Reggio Emilia – maggio/giugno 2017
Paolo
Cugini
Anche
quest’anno gli amici della Lettura Popolare della Bibbia propongono alcuni
momenti di riflessione con Maria Soave Buscemi e Felice Tenero, che possiamo
considerare ormai persone di casa qui a Reggio Emilia. Abbiamo pensato a due
momenti specifici. Nel primo, affronteremo alcuni temi legati alla proposta
pastorale di papa Francesco, mentre nel secondo momento vogliamo proporre un
servizio a tutti coloro che desiderano divenire facilitatori di gruppi biblici
seguendo il metodo della Lettura Popolare della Bibbia. Papa Francesco ci sta
riportando nella chiesa del Concilio, vale a dire la chiesa Popolo di Dio,
quello stile di chiesa che riprende lo stile delle origini, fatto di
uguaglianza, fratellanza, sororità (è un termine caro a Soave per esprime la
fratellanza al femminile). All’interno della chiesa Popolo di Dio la sinodalità
diviene la modalità costante per il discernimento dei cammini pastorali da
mettere in atto nella comunità. Sinodalità che si fonda sia sull’uguaglianza
dei membri della comunità, che sull’ascolto di ogni persona, affinché le scelte
fatte siano il frutto di un discernimento condiviso, più che di un’imposizione
di qualcuno. La sinodalità come metodo di discernimento, chiama in causa, poi,
la ministerialità dei laici nella vita della chiesa. È senza dubbio, quello
della ministerialità, uno dei temi più sentiti e dibattuti nell’attuale contesto
ecclesiale, anche perché fa riferimento al tema della partecipazione dei laici
nella chiesa. Con Soave Buscemi e Felice Tenero parleremo di questi temi
facendoci aiutare dal metodo della Lettura Popolare della Bibbia, metodo già
presentato negli incontri degli anni passati. Vale la pena, comunque, proprio
per introdurre questa nuova tappa del nostro cammino, soffermarci un po' su
questo metodo, scoprirne l’origine e la struttura di fondo.
Il metodo di Lettura Popolare della
Bibbia, nasce negli anni ’70 del secolo scorso in America Latina e più
precisamente in Brasile. Il biblista brasiliano Carlos Mesters fu colui che,
lavorando pastoralmente con famiglie dei quartieri poveri, iniziò a elaborare
un metodo di lettura della Bibbia che aiutasse le persone a comprender non solo
il senso del loro cammino di fede, ma anche quello della comunità e del mondo
circostante. Il popolo, allora, stimolato dai problemi della realtà
(pre-testo), cerca una luce nella Bibbia (testo), che è letta e approfondita
nella comunità (con-testo). Il pre-testo e il con-testo determinano il “luogo” da dove si legge e interpreta il
testo. Questi tre elementi – pre-teto, testo e con-testo- sono i cardini
centrali del metodo della lettura popolare della Bibbia. Quando la Bibbia, la
comunità e la realtà sono interconnesse, la Parola di Dio diviene un rinforzo,
un motivo di speranza, di coraggio e aiuta a vincere pian piano la paura.
