lunedì 25 febbraio 2019

POPOLI INDIGENI NEL BRASILE E NELL’AMAZZONIA





CORSO SULLA REALTA’ DELL’AMAZZONIA

MANAUS 25 FEVEREIRO 2019


CONSIGLIO INDIGENISTA MISSIONARIO (CIMI)


Sintesi: Paolo Cugini


IL CIMI è un organismo vincolato alla CNBB. Segna un nuovo modo di lavorare con i popoli indigeni. Fu creato nel 1972 nel periodo della dittatura militare. In quel periodo l’idea era integrare i popoli indigeni con il popolo brasiliano. Ciò significava la perdita d’identità di questi popoli. Il CIMI nasce proprio per salvaguardare l’identità dei popoli indigeni, la loro specificità. Annunciare il Vangelo denunciando lo sfruttamento dei popoli indigeni, è stato uno dei compiti importanti del CIMI, che ha approfondito il dialogo interculturale, inter-religioso. Il CIMI è presente in tutto il Brasile e, in modo particolare, nel Nord, dove c’è la presenza maggiore dei popoli indigeni.

Alcuni dati regione Pan-amazzonica (è l’Amazzonia internazionale che tocca 9 paesi)

Popolazione indigena: 2.779.478
Popoli indigena: 390
Popoli: Popoli isolati: 240
Famiglie linguistiche: 49 (le più numerose: Aruak, Karib, e Tupi-Guaranì)

Popoli indigeni amazzonia brasiliana

Popoli indigeni: 180
Popolazione indigena: 433.363
Lingue: 150 (all’inizio dell’invasione nel 1500 erano 1200 lingue)
In Brasile ci sono 114 popoli isolati. L’organo dello Stato ne riconosce solo 28.
Il 58% dei popoli indigeni vive dentro le terre indigena e il 42% fuori dalle terre, cioè nelle città.
48% dei popoli indigeni abitano nell’Amazzonia legale e, di questi la maggior parte è nello Stato dell’Amazzonia.

I Ticuna è il popolo indigena più numeroso, localizzato nella regione di Alto di Solimoes. La seconda è gli Yanomami.

Molti popoli indigeni che vivono fuori dalle terre indigene non parlano la lingua originale, ma conoscono appena il portoghese. Il 37% degli indigeni parlano in casa la propria lingua. Nel 1758 il Brasile proibì l’uso della lingua Tupì, che era la lingua generale brasiliana. La stessa popolazione in generale non riconosce il valore delle lingue dei popoli indigeni, chiamandole di dialetti. C’è, quindi, una grande discriminazione nei confronti dei popoli indigeni nello stesso Brasile.

Solo 5 delle 180 lingue indigene parlate in Brasile ha più di 10000 parlanti (Tikuna 34 mila; Guaranì 26 mila). Ci sono molto lingue vicino all’estinzione, lingue con meno di 10 persone parlanti l’idioma.



Situazione delle terre indigene: La FUNAI (è l’organismo ufficiale del Governo che si Occupa della delimitazione delle terre indigene) ne segnala 500 cerca. La FUNAI segnala una terra indigena quando è già strutturata. Il CIMI invece, conta le terre anche quando sono in un processo di formazione per ottenere la delimitazione legalizzata, quindi il numero è maggiore: 1300.

Per arrivare al riconoscimento di una terra c’è tutto un processo piuttosto lungo fatto di fasi. La maggior parte delle terre indigene non è in nessuna fase del processo di riconoscimento. La Costituzione brasiliana riconosce terra indigena anche se non è iniziato il processo.
La FUNAI ha inventato la nuova tappa della qualificazione della domanda, complicando ulteriormente il processo di riconoscimento delle terre indigene. Nell’Amazzonia brasiliana ci sono 127 terre regolarizzate, 8 omologate, 12 dichiarate, 3 identificate. Il processo di riconoscimento della terra indigena dura circa 10 anni. La conseguenza della non demarcazione delle terre è la vulnerabilità dei popoli indigeni.


Momento politico attuale

C’è una proposta di legge che proibisce il raggruppamento di diversi popoli in una sola terra. Questa proposta stabilisce che le Forze Armate potranno attuare nelle terre indigene indipendentemente dalla consulta nella Comunità. Questa proposta proibisce l’ampiamento di terre indigene e stabilisce il contraddittorio di qualsiasi cittadino in tutte le tappe della demarcazione. Nell’ambito del potere esecutivo ci sono dei cambiamenti della sistematica della demarcazione delle terre attraverso dei decreti presidenziali, portiere e pareri.
Ci sono stati vari tentativi di cambiare la sistematica della demarcazione delle terre.

Presidente Temer: parere n. 001/2017: parere che obbliga l’amministrazione pubblica federale ad applicare, a tutte le terre indigene del paese, condizionanti che il Supremo Tribunale Federale stabilì nel 2009 quando ha riconosciuto la costituzionalità della demarcazione della Terra Indigena Raposa Serra do Sol, in Roraima. Ciò significa non riconoscere la tradizionalità dell’occupazione indigena quando la comunità non stava nella terra data dalla promulgazione della Costituzione. Oltra a ciò afferma che non si possono correggere i limiti delle terre demarcate e anche la possibilità di decidere senza ascoltare la comunità nel caso di alcuni progetti e di problemi d’infrastruttura.

Presidente Bolsonaro: MP 870/2019 ha cambiato l’organogramma delle responsabilità in riferimento delle terre indigene. D’ora innanzi la responsabilità che era della FUNAI, è di responsabilità del ministero dell’Agricoltura. La FUNAI diventa integrata nel ministero della Famiglia e diritti umani e non più della Giustizia. Il problema sono i ministri di questi ministeri che si trovano agli antipodi delle problematiche dei popoli indigeni, per non dire contro. Bolsonaro ha già dichiarato che non demarcherà un solo cm di terra indigena e cercherà di rivedere le demarcazioni delle terre.
C’è quindi una strumentalizzazione degli organi politici responsabili per l’udienza dei popoli indigeni. È stato messo un Generale come presidente della FUNAI.
Altra strategia è la destrutturazione degli organi responsabili per la protezione dei popoli indigeni attraverso il taglio dei versamenti e l’estinzione degli incarichi e delle unità amministrative.



Strumenti dell’attacco ai diritti territoriali dei popoli indigeni:
1.      Tesi del marco temporale: Non sono considerate terre indigene quelle terre in cui nel 1988 non abitavano indigeni
2.      Negare l’accesso alla giustizia: Il giudizio nega alle comunità che partecipano del processo nonostante la Costituzione federale riconosca che sono soggetti capaci di entrare nel processo.
La realtà indigena è spesso invisibile e resa invisibile, anche perché negli ultimi decenni c’è stato un processo di mistura. I popoli indigeni in realtà sono perseguitati, maltrattati e esclusi a volte anche dalla stessa Chiesa.
In Brasile la storia della colonizzazione ha creato quei preconcetti che plasmano una cultura che rende la vita dei popoli indigeni molto dura. Ciò è visibile in modo particolare, nelle prese di posizione dell’ultimo presidente del Brasile, Bolsonaro che, come abbiamo visto, sta facendo di tutto per rendere la vita assurda ai popoli indigeni. Negli ultimi anni in Brasile si assiste al tentativo di smontare la politica indigena costruito negli ultimi decenni. È la grande pressione che arriva sui politici dalle grandi multinazionali interessati alle terre indigene per i loro obiettivi.






1 commento:

  1. Davvero molto interessante, Pe Paolo!! ... e stimolante, per una profonda riflessione che chiami in causa anche le responsabilità del nostro mondo occidentale!!

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