lunedì 13 giugno 2016

PRIME EUCARISTIE: IL FRUTTO DI SCELTE PASTORALI




Paolo Cugini


Con la domenica 29 di maggio, abbiamo concluso le prime eucaristie nelle cinque comunità dell’Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli. E’ giunto, allora il momento di fare qualche bilancio e proporre qualche riflessione. In primo luogo, abbiamo realizzato le prime comunioni in ogni comunità e non abbiamo riunito tutti i bambini in un’unica chiesa. Questa scelta è in linea con le scelte che stiamo realizzando all’interno del consiglio pastorale dell’Unità Pastorale, vale a dire di salvaguardare il cammino di ogni singola comunità e di vincere la tentazione dell’ammucchiata per facilitare le cose e guadagnare tempo. Senza dubbio durante questo primo anno di cammino insieme abbiamo attivato momenti comunitari, come le lectio di avvento, i coordinamenti per la pastorale giovanile, la catechesi e la Caritas, ecc. Abbiamo, però, soprattutto ascoltato il grido delle comunità, la loro storia, il loro cammino. La scelta è sulla linea di ciò che scrivevo il mese scorso, vale a dire che non è il prete che fa la comunità, ma il Signore. E allora, la grande sfida che è allo stesso tempo il grande obiettivo che abbiamo dinanzi in questo periodo di svolte pastorali è quello di non perdere il senso dell’orizzonte. Se è Cristo il centro di una comunità ciò significa che occorre fare di tutto affinché la comunità non perda la sua identità e che in questo nuovo cammino di chiesa, accetti di lasciarsi contaminare positivamente dai cammini delle altre comunità. 
Le prime eucaristie realizzate nelle cinque comunità hanno rappresentato il culmine di un percorso pensato dalla commissione catechesi dell’unità pastorale a partire dal mese di marzo dello scorso anno. Da uno stimolo educativo che mi era stato offerto durante un incontro con i responsabili scout di Reggio 4, abbiamo proposto una catechesi itinerante. Più che dire e spiegare che cos’è l’Eucarestia, abbiamo deciso di visitare dei posti dove l’eucarestia si vive quotidianamente e da lì procedere per la condivisione e la comprensione. Abbiamo poi chiesto a don Enrico Mazza di spiegarci il significato delle parole di Gesù pronunciate da Gesù nell’ultima cena. E’ sorto così il percorso di tre tappe rivolto a catechisti e genitori. Ascoltando don Enrico abbiamo capito che non sappiamo mai abbastanza sul mistero al quale partecipiamo tutte le domeniche. Mazza ha evidenziato, tra le altre cose, l’aspetto della comunione, delle relazioni nuove che devono sorgere tra coloro che partecipano al banchetto del Signore. Il “fate questo in memoria di me” non può essere appiattito nella ritualità o nel precetto, ma indica un cammino da compiere verso il Signore, per vivere come lui ha vissuto, per amare come lui ha amato. Tutto questo e altro è confluito nel giorno della celebrazione, che ha avuto una sintonia di stile nelle varie comunità, anche se ognuna poi l’ha vissuto e interpretata in modo diverso.
 La scelta di mettere i bambini attorno alla mensa – posta in mezzo alla chiesa – apparecchiata nell’ora dell’offertorio dai genitori con piatti e bicchieri, è stata molto di più di una scelta coreografica. Abbiamo voluto lasciare il segno di un momento di comunione, che è poi il significato che san Paolo sottolinea nelle sue lettere. Ci alimentiamo del Corpo del Signore, che ha portato giustizia pace e comunione in mezzo a noi, per poter essere anche noi strumenti di pace, Giustizia e comunione. Detto come sant’ Agostino diceva ai suoi ascoltatori: vivete ciò che ricevete.