Paolo
Cugini
Mi piace vedere il nuovo
Papa così: montato su un asinello. Proprio come Gesù mentre entra in
Gerusalemme. È una fotografia che dice del nuovo Papa molto di più che il suo
curriculum accademico, o i compiti assunti nella Chiesa. C’è molta semplicità
che traspare da quell’immagine e della quale noi tutti ne abbiamo estremamente
bisogno.
È stata visibile la sua
emozione quando si è presentato davanti al popolo. Si vedeva che faceva fatica
a contenere l’emozione. C’è molta umanità in questi piccoli dettagli, ed è di
questo che il popolo di Dio ha bisogno: di umanità. Una persona che si emoziona
vuole dire che lascia spazio ai sentimenti, che nelle decisioni importanti non
farà riferimento solamente alle connessioni razionali di causa ed effetto, ma
ci sarà spazio per quello che proviene dal cuore e, in questo particolare
frangente della storia, non è poco.
Il nuovo Papa avrà
bisogno molto di questa sua umanità, per accompagnare un mondo devastato dagli
odi e dalle guerre, dal disprezzo nei confronti delle masse di poveri da parte
del ristretto gruppo di ricchi. Non saranno i suoi titoli di studio a fare la
differenza come guida spirituale di questo mondo travagliato, ma la pazienza,
la mansuetudine, la capacità empatica, la voglia di tessere un dialogo con
tutti. Il fatto che abbia parlato di ponti da costruire è una bella indicazione
di come intende accompagnare la Chiesa nelle dinamiche di un mondo
conflittuale, che costruisce muri, respinge chi cerca una vita migliore,
disprezza i poveri. La chiesa che costruisce ponti: mi sembra sia una bella
immagine che dice tante cose piene di speranza.
C’è stato un momento, nei
minuti in cui il nuovo Papa è stato annunciato al mondo, in cui si è crato un contrasto
stridente. Da una parte le grida scomposte, quasi da stadio, da tifosi
agguerriti della gente che era in piazza san Pietro, dall’altra il volto tirato
di un uomo emozionato che, guardando quel popolo così caloroso, sente tutto il
peso della responsabilità spirituale che gli è stata appena affidata. Forse,
più che di grida e di tifo da stadio, che ricordano tanto l’entrata di Gesù in Gerusalemme,
prima osannato e poi insultato, c’è bisogna di un po' di calma, di spiritualità
dell’attesa, quel tipo di spiritualità che sa accompagnare in silenzio gli
eventi della storia e della vita, cercando di non caricare troppo di aspettative
colui che ha appena assunto un incarico così importante.
Splendida riflessione che condivido pienamente 🙏
RispondiEliminaPreghiamo per lui e per noi suo popolo,grazie per la tua profonda riflessione .Teresa Quartani
RispondiEliminaLe tue parole serene fanno molto bene al cuore e alla mente. Condivido il messaggio. Grazie
RispondiEliminaCondivido la tua bella riflessione. Prego affinché riesca a rimanere se stesso, uomo poi Papa. Spero che il rinnovamento della chiesa continui, in tutti i campi. Grazie Paolo
RispondiEliminaIn attesa di comperare il tuo libro (venerdi) posso fare un paio di aggiunte ? Nei lunghi minuti prima di iniziare a parlare la dignità del presentarsi: eccomi ! dalla consapevolezza della sorpresa che aleggiava in tutti all'offrirsi completamente: "disarmato disarmante". Nella straordinarietà del nome scelto
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