CUGINI, PAOLO. Il nome di Dio non è più Dio. Dire il mistero in un mondo post-moderno. Torino: Effatà, 2025. 240 p.
Introduzione
Ci sono percorsi esistenziali che nascono così, per caso, senza volere. In questi casi si generano delle situazioni che ci trovano impreparati, sprovveduti e possiamo correre il rischio di chiuderci in noi stessi, come forma di difesa, oppure, di approfittare della novità per entrare, lasciarci guidare dagli eventi e, così, scoprire mondi nuovi. Le pagine di questo libro raccolgono anni di riflessioni su quei temi assimilati nell’infanzia in un modo, e vissuti in tutt’altro modo nelle situazioni che la vita mi ha presentato. Come diceva Aristotele non si nasce coraggiosi, ma lo si diventa. Siamo il frutto delle scelte fatte, dei cammini percorsi, nel bene e nel male. C’è chi passa la vita fedele ai contenuti ricevuti nell’infanzia e chi coglie la prima occasione per buttare tutto all’aria e andarsene per i fatti propri. Non è mancanza di rispetto, ma è desiderio di libertà, di vivere a pieni polmoni la vita e, soprattutto, è un modo d’interpretare la vita come cammino alla scoperta di nuove possibilità, nella percezione profonda che non tutto è già dato e non tutto è così come ci è stato insegnato. È abbandonando le sicurezze culturali e spirituali delle origini che apprendiamo a confrontarci senza timore con le narrazioni diverse dalle nostre, senza difenderci, senza attivare quei meccanismi di difesa che ci inducono a proferire argomenti mai sperimentati e solo ripetuti a memoria. Le relazioni educative sono sane quando aiutano l’individuo ad essere se stesso, non a riprodurre desideri altrui. I bambini per compiacere gli adulti fanno tutto quello che loro richiedono, anche perché sanno che è l’unico modo per ottenere qualcosa. Gli adulti insoddisfatti nella vita spesso si rifanno sui figli riproducendo degli automi obbedienti ai comandi.
Rompere il cordone ombelicale delle istituzioni che hanno contribuito a formare la coscienza nell’infanzia è il cammino necessario per una vita di adulto libera. Prendersi in mano la vita: è questo il cammino esistenziale, doloroso ma necessario, per divenire se stessi. In questo cammino di liberazione, uno degli ambienti più importanti da cui prendere le distanze o, perlomeno, rielaborare l’appartenenza in modo critico è il mondo, l’ambiente religioso. Sino a qualche decennio fa l’istituzione religiosa, che in Occidente s’identifica con la parrocchia, era considerato un luogo sano, in cui si apprendevano i valori positivi necessari per una vita sana. Oggi non è più così. I processi di decostruzione culturale prodotti dalla cultura post-moderna stanno mettendo a nudo una serie di fattori negativi del mondo religioso sui quali vale la pena soffermarsi. Con il passare degli anni mi rendo sempre più conto come, uno dei problemi più profondi del mondo religioso sia l’interpretazione delle parole. Il cristianesimo ha veicolato contenuti omofobi, maschilisti e misogini a causa di un modo d’interpretare i testi sacri. Ancora oggi, le relazioni all’interno delle comunità cristiane sono intossicate da modalità relazionali misogine e omofobe, a causa di una interpretazione fondamentalista dei testi sacri. C’è tutto un mondo religioso che soffia sul fuoco dei fondamentalismi, facendo anche il gioco sporco di quei movimenti politici che si alimentano del mondo fondamentalista. Leggendo e meditando il Vangelo ci si rende conto che la realtà religiosa non è cambiata molto. In questa prospettiva, si comprende che la missione di Gesù sia stata quella di liberare gli uomini e le donne dal veleno mortale della religione o, meglio, di quella religione inventata dagli uomini. Gesù ha proposto delle chiavi di lettura per interpretare le parole del testo sacro, per non rimanere schiavi da quei precetti e quelle pratiche così dette religiose inventate dagli uomini del tempio per soggiogare le persone e, così, sfruttarle. “Avete inteso che fu detto agli antichi… Ma io vi dico” (Mt 5,21s).
