è impostati la vita a partire da quell’incontro che ha cambiato radicalmente l’esistenza. Senza dubbio, quando si comincia a percepirne l’assenza, immediatamente ci addossiamo la colpa, perché siamo stati abituati a porci dinanzi a Dio in modo unilaterale, come se ci fosse per forza una colpa da ammettere.

Ma perché Dio si nasconde? Forse perché vuole aiutarci a vivere la vita così com’è, affrontarla con i nostri mezzi, senza fuggire, senza cercare un aiuto esterno. Dio si nasconde per aiutarci a capire che ci ha creati non per vivere sempre come bambini, ma per assumerci le nostre responsabilità.

2 commenti:

  1. Poche tue righe per avere una prospettiva diversa e per liberarsi dal senso di colpa,Dio ama sempre anche quando non lo troviamo,muta sempre la strada che porta a lui,un esercizio continuo e'la sua ricerca,uno stimolo per allargare il cuore anche quando e'affaticato.Si nasconde per farsi cercare...troppo ifantile come risposta?

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  2. « A conti fatti, mio Dio, forse è stato un po' troppo! Mi viene ricordato adesso che un essere umano ha anche un corpo. Ho creduto che il mio spirito e il mio cuore fossero capaci, da soli, di sopportare tutto, ma ecco che il mio corpo si fa sentire e dice: altolà! Adesso avverto il peso di tutto quello che mi hai dato da portare, mio Dio. Tanta bellezza e tante prove! E sempre, fin da quando mi mostravo pronta ad affrontare, le prove si sono trasfor mate in bellezza. E la bellezza, la grandezza si rivelavano talvolta più dure, da sopportare, della sofferenza, tan to mi colpivano in profondità. Non pensavo che un semplice cuore umano potesse provare così tante cose, soffrire e amare così tanto! Ti sono così riconoscente, mio Dio, per aver scelto il mio cuore in quest'epoca, per fargli subire tutto quello che ha subito. Forse questa malattia è un bene. Non mi sono ancora veramente riconciliata con lei, sono ancora un po' intorpidita, disorientata e senza forze, ma al tempo stesso cerco di scavare in tutti i recessi del mio essere, per tirar fuori un po' di pazienza, una pazienza tutta nuova per una situazione tutta nuova, lo sento. E riprenderò il buon vecchio metodo collaudato, conversare ogni tanto con me stessa sulle
    righe blu di questo quaderno. Conversare con te, mio Dio. Va bene? Al di là della gente, io desidero solo rivolgermi a te. Se amo gli esseri con tanto ardore, è che in ognuno di loro io amo una particella di te, mio Dio. E cerco di portare alla luce nel cuore degli altri, mio Dio» (Dario di Etty Hillesum, 15 settembre 1942, pp. 543-544).

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