SAGRA DI REGIONA PACIS – REGGO EMILIA
VENERDI 25 MAGGIO 2018
Prof. Edi
Natali
Sintesi:
Paolo Cugini
Via:
è una delle parole chiave di Madeleine, perché la vita avviene nella strada.
Quali sono le caratteristiche del cristiano? Chi è il cristiano? La maggior
parte non si pone la domanda. Noi ci troviamo in un mondo indifferente.
Madeleine
vive in un ambiente ateo, anticlericale. “Il cristiano deve imparare a perdere
la fede del prestigio”: il cristiano non deve cercare il prestigio.
Annichilamento:
rinunciare a servirsi. Dobbiamo uscire da noi stessi. Rinunciare a ciò che noi
pensiamo, alle nostre giornate iper-organizzate per accogliere. Come cristiani
tendiamo ad incasellare tutto. Con questo sistema, diceva Madeleine, rischiamo
di non incontrare l’altro così com’è. Il cristiano non è il migliore degli
uomini e non ha bisogno di azioni eccezionali.
Dio
ha bisogno di un volume di sottomissione. Madeleine ricorre spesso alla parola:
obbedienza.
Il
cristiano è colui che parte alla ricerca di Dio senza una carta stradale.
Madeleine non indica un percorso. Dio si trova lungo il cammino e non alla
fine. La condizione del cristiano è una insicurezza vertiginosa.
Abramo
lascia la sicurezza per l’incertezza: insicurezza vertiginosa.
Qual
è la vocazione del cristiano? E’ la chiamata di Cristo che in tutti i tempi è
sempre precisa per ogni uomo. Ognuno di noi è interpellato dove si trova.
Gesù
è stato un uomo perfetto per essere perfettamente nella nostra vita. Gesù è in
tutte le vocazioni umane per questo Madeleine dice che non vuole essere
specializzata in nessuna specializzazione.
Essere
cristiano è non avere le giornate iper programmate. Essere chiamati dove ci si
trova e comprendere che Gesù abita in mezzo a noi, sotto le sembianze di chi è
nudo, affamato, straniero, senza rifugio.
Peregrinus
e il viator. Mentre l’homo
viator ha un messaggio da dare e una strada chiara da percorrere, il
peregrino è colui che va per agros,
cioè per i campi, a tastoni. Non c’è una strada segnata. La fede è provocata
dal contatto di chi non è credente. La fede non è intimismo. Il cristianesimo
di Madeleine Delbrel è lontanissimo dal moralismo. Per essere siamo figli e
questo ci rende fratelli e sorelle. Spesso facciamo del cristianesimo una
dottrina morale.
Madeleine
Delbrel desidera imitare Cristo e per questo non privilegia nessuna via
particolare. Cercare di avere un cuore capace di mettersi in ascolto, nei panni
dell’altro: sentire insieme.
Un
amore che non è mai spezzettato: Madeleine dice che non posso amare il fratello
se non amo Dio. Tutto quello che fai in orizzontale dev’essere una risposta al
contatto verticale. Chi commette l’ingiustizia anche lui ha bisogno della
nostra preghiera. Il cristiano non divide mai il mondo in buoni e cattivi,
perché il cattivo ha bisogno di redenzione.
Il
silenzio è anche ascoltare ed è fondamentale. Un prete che legge il Vangelo e
basta è sufficiente. Non dobbiamo mai smettere di ruminare il Vangelo.
Leggere
il Vangelo ed annunciarlo. Il Vangelo non può stare chiuso nelle aule
accademiche. Se la teologia non è preghiera non serve a niente.
La
precarietà è un elemento della vita. Nella sua comunità Madeleine dice di non
avere capitali per non creare sicurezze materiali. La povertà per Madeleine è
qualcosa di reale. La ricchezza è l’attaccamento. Posso essere povero ma
attaccato al poco che ho. Povertà è mancanza di attaccamento. Prima di tutto la
povertà mostrata dal Signore: la mancanza di potenza e la mancanza di cipiglio.
Avere la porta aperta. Sprofondare nella densità del mondo. Accoglienza
adorante di ciò che capita. Bisogna tuffarsi nel mistero.
Un
Dio infinitamente buono urta contro la sofferenza, la guerra, il male. Bisogna
andare tra gli uomini come a dei perdonati. Il cristiano va a parlare come
perdonato, non come innocenti. Riceviamo la fede come un dono che non è nostro.
Cercare
di accettare una gioia trafitta dalla croce. Quando possiamo soffrire e amare è
il massimo. Senza sofferenza ci sono solo ideali e non amore vero. Siamo
chiamati ad amare non nonostante il male, ma a causa del male. A causa del male
dobbiamo amare ancora di più.
Non
solo amare il prossimo come te stesso, ma come Cristo ti ha amato. Siamo
collaboratori alla redenzione.
La
preghiera non è semplicemente regolata da situazioni precise, ma anche dalle situazioni
della vita. Era una contemplativa attiva. Era molto impegnata, ma molto
contemplativa.
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