domenica 2 agosto 2015

SAGRE PARROCCHIALI: CHE ROBA E'?


IL PROCESSO DI MONDANIZZAZIONE DELLE FESTE PATRONALI NELLE PARROCCHIE

Paolo Cugini

Se qualcuno volesse capire bene che cosa significhi il processo di secolarizzazione ormai avviato da decenni nel mondo Occidentale e, soprattutto, la scristianizzazione di questa cultura, c’è a mio avviso un riferimento indiscutibile, un punto d’osservazione privilegiato, vale a dire la festa del patrono della parrocchia, le così dette sagre. Questa festa, come viene celebrata, il suo programma, le attività che vengono organizzate per festeggiare il Patrono sono la cartina di tornasole della vita di una comunità ecclesiale e, allo stesso tempo, la verifica del suo processo di secolarizzazione. E’, infatti, nei giorni della festa del Patrono che la comunità è riunita in tutti i suoi settori e generazioni e, così, ha modo di esprimere il meglio di sé, ciò in cui crede, i suoi valori, ciò per cui vale la pena essere cristiano e battezzarsi per entrare nella comunità. Leggendo il programma di queste sagre ci s’imbatte in una sorpresa: non si trova quasi nulla di religioso. Nelle programmazioni delle sagre troviamo cene, giochi per tutte le fasce d’età, intrattenimenti, musica, danze. Chi cercasse un riferimento a qualche evento religioso, probabilmente trova l’indicazione della messa festiva in onore al santo patrono, indicazione che spesso e volentieri si trova in fondo alla pagina, per non dare troppo nell’occhio e, soprattutto, non deturpare il volantino con qualcosa che sembra c’entrare poco o nulla. 

Mi colpisce questa constatazione perché la sagra, la festa del patrono, è per una parrocchia una festa profondamente religiosa, il momento nel quale la comunità cristiana si riunisce per fare memoria della propria storia, recuperare il valore evangelico della comunione, rinvigorire il senso del proprio cammino. Dovrebbe essere allora, più che in altre occasioni, il periodo in cui la parrocchia offre il meglio di sé, e questo meglio sta nello stile di vita che la identifica, quello stile che sgorga dal Vangelo, dalla persona straordinaria di Gesù Cristo, dal suo amore donato gratuitamente a tutti. Lo stile del Vangelo che una comunità abbraccia e nel quale s’identifica è segnato dalla proposta di Gesù, pietra d’inciampo, segno di profonda giustizia in un mondo ingiusto, schierato costantemente dalla parte dei deboli contro i potenti di questo mondo, alla ricerca costante della verità contro lo stile fatto d’inganni e di falsità tipico del mondo chiuso in se stesso; stile modellato nel servizio umile in un contesto dove tutti desiderano essere migliori degli altri. Festa della sagra come possibilità di riflettere su questