Paolo
Cugini
Non
c’è nulla di puro. Non esiste un mondo dove tutto è bello e coerente. E’ la
realtà, e lo sappiamo bene, che è ibrida, mescolata, e dobbiamo abituarci a
questa mescolanza. La realtà è plurale, molteplice, si presente multiforme.
Cerchiamo di ingabbiarla, di precederla, di anticiparla con i nostri schemi
uniformi, ma non c’è nulla da fare. Appena apriamo gli occhi della vita e
facciamo i primi passi, entriamo in un mondo in cui è difficile distinguere i
colori, le sfumature. Difficoltà che cresce a dismisura man mano che passa il
tempo, quando iniziamo ad entrare nel mondo fatto dagli uomini e dalle donne,
un mondo che percepiamo essere non solo mescolato, ma contorto, ambiguo,
confuso. Sembra che lo facciano apposta; sembra che facciano tutto il possibile
per complicare ciò che è semplice, mescolare ciò che è molteplice, confondere
ciò che è plurale. Apprendere a convivere nella confusione senza perdersi, è
l’arte della vita. Riuscire a valorizzare ciò che s’incontra di buono nella
mescolanza delle cose, è sintomo di grande capacità di adattamento.
Il
dramma dei puri è proprio quello di non riuscire ad adeguarsi alla mescolanza
e, allora, passano tutta la vita a rincorrere il sogno di un mondo luminoso,
puro, senza sbavature. Per questo sono spesso arrabbiati con il mondo intero,
perché non sanno cedere, non vogliono pensare che non esista un pezzo di mondo
che non sia contaminato dalla stupidità e dall’ignoranza. Li vediamo, allora,
insoddisfatti, perché costantemente alla ricerca di un mondo che non esiste se
non nelle loro teste. Eppure, sono questi insoddisfatti, questi perenni
sognatori, questi puri, questi visionari, che rendono il mondo più bello per
tutti, perché ci mostrano degli sprazzi di luce, di quella realtà che
normalmente nella vita reale non riusciamo a vedere. Loro, i puri, la vedono e
la cercano: la esigono. La rincorrono in ogni momento della giornata. La
sognano di notte e la vogliono di giorno. Loro, i puri, non sanno stare fermi e
non conoscono rassegnazione: ci credono sempre e non ci mollano mai. Pur
vivendo nel presente, hanno visioni sul futuro. Hanno occhi penetranti che li
conducono continuamente in un’altra dimensione. Per questo, ad un certo punto,
confondono la realtà con la visione e ci rimangono male quando qualcuno glielo
fa notare. I puri, i sognatori, gli uomini e le donne abitate dalle visioni,
capiscono, ad un certo punto della vita, che dovranno viaggiare da soli e che
la solitudine sarà la dolce e amara compagna della vita.
Anche
Gesù non c’è riuscito. Ha protetto il suo gruppo di discepoli e discepole dalle
contaminazioni egoistiche e corrotte del mondo. Li aveva tenuti protetti dalle
contaminazioni negative degli uomini del tempio, dagli uomini del potere, dalle
sopraffazioni meschine degli uomini della politica e dell’economia. Che
cos’era, infatti, il gruppo di discepoli e discepole se non un pezzettino di
umanità incontaminato, puro, le cui logiche erano tutte all’insegna dell’amore,
dell’uguaglianza, del rispetto reciproco, dell’attenzione all’altro, vissuto in
uno spirito di apertura e di accoglienza, liberi dalle leggi ingiuste degli
uomini. Purtroppo, come sappiamo, il sogno di Gesù è durato tre anni. Nemmeno
Lui ci è riuscito. In ogni modo ci ha lasciato un grande insegnamento, vale a
dire, che non c’è prezzo al mondo che possa pagare la dignità umana. Ci ha
insegnato a vivere fino in fondo il proprio sogno, a non svendere al primo che
capita le proprie visioni, a non lasciarsi tramortire dall’arroganza feroce di
chi pensa solo a se stesso, di che pensa un mondo chiuso. Gesù ci ha insegnata
che la libertà dei figli e delle figlie di Dio ha un prezzo da pagare molto
alto in questo mondo di schiavi della materia, schiavi del dio denaro, schiavi
del potere, servi del proprio egoismo. Amare e abitare il sogno di un mondo
diverso, un mondo di giustizia e amore: è questa la grande eredità di Gesù e di
tutti i sognatori e visionari come lui. Ama e fa ciò che vuoi. Vivi amando e
ama vivendo: è questo il grande sogno di Gesù, che ha vissuto amando sino all’ultimo
respiro della sua vita.
