INCONTRO DEI GIOVANI
CON IL VESCOVO
VENERDÌ 17 MARZO 2017
DIALOGO CON SUSANNA TAMARO
Sintesi: Paolo Cugini
Vescovo: La vita è la cosa più trasgressiva
che ci sia, perché è sempre nuova ogni giorno.
Susanna: Non ho mai pensato di fare lo
scrittore. La mia vocazione era capire le forme della natura. Viviamo un
universo che esplode di complessità e volevo capire questo. Il mio scrivere è
stata una conseguenza di quello che vedevo. Come si può pensare che ci sia
evento di casualità in una conchiglia?
Vescovo: come mai l’uomo si dimentica del suo
rapporto con le cose e diventa brutto?
Susanna: la natura è bella e noi siamo
belli. Il mondo contemporaneo c’impone di essere brutti. C’è un desiderio di
essere belli in noi, che è positivo.
Vescovo: senza guardare a qualcuno di
grande diventiamo piccoli. Hai avuto qualche maestro di riferimento?
Susanna: non ho mai incontrato maestri. Ho
avuto pessimi maestri e professori. Sono molto autodidatta. Invecchiando uno
deve avere il dovere di essere maestro, per condividere le proprie esperienze.
Questo viene ridicolizzato. La società contemporanea non ci permette
d’invecchiare.
Vescovo: un libro nasce da un’esperienza che
ci ha fatto crescere
Susanna: i miei libri nascono da una
risposta che cerco su problemi che mi pongo. Nella narrazione cerco di
rispondere alle domande che mi pongo. I miei libri sono molto materiali.
Vescovo: oggi si legge sempre meno. Che cosa
può spingere un ragazzo a leggere?
Susanna: io odiavo leggere quando ero
piccola. Ho cominciato a leggere quando ho scoperto che c’erano storie che
m’interessavano. Leggendo mi annoiavo meno. Quando uno legge un libro, le
immagini se le fa nella testa. È importante anche leggere la poesia, perché
t’illumina, da un’immagine che apre una porta nella mente. Leggere non è un
dovere, ma un piacere. Quando leggi hai arricchito il tuo mondo. E poi quando
leggi stai con te stesso.
Vescovo: Come sei arrivata a vivere
l’esperienza della compagnia fatta di parole?
Susanna: è stata la poesia. Ho scoperto che
attraverso la poesia ero meno sola. Ho scoperto che nella parola c’era qualcosa
di molto potente. Verso i 22/23 anni ho avuto una folgorazione.
Vescovo: leggendo i tuoi libri sembra che ci
siano due registi in te. Uno è quella del dramma. E poi c’è la Susanna che ha
imparato ad attraversare i drammi. Come si riesce ad attraversare i drammi?
Come ripartire?
Susanna: ho avuto un’infanzia, adolescenza e
giovinezza catastrofiche. Nonostante tutto ho deciso che il passato non deve
condizionare il futuro. È una decisione. La vita è troppo bella per farsela
rovinare da un evento negativo. Non farsi soffocare dal passato.
Vescovo: Dio è presente nei tuoi libri nella
forma di una lotta; Dio è una presenza nei tuoi libri ed emerge come giustizia.
Susanna è un crocevia di religioni. È vissuta a Trieste, città con presenza di
varie religioni. Che cosa diresti ai giovani che cercano Dio? C’è un oltre?
Susanna: vengo da una famiglia ebrea. Nella
famiglia c’erano ebrei e ortodossi. Non ho avuto una educazione cattolica.
L’impostazione ebraica mi ha segnato. La sete di giustizia viene da lì. La
grande scoperta che ho fatto è che ho capito che siamo immersi nell’eterno. Se
non c’è una giustizia nella vita niente rimane in piedi. Le nostre AZIONI HANNO
UN SENSO PER QUANTO CI AVVICINIAMO AL BENE E CI ALLONTANIAMO AL MALE. Peccato: mancare
il bersaglio. Tutto quello che va verso la vita è bene. Dobbiamo ricominciare
ad ascoltare il nostro cuore. Capacità di entrare in noi stessi.
Vescovo: ciascuno di noi a 20 anni cerca i
segni del proprio futuro. Come capire il proprio posto nel mondo?
Susanna: è difficile perché i tempi stanno
cambiando. C’è una cosa fondamentale: è quello di avere dentro una passione.
Se non hai passioni non hai un’ancora. La passione può diventare anche
un’attività lavorativa. È importante seguire le proprie passioni.
Vescovo: Che cos’è la preghiera?
Susanna: per me è uno stato di
costante attenzione sulla realtà, capire che cosa sta succedendo introno a me e
riuscire ad intervenire. Presenza reale.
Vescovo: come ha cambiato la tua vita
l’essere conosciuta?
Susanna: il successo è veleno potente,
perché ad un certo punto sei innalzato. Ho sempre avuto paura del successo,
perché sono anche timida. Io volevo continuare ad essere una persona e non un
personaggio. Poi c’è la tentazione dei soldi. Ho sempre avuto problemi di
soldi. Liberarsi dai soldi è difficilissimo. Alla fine ho fatto una fondazione
che si occupa di progetti per le donne nel 2000. Quando avevo i soldi dovevo
sempre pensare ai soldi.
Vescovo: legge un brano di La tigre e l’acrobata
Susanna: La
tigre e l’acrobata è il mio testamento spirituale. La morte è un’altra
forma di nascita e in questa nascita vivremo un’altra dimensione di vita, con
un’altra intensità. Se qui avremo costruito cose belle avremo cose belle.
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