Mentre
gli esegeti interpretano il senso che il testo biblico ha in sé, per cercare di
salvare l’ortodossia, l’obiettivo dell’interpretazione biblica realizzata dai
poveri consiste nel percepire il significato del testo per la loro vita e che
cosa Dio dice per mezzo di questi testi. Di conseguenza la preoccupazione dei
poveri non è con l’ortodossia, ma con l’ortoprassi. Il metodo utilizzato dal
popolo non mette al primo posto la coerenza interna e neanche il raziocinio, ma
si avvicina di più al metodo delle libere associazioni delle idee. La gente
parla liberamente associando idee, testi, fatti e situazioni conforme sorgono
nel pensiero, senza che si veda necessariamente un nesso logico. Per non essere
errata, l’interpretazione della Bibbia deve integrare tre dimensioni: la vita
del popolo, la scienza esegetica, la fede della chiesa. Il testo non viene più
letto fine a sé stesso, ma come strumento dell’azione trasformatrice della
comunità. Il testo è la parola scritta nella Bibbia, il con-testo è la vita di
fede della comunità, che legge e interpreta il testo, e il pre-testo è la
realtà formata dalle situazioni, sociale, politica ed economica, nella quale la
comunità è inserita e dentro della quale legge il testo biblico. Ognuno di
questi criteri ha una sua funzione nella pratica dell’interpretazione biblica e
sono articolati fra di loro in modo dinamico. Il processo d’interpretazione può
iniziare da ognuno dei tre aspetti, dipende solo dalla situazione, dalla
storia, dalla cultura e dagli aspetti della comunità o del gruppo. L’importante
è non dimenticare nessuno dei tre criteri che insieme hanno in vista lo stesso
obiettivo: condurre il popolo a conoscere meglio la loro realtà presene e
ascoltare gli appelli di Dio dentro questa realtà. Il circolo biblico,
così inteso, non diviene un momento separato dalla vita per approfondire un
testo del passato ma, al contrario, diviene strumento per una migliore
inserzione nella realtà e nella vita presente. La mancanza di contributo del
pre-testo, corrompe il con-testo e fa in modo che il testo non riesca a
contribuire alla liberazione dei suoi lettori.
D’altro canto, se teniamo conto solamente
della conoscenza critica della realtà di oggi e non del testo biblico, la gente
può abbandonare la Bibbia come un libro che non serva a nulla.
Leggere
la Bibbia a partire dai poveri – sostiene
Mesters - esige che si scoprano e
analizzino le cause che generano la povertà, cause sociali, politiche,
economiche e ideologiche. Qui non si tratta di una lettura riduzionista della
Parola di Dio. Non si riduce nulla. Al contrario! Si aumenta l’angolo di
visione, includendo ciò che prima non era considerato. L’interpretazione smette
di essere spiritualista e alienata e passa ad illuminare l situazioni concrete
della vita del popolo.
Secondo Mesters, la ricerca e l’analisi
della realtà sono necessarie come elementi d’interpretazione della Parola di
Dio affinché le persone possano comprendere che le loro vite e del loro gruppo
non esistono e non possono esistere separate dalle altre persone e che non è
possibile trasformare la vita del gruppo senza che si attacchino le cause del
malessere che si trova nel mondo. Si comprende molto come una simile
impostazioni conduca lentamente e progressivamente a fare in modo che i
partecipanti del circolo biblico assumano una coscienza critica sulla realtà
circostante. È la comunità, il con-testo, il luogo dove avviene la lettura
della Bibbia. Il libro che s’interpreta è il libro della comunità; il
significato che si cerca è il significato della comunità; il compito da
interpretare è il compito della comunità. D’altronde, la stessa Bibbia è un
libro costruito in comunità. Se la comunità è il contesto nel quale avviene l’interpretazione del testo, ciò significa che i poveri sono il nuovo soggetto
ermeneutico (interpretativo). Per loro, solamente dentro la vita di sofferenza
e all’interno del cammino di liberazione, s’incontra la chiave della Bibbia che
può dare un nuovo supporto e un nuovo destino alla scienza esegetica Se la pratica dell’interpretazione della
Bibbia è comunitaria, ciò significa che tutte le persone partecipano
attivamente, e non solo gli specialisti, gli esegeti, i teologi, preti o
vescovi. Ogni persona della comunità apporta il proprio contributo affinché si
dia il processo d’interpretazione.
L’obiettivo dei percorsi di Lettura
Popolare della Bibbia, che stiamo proponendo da qualche anno, consiste
nell’aiutare le comunità cristiane e i circoli biblici, ad avere uno strumento
metodologico in grado di leggere la Parola di Dio, non come un documento del
passato, ma come luce che illumina la realtà presente. Vi aspettiamo.
Nessun commento:
Posta un commento