PAPA FRANCESCO E LA RIFORMA DELLA CHIESA
VERONA – CUM 15 GIUGNO 2016
Relatore: Severino Dianich
Sintesi: Paolo Cugini
Riferimento alla storia. Elezione di
Giovanni XXIII. Analogie con l’elezione di papa Francesco.
Visione tradizionale della missione
che è giunta fino all’inizio del ‘900: tutti gli adulti non battezzati anno all’inferno.
Senza la grazia del battesimo nessuno sarebbe rimasto senza colpa.
Identificazione tra fede e cultura mediterranea. La cultura dei paesi cristiani
con la loro struttura civile e i loro ethos era da portare in gioco nei paesi
non cristiani. Salvezza comprendeva la plantatio ecclesia che diventava la
fonte del battesimo. Pur con questi condizionamenti il movimento missionario ha
avuto una presenza significativa. Tutto ciò ha potuto realizzarsi senza che si
toccasse il fondo teoretico. Il consolidarsi di una prassi di una società
intera che possa definirsi cristiana si era sostenuta originariamente che tutto
il mondo ormai la chiesa è presente (San Tommaso, sec. XIII d. C.). Ciò
dipendeva dalla scarsa conoscenza dell’Asia, delle Americhe e dell’Africa.
Le novità sono avvenute con la
scoperta delle Americhe, che hanno riproposto la spinta missionaria, con quella
impostazione teologica di cui si accennava sopra. L’idea di missione che si è
sviluppata è stata quella di una divisione del mondo in due: cristiani e non.
Obiettivo era cristianizzare il mondo. L’intreccio con la cultura ed economia
era indissolubile. Questo era il paradigma ecclesiologico. La formazione ai
ministeri avveniva in seminari distinti. La formazione incideva sul tipo di
spiritualità. Il prete diocesano non era missionario e non era interessato ad
esserlo.
I padri conciliari vedevano tutto
questo. Il Concilio dopo tante discussioni sembrò voler risolvere la questione riducendo
a 14 sezioni. Paolo VI sostenne la tesi ma fu bocciato dai padri. Ad Gentes è
il frutto di questo travaglio. Il popolo di Dio diviene il soggetto della
missione.
Come mai la spinta di papa Francesco
non trova accoglienza? Non possiamo dimenticare il nostro retaggio culturale ed
ecclesiale.
La chiesa in uscita non è una novità.
Padre Leone Dehon: uscire dalle sagrestie (1870).
1977: nuova coscienza della missione
(congresso ATI).
Dianich: chiesa estroversa (1978).
Si tratta di riprendere la
definizione della chiesa del Concilio. La chiesa non è un assoluto. La chiesa è
simile ad un sacramento che è relativo, perché è segno e strumento. Chiesa è
una realtà strumentale e non si può definire se non a cui è strumentale e cioè
nel suo rapporto con il mondo.
Nel 1968 si diceva che era necessario
chiudere le missioni. Alla stagione degli anni ’70 è seguito il periodo della
preoccupazione della bioetica. Si vuole difendere la societas cristiana.
Fenomeni nuovi:
1. Presenza crescente di cittadini di
altre religioni
2. presenza di cittadini di nessuna religione
3. Crescita numerica di abbandono della
fede nei paesi cristiani
4. Scollamento tra costume e morale
cattolica
5. Il matrimonio religioso è dimezzato
6. Anche il battesimo è sceso al 70%
Alcune esigenze:
Evangelizzare in Europa: che cosa
dignifica?
L’evangelizzazione deve fare i conti
in Europa con la storia della Chiesa. Anche nei paesi che non hanno una
tradizione cristiana, c’è una chiesa piantata: vescovi, preti, ecc.
Altro punto delicato: le culture
diverse della cultura occidentale hanno un futuro o no? Stiamo assistendo alla
vittoria della cultura ricca con le culture povere.
Papa Francesco punta ad una riforma
della chiesa con il concetto di evangelizzazione.
Il tema dell’evangelizzazione ci
guadagnerebbe se in questa articolazione si cogliesse il vero punto sorgivo di
tutta la missione e dell’esistenza della chiesa.
La parola non è eliminabile. Il cuore
della missione è che ci sia un credente e un non credente che comunicano tra di
loro e che venga comunicata la fede. Se questo avviene il cristianesimo ha un
futuro. Tutti gli aspetti della missione devono confrontarsi su questo punto.
Evangeli Gaudium ha presente questo
punto anche se non fa questo passaggio.
Spesso i nostri discorsi
presuppongono la fede e non la presentano.
Le nostre strutture portanti: è stato
un grave errore dei teologi di snobbare il diritto canonico. Occorre guardare
con molta attenzione alle strutture. La prima funzione del diritto è la difesa
dei più deboli. Quanto il codice ha recepito le idee del Concilio? I cammini
dei due percorsi della teologia e del diritto Canonico si sono scarsamente
incontrati.
L’evangelizzazione è prima di tutto
un evento interpersonale. La missione però non può essere lasciata solo all’iniziativa
delle singole persone.
Comunità di discepoli missionari. La
comunità porta la vita comunitaria. La comunità che esce porta le parole e la
trasmissione dell’esperienza di vita. Qui s’impone la questione della presenza
dei fedeli laici. Il coinvolgimento dei laici nella missione è qualcosa che
nasce dall’interno del cammino della chiesa.
L’esperienza cristiana sente l’esigenza
di essere portata dove non c’è. Per questo i carismi dei laici sono
fondamentali.
Come un’esperienza integrale di
chiesa può essere veramente cristiana? Problema del porsi nella società che sia
innovativa.