Don FerdinandoCastriotti assieme a Maria Soave Buscemi |
Paolo
Cugini
Che
cosa significa essere missionario e che cosa comporta la missione? Solitamente
la missione si realizza in contesti di povertà, in cui l’annuncio del Vangelo
esige anche lavorare pastoralmente per la promozione umana delle persone che
s’incontrano. Luoghi di povertà significa muoversi in territori in cui il
potere politico locale è corrotto e, di conseguenza, diviene difficile un
lavoro di sensibilizzazione e il coinvolgimento delle persone nei processi di
liberazione che s’intendono mettere in atto. don Ferdinando Castriotti, classe
1969 della Diocesi di Melfi, lavora da circa otto anni (in due momenti diversi)
nella città di El Paraiso, in
Honduras, a 8 Km dal confine con il Nicaragua. Non è la sua prima esperienza
missionaria visto che ha già lavorato anche nel Ciad, in Africa, oltre ad aver
insegnato all’Università a Gerusalemme. Nei primi cinque anni della sua
attività missionaria padre Fernando ha messo in piedi più di 100 comunità
ecclesiali di base, costruendo assieme alla gente, uno spazio per celebrare il
culto e realizzare gli incontri, ma soprattutto, accompagnando la formazione
dei laici affinché potessero riuscire a portare avanti la vita della comunità.
In questo percorso, momento fondamentale è stato l’incontro mensile di formazione
biblica e religiosa al quale partecipavano più di mille persone. Il percorso
formativo teologico-pastorale durava tre anni e terminava con un esame. In
questo modo, lentamente la vita delle comunità si è strutturata e stabilizzata.
Alcuni amici in visita alla missione di don Ferdinando |
La
cosa più sorprendente e originale di don Ferdinando è la serie di progetti
messi in piedi in pochi anni per rispondere alle esigenze caritative che
incontrava. A El Paraiso ha
realizzato:
·
Casa di recupero per persone
tossicodipendenti
·
Casa di riposo per anziani
·
Scuola materna e elementare
·
Ospedale (il più importante della regione)
·
Casa accoglienza per donne vittime di
violenza
·
Casa accoglienza per persone speciali con
sindrome di down
·
Acquedotto
·
Gruppo di 18 case nel quartiere più povero
della città per i senza tetto
·
Centro di prima accoglienza Madre Teresa
·
Città dei giovani (anfiteatro e centro
sportivo)
·
Centro di formazione umana e sociale
·
Città della misericordia ( in Danli e in
collaborazione con la università cattolica)
Di
solito, quando il missionario straniero mette in piedi delle opere, il grande
problema diviene la possibilità di portarle avanti. Nella grande maggioranza
dei casi si tratta di opere destinate a chiudere, anche perché, essendo opere
costruite con soldi del paese di origine del missionario, terminano con la
chiusura dei fondi. L’originalità del lavoro di don Ferdinando sta nel fatto
che, oltre alle opere, ha pensato di articolare una serie dei progetti capaci
di produrre fondi in modo da sostenere le opere caritative realizzate. Questa
seconda parte di progetti è raccolta dalla Fondazione Alivio Del Sufrimiento. La Fondazione sorta nel 2010, gestisce
piantagione di caffè, mais, raccoglie fondi da benefattori sia dell’Italia che
dell’Honduras. Il gruppo della Fondazione conta con quattordici persone che
gestiscono il capitale e il funzionamento delle opere.
Casa in cui vengono accolte le persone speciali con sindrome di down e in cui vive don Ferdinando |
La
sua capacità imprenditoriale è nata negli anni ’90 in Italia, con la strutturazione
del progetto Policoro, che cercava di rispondere alla domanda dei giovani
disoccupati del Sud Italia. “In quel
tempo ci domandavamo: noi come chiesa come possiamo rispondere a questa domanda
dei giovani che sono disoccupati e che spesso devono emigrare? La risposta è
stata quella di mettere insieme ciò che la Chiesa e lo Stato avevano, e cioè di
mettere in piedi delle cooperative (più di trecento) che gestivano il
patrimonio della Chiesa (vecchi seminari trasformati in Hotel, terreni, miele,
ecc). Era la prima volta che la chiesa si metteva a lavorare ad un progetto con
tre pastorali riunite: Caritas, Pastorale Giovanile e Pastorale del Lavoro”.