Le parrocchie dovrebbero essere i luoghi in cui le persone vengono liberate dalla religione e introdotte nel cammino del Vangelo tracciato da Gesù. Non a casa, come ci ricorda il libro degli Atti degli Apostoli, le prime comunità si chiamavano proprio così: il cammino. Rimango sempre molto affascinato dai profeti biblici, non solo per il loro coraggio di affrontare i potenti del tempo, con affermazioni dure e radicali, ma soprattutto per la capacità di aprire orizzonti nuovi, iniettando speranza nel popolo. Non basta, infatti, criticare una situazione, analizzare un fallimento, occorre fornire vie d’uscita, soluzioni, per permettere alle persone di ripartire per cammini nuovi. Il rischio, infatti nelle analisi critiche, è di rimanere affascinati per le belle parole, le profonde critiche, ma dimenticandosi che, le sole parole, possono ferire e creare negatività. Che dire ad esempio, di Geremia? Nei primi capitoli sferza i capi religiosi con una serie di oracoli durissimi, che non lasciano spazio all’immaginazione, dalla forza polemica che li anima. Poi, però, nel momento più tragico della storia d’Israele, vale a dire la distruzione della città e del tempio di Gerusalemme e l’esilio di buona parte della popolazione a Babilonia, Geremia se ne esce con una delle profezie più belle di tutta la letteratura profetica, prospettando per il popolo una Nuova Alleanza in cui Dio avrebbe scritto la sua legge d’amore non sulla pietra, come quella mosaica, ma nel cuore (cfr. Ger 32,31-34). Il libro che hai tra le mani è suddiviso in tre parti e propongono un percorso allo stesso tempo spirituale, religioso e culturale. Nella prima parte condivido alcuni contenuti di vita spirituale maturati in alcuni frangenti critici della mia vita. Ho sempre valutato positivamente i passaggi cosiddetti bui della vita, quelli in cui si entra per caso e non si sa come vadano a finire.
Mi piace fare tesoro di questi momenti, raccogliendo tutto ciò che di buono e di novità portano con sé. In questa prima parte, dunque, si trovano anche spunti biografici ed è un modo per rendere uno scritto più coinvolgente, capace d’interagire con il lettore. La seconda parte potrebbe essere definita destruens, nel senso che propongo riflessioni critiche sulla cristianità, su alcune idee prodotte dalla vita religiosa che ancora influenzano negativamente la vita dei fedeli. Sono pagine, dunque, in cui non risparmio i toni duri, non solo polemici, ma anche critici nei confronti di una istituzione di cui faccio parte. Il desiderio è sempre quello di fare luce per vivere meglio e in modo più sereno il proprio rapporto con il Mistero e con le persone che incontriamo sul nostro cammino. I primi capitoli di questa seconda parte sono dedicati ad un dialogo culturale con quella corrente di pensiero teologico che va sotto il nome di post-teismo, che ritengo affascinante e piena di stimoli culturali. Interrogarsi sul contenuto del nome di Dio e comprenderne la portata storica è importante, soprattutto per tentare di capire in che modo dire il Mistero nel linguaggio odierno. Nella terza e ultima parte condivido una proposta. Come scrivevo sopra: non basta solo criticare, occorre anche avere il coraggio di fare qualche proposta positiva, presentare possibili nuovi cammini. Ho cercato in questi ultimi anni di comprendere la possibilità di vivere il Vangelo come una proposta che Gesù ha fatto per tutte e tutti, uno spazio, dunque inclusivo.
