lunedì 5 settembre 2022

LA PAURA DEL SILENZIO. LA PAURA DEL CAMBIAMENTO

 



Riflessioni esistenziali dopo gli esercizi spirituali

Paolo Cugini



Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si riturò in un luogo deserto e là pregava (Mc 1,35).

 

Come mai gli adulti fanno così fatica a stare in silenzio? È questa la domanda che è entrata nella mia mente durante le giornate degli esercizi spirituali. Mi ha colpito l’assenza di tante e tanti che alla domenica vedo in chiesa o che hanno assunto degli incarichi nella comunità. E allora perché non ci sono, come mai?

La classica scusa: non avevo tempo ero stanco, non funziona. Quasi tutti si sono presi una o due settimane di ferie, giustamente – ci mancherebbe – con la famiglia. Quindi non è un problema di tempo, anche perché per partecipare alla proposta integrale degli esercizi spirituali, basta prendersi una giornata di ferie, il venerdì, e sistemare un po' le cose per riuscire ad accompagnare integralmente la proposta. Del resto, vedo che quando teniamo a qualcosa ci facciamo in quattro per esserci. Ciò significa che il tempo ce l’abbiamo anche ma, allora, perché?

Credo che il problema sia nella paura del silenzio, non la paura dei bambini, ma degli adulti. Nel silenzio prolungato dalla coscienza emergono i fantasmi del passato, le situazioni negative che abbiamo schiacciato e che non vogliamo sentire, prendere in mano. Nel silenzio, soprattutto quando è guidato da spunti spirituali, viene fuori tutto: non c’è verso di schiacciare dentro. Entrare nel silenzio significa accettare di mettersi in gioco e, per questo molti, la maggior parte, preferiscono continuare così, lasciare nel pozzo della coscienza le cose negative del passato, quelle mai risolte e andare avanti, come se niente fosse.

Ma è possibile fare finta di niente? È possibile mentire a se stessi tutta la vita? È possibile continuare a stare male facendo finta di nulla, camminando per le strade della vita con il sorriso fuori e le macerie dentro?

Gesù è l’uomo che viene dal silenzio. La sua adolescenza e la sua giovinezza sono avvolte dal silenzio. Ha iniziato la vita adulta con quaranta giorni di deserto e lì, si sa, non c’è molta gente. Nei tre anni di attività pubblica cercava il silenzio come il pane. Appena poteva si allontanava dalla folla, cercava luoghi isolati, passando molto tempo in preghiera di notte, o all’alba. Chi ama il Padre ama il silenzio, lo cerca, lo bramo, non riesce farne a meno.

Il silenzio è il cammino dell’autenticità. Chi accetta la sfida di trascorre qualche giorno in silenzio, accompagnato da una guida, non potrà più farne a meno. È la scoperta della possibilità di vivere in modo autentico, di non avere più bisogno di nascondersi, di fingere di essere qualcuno che sappiamo non corrispondere alla nostra identità.

Il cristiano è l’uomo, la donna che viene dal silenzio, che abita la pace. 

1 commento:

  1. Carissimo Don è vero, non è facile stare a lungo nel silenzio. Si fa proprio fatica è non siamo abituati. Credo che occorra l'umiltà di starci nel silenzio, senza scoraggiarci; prima sperimenti la povertà, l'impotenza, la vulnerabilità, il limite, ma se sei fortunato emergono anche piccoli tesori che erano sepolti nella tua esperienza. Scopri che nella tua vita ci sono stati tanti piccoli doni, oltre alle prove, e questo riempe di un'immensa gratitudine che da nuova linfa alla tua vita. Grazie dal profondo del cuore. Marina

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