ZONALE OVEST
VICARIATO URBANO- DIOCESI DI REGGIO EMILIA E GUASTALLA
LECTIO DIVINA DELLA QUARESIMA 2017
MEDITAZIONE DI DON MATTEO MIONI
GEREMIA 20,7-18
Sintesi: Palo Cugini
Introduzione: L’esperienza narrata al capitolo
20 si trova in altri contesti del libro. Geremia è il profeta
perseguitato. Geremia: colui a cui Dio apre il ventre. La persecuzione viene da
Pascur, un sacerdote del tempio e a motivo delle parole di Geremia reagisce
mettendolo in prigione. In questi versetti la vocazione di Geremia si trova tra
la seduzione e la persecuzione. La seduzione apra per Geremia la strada della
persecuzione. Dio obietta, ma nonostante ciò il testo si conclude con delle
parole di maledizione. Non si può semplificare il testo, ma va ascoltato così
com’è.
Tu mi hai sedotto: Geremia si è arreso dinanzi all’amore di Dio, alla bellezza dell’amore
di Dio. È una seduzione sofferta: tu mi hai fatto violenza. Ricorda la
situazione di Gesù nel Getsemani. È un invito a non avere paura dell’amore di
Dio.
Oppressione: Dire di sì al Signore
non è uno scherzo. Dire sì al Signore implica una resistenza. Riconoscere la
fecondità del momento in cui grida la sua oppressione. Anche la sofferenza
possono diventare grembo fecondo. Paolo dice: sono lieto con le sofferenze di
Cristo. Dio non ci chiama alla sofferenza. Dio nella sofferenza ci chiama. Dio
chiama alla fedeltà. Riconoscere sia nel momento della seduzione che
dell’oppressione si apra il grembo e il cuore di Geremia. Non è un dovere
rispondere al Signore.
A volte facciamo l’esperienza della
Parola che diventa ingannevole. La nostra vita si ribella quando passa per
queste situazioni. È lo scandalo della Parola, perché non è ciò per cui abbiamo
messo in gioco la nostra vita. Lasciarsi baciare dalla Parola di Dio può
diventare motivo di violenza e persecuzione.
Mi dicevo: Non penserò più a Lui: Geremia ragiona tra sé e sé. Non dà più del Tu a Dio, ma
parla di Dio. Il pericolo mortale di un credente è non dare più del tu a Dio.
Nei Salmi vediamo che Dio può dire a Dio di tutto; è Parola di Dio perché è
rivolta a Dio. Il pericolo di Geremia è di non rivolgersi a Dio con il tu.
Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente: la percezione dell’amore di Dio è
l’obiezione alle sue ribellioni, alla sua indignazione. Quando nella nostra
vita qualcuno ci propone qualcosa, e mettiamo dinanzi delle difficoltà. L’amore
di Dio in Geremia è più forte delle sue paure. La Pasqua è l’obiezione delle
obiezioni alla paura di vivere, di amare, ecc. Permettere alla Parola di Dio
l’obiezione più profonda ai nostri pensieri.
Ci prenderemo la nostra vendetta. Sentivo la calunnia di molti: Geremia riprende ad ascoltare
le parole degli altri, di coloro che ce l’hanno con lui.
Ma il Signore è al mio fianco: l’amore di Dio diventa obiezione alle mie paure. Per questo
saranno i persecutori che cadranno.
Signore degli eserciti tu che provi il giusto… Possa io vedere la tua
vendetta: Geremia ha
ricominciato a dare del tu. Non sono sparite le difficoltà, ma emerge il suo
amore per Dio come realtà più forte delle paure. Fino a che abbiamo la capacità
di dare del tu a Dio è un bel segno.
Cantate inni al Signore: Geremia ha visto la forza di Dio. Geremia affida la
vendetta a Dio. Che cos’è la vendetta di Dio? Dio si vendica. La vendetta di
Dio è il condono. La vendetta è disarmata dal perdono. Geremia non cerca
vendette sue, ma lascia la vendetta a Dio e Lui risponde con il perdono, la misericordia.
Maledetto il giorno in cui nacqui: è scandaloso sentire un profeta che maledica il giorno in
cui è nato. Lo scandalo è quando il credente non risponde alle sollecitazioni
di Dio. Nel testo c’è un intreccio continuo. È come la nostra vita. Nessuno
vive una vita lineare. Ci possiamo riconoscere nel cuore di Geremia. Dobbiamo
litigare con la Parola. Dobbiamo accettare di non capirla. È vivendo il
contrasto che la nostra fede cresce. La preghiera non è un tranquillante. È il
contrario: è un’adrenalina. Stare dentro alla contraddizione del testo. Questi
ultimi versetti provocatori mettono in discussione le nostre sicurezze
religiose. La Parola non è un tranquillante.
Senso della vocazione: dalla
persecuzione a motivo della Parola a lasciarsi perseguitare dalla Parola. Tutti
i disagi, fatiche, contraddizioni: davanti a Dio sono tutti legittimi. Abbiamo
il diritto alla stanchezza, al disagio. L’importante è non dimenticare che
siamo servi. Non è quello che viviamo che modifica il nostro essere, ma l’essere
figli di Dio.
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