Liberarsi dalla religione degli uomini, ha come primissimo risultato quello di comprendere il Vangelo in un modo nuovo, come un cammino in cui al centro non ci sono dei precetti da obbedire, ma la cura della qualità delle nostre relazioni umane. In questa prospettiva, percepisco la grande vocazione della comunità cristiana nel mondo di oggi: essere uno spazio aperto per tutte e tutti, soprattutto per quelle minoranze maltrattate dal sistema meritocratico e patriarcale. È proprio così che si esprimeva Gesù in uno dei versetti più profondi di tutto il Vangelo: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro” (Mt 11,25). Buona lettura e buon cammino.
INDICE
INTRODUZIONE
PRIMA PARTE: INDICAZIONI PER UN CAMMINO SPIRTUALE POST-RELIGIOSO
CAPITOLO PRIMO: APRENDO IL CAMMINO
1.Guardando da fuori. 2. Stare fermi. 3. Sulla riva del fiume. 4. Ti aspetto in silenzio.
CAPITOLO SECONDO: APPROFONDENDO IL DISCORSO
1.L’intuizione. 2. Lo sguardo. 3. Prospettiva. 4. Poliedro. 5. La tensione polare.
CAPITOLO TERZO: IMPARANDO DALLA VITA
1.La ferita non è il tutto. 2. Non maltrattare i limiti. 3. Sopravvivere alle ferite mortali. 4. Il tutto nel frammento. 5. In ascolto dei sentimenti. 6. L’ostacolo. 7. La realtà e l’idea. 8. A piedi nudi sulla nuda terra. 9. La solitudine della libertà.
CAPITOLO QUARTO: UN NECESSARIO LAVORO CULTURALE
1.Decostruire. 2. Decentrare. 3. Depotenziare.
CAPITOLO QUINTO: GUARDANDO LONTANO
1.Camminare sul filo. 2. Seguendo i brividi.
SECONDA PARTE: RACCONTARE LA FINE
CAPITOLO PRIMO: IL MISTERO DI DIO
1.Il nome del Mistero. 2. Tra monoteismo e monolatria. 3. Contaminazioni religiose. 4. Un nuovo paradigma interpretativo. 5. Dire Dio in modo non religioso? 6. Il Mistero nella prigione dell’essere. 7. La molteplicità delle manifestazioni del Mistero.
CAPITOLO SECONDO: LA CRISI DELLA RELIGIONE
1.Il ritorno della religione? 2. La religione e il male. 3. La religione come tentazione. 4. Destrutturare la struttura religiosa. 5. Il cristianesimo: una religione?
CAPITOLO TERZO: LA FINE DI UN’EPOCA?
1.Un mondo cristiano che scricchiola. 2. Un sistema che si sta sgretolando. 3. Come una sensazione. 4. Il grande errore. 5. Il tempo della fine. 6. Il vuoto delle chiese e la nostra cecità. 7. Spunti per un’analisi.
CAPITOLO QUARTO: LA CRISI INARRESTABILE DEL CLERO
1.La chiamata. 2. L’essenza della fede. 3. Intrattenere per trattenere. 4. Guide di comunità in grado di accompagnare: il problema della confessione. 5. Presbiteri guide di comunità: alcune proposte.
TERZA PARTE: PER UN NUOVO CAMMINO
CAPITOLO PRIMO: UN MONDO INTERCONNESSO
1.Dal caos al cosmo. 2. Espansione. 3. Tutto è interconnesso. 4. Verso l’olismo quantico.
CAPITOLO SECONDO: L’UNIVERSO INTERCONNESSO IN UN MONDO CONTAMINATO
1.Principi epistemologici del processo di contaminazione. 2. Artisti della contaminazione. 3. Una Chiesa contaminata? 4. Il Vangelo: l’amore che ci contamina. 5. Contaminazione e inculturazione. 6. La Bibbia contaminata.
CAPITOLO TERZO
1.La Chiesa popolo di Dio, uno spazio aperto per tutte e tutti. 2. Una comunità sinodale. 3. Una liturgia che celebra la misericordia. 4. Papa Francesco e la Chiesa della misericordia.
CONCLUSIONE
BIBLIOGRAFIA
È già mio questo testo.grazie
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