Altra parola importante di quel periodo è stata: reciprocità. Infatti, grazie
ad un lavoro di sensibilizzazione, “abbiamo
fatto in modo che nascesse un rapporto di reciprocità tra Diocesi del Sud con
Diocesi del Nord Italia”.
Nel
lavoro pastorale di don Ferdinando c’è stata la continua attenzione di legare
insieme la fede con la vita, la liturgia con la carità. “Quando ero parroco, su due cose abbiamo lavorato in Parrocchia: la
formazione e i frutti dell’evangelizzazione, che sono la carità e le sue opere.
La vita religiosa non è una cosa legata alle celebrazioni, ma a consolidare una
formazione e a dare delle risposte sui problemi che incontri”.
Incontro con un ministro della Parola in una delle 102 comunità della parrocchia di El Paraiso |
Secondo
Don Ferdinando questo stile, che potremmo chiamare imprenditoriale, è possibile
e necessario insegnarlo ai missionari. “Ci
vogliono gli strumenti minimi per formare una cooperativa, per imparare come si
forma una fondazione, a cosa serve e come. E’ importante che il missionario,
che sa di essere destinato a territori di grandi povertà, cerchi competenze
specifiche. Deve, cioè, avere gli strumenti per poter agire in un territorio e
trasformare il processo di evangelizzazione in un paese povero, con strumenti caritativi
che rispondano al problema”.
Altro
punto importante che don Ferdinando sottolinea, consiste nella capacità di
dialogo con l’apparato amministrativo di una città, per coinvolgere i politici
locali nella costruzione delle opere. “Senza
l’appoggio dei politici locali non sarei riuscito a costruire nulla. Per
mettere in piedi delle opere caritative ci vogliono dei permessi che solo i
politici locali ti possono dare. Come si fa a lavorare con politici corrotti?
Il politico corrotto cerca di stare alla larga, o si muove per promuoversi
sfruttando l’immagine. Occorre tenere le mani libere ma poi è il popolo che
giudica l’operato dei politici locali. Tutto nasce da un rapporto di amicizia
normale. Ci beviamo un caffè insieme e poi gli faccio la proposta. E’ la gente
poi che parla. Dicono che ha fatto di più il padre in cinque anni che i
politici in tutta la vita”.
Interno della Casa di recupero per persone tossicodipendenti |
C’è
stata una capacità di coinvolgimento dei politici locali, che ha permesso la
realizzazione delle opere caritative e il loro accompagnamento. Un missionario, ricorda don Ferdinando, oltre
alla Bibbia e ai libri di teologia, deve leggere la costituzione e i documenti
che regolano la vita economica e politica della città in cui andrà ad attuare. Senza
dubbio, in Italia le cose sono differenti, ma in terra di missione non possiamo
permetterci di arrivare sprovveduti o pensare che il processo di
evangelizzazione termini con l’amen finale di una messa.
“Le idee
nascono ascoltando la realtà. Se mi fermo ad ascoltare un povero – continua
don Ferdinando- che chiede l’elemosina,
poi cerco di rispondere al problema. I poveri spesso non li conosciamo
effettivamente. I progetti che ho messo insieme sono tutti nati da risposte a
problemi ascoltati sul territorio”.
Attualmente
don Ferdinando vive a El Paraiso, ma
è cappellano e professore di bioetica nell’Università
Cattolica di Danli, che dista 16 Km da El
Paraiso.
Ti è molto simile! Questa è la strada giusta. Anche qui da noi. Il cammino iniziato nella nostra unità pastorale lo dimostra.
RispondiElimina