Ci
sono spiriti liberi che non riescono a vivere in un mondo contaminato. Gesù era
uno di questi. C’è gente che non ce l’ha fa a vivere tappandosi il naso. Ha i
polmoni troppo fini; ha soprattutto voglia di respirare aria pura. E poi si sa
che quando uno si abitua a respirare aria viziata pensa e crede che l’aria sia
tutta così, che l’aria viziata sia l’aria e allora si adegua, non combatte per
poter respirare aria pura e, così, lentamente muore, in tutti i sensi. Arriva
persino a contrastare coloro che fanno di tutto per ripulire l’aria, per
aiutare tutti a respirare l’aria pulita. Gesù era uno di questi che non ci
mollava mai, che non accettava l’aria viziata degli uomini del tempio, che
viziavano la religione con le loro regole opportunistiche. Gesù ha trascorso l’adolescenza
e la gioventù ad ascoltare, a vedere e ad osservare attentamente il mondo degli
adulti e lentamente si è accorto che era un modo dominato dall’ipocrisia, dalla
falsità, della ricerca dei propri interessi. Gesù aveva capito che rimanere
fedeli ai propri sogni di un mondo fatto di giustizia, di un mondo plurale che
ti porta ad essere attento a tutti e ad accogliere tutti, non solo non paga, ma ti isola. E infatti,
sappiamo com’è andata finire quella storia esemplare che tutti i visionari del
mondo prendono come puto di riferimento: Gesù è morto da solo in croce, abbandonato
dai suoi, tradito da un suo discepolo, rinnegato da colui che aveva scelto come
capo del gruppo. Nonostante ciò, non si è arreso, non ha rinunciato alle
proprie visioni ma, proprio per questo, proprio per questa suo fedeltà assurda,
le ha rese possibili per tutti.
Grazie don Paolo per questo invio che ci chiama fuori dall'assuefazione ed accettazione passiva dei sistemi di offuscamento dela Vera Vita e Via che a Dio e' piaciuto rivelarci tramite il Suo Figlio Gesu'. Che sappiamo invocare quotiduanamente lo Spirito Santo che cidia la forza e la testimonianza di vivere coro contro corrente!
RispondiEliminaMolto toccante questa riflessione.Mi chiedo:viaggiare soli sulla strada che porta a Lui è un passaggio obbligatorio?Per chi accetta Gesù,per chi tenta di somigliare a Lui sognando e cercando di costruire un mondo di giustizia e di amore anche nel proprio piccolo,costringe sempre ad essere/trovarsi poi isolati?O siamo felici di assaporare quella solitudine che descrivi bene essere dolce e amara al tempo stesso per entrare in relazione intima col Padre?Come discepoli di oggi non calchiamo la stessa strada di chi ha voluto bene a Gesù e ne era suo contemporaneo?Con le loro debolezze erano insieme.
RispondiEliminaNel mio immaginario,forse troppo semplice e romantico,Gesù non muore solo,sono poche e pochi che lo seguono sulla via verso il Calvario per continuare a stargli accanto,sono poche e pochi sotto la Croce a guardarlo morire impotenti,ma ci sono.
Penso a Simone di Cirene e non riesco ad immaginarmelo costretto dai soldati a sostenere la Croce,immagino che si sia offerto di aiutare Gesù che aveva i minuti contati.Veronica gli asciuga il Volto dal sangue,dal sudore e dalle lacrime causati dalla flagellazione e dalla corona di spine,condivide con Lui quel dolore,forse è la stessa donna che fu guarita dall'emorragia grazie alla sua fede:"Se solo riuscirò a toccare il lembo del suo mantello sarò guarita"!
I Vangeli ci dicono che sotto la Croce ci sono le donne,forse di più di quante immaginiamo,c'è la Madre che il Figlio affida al discepolo amato,Giovanni,c'è la Maddalena... non sentono il suo dolore fisico ma lo guardano mentre gli conficcano i chiodi e lo insultano,loro vedono che continua ad amare,ama anche quando conversa coi due ladroni.C'è chi coglie i segni e si converte subito dopo la sua morte.Poi c'è un uomo coraggioso,una figura a me molto cara,Giuseppe d'Arimatea che,nonostante la cattiveria di chi lo ha messo in croce,ne chiede il corpo per la sepoltura e ne ha cura.
Gesù ci ha promesso la Resurrezione!la sua eredità è amare per un mondo diverso purificato dall'egoismo.
Maria e lo Spirito Santo ci aprano gli occhi perchè cogliamo gli sprazzi di Luce di coloro che incontriamo e ne facciamo tesoro e lavoriamo per essere sprazzi di Luce noi stessi per altri.
Grazie di cuore caro Paolo che con le tue riflessioni ci inviti ad approfondire la relazione con Dio.
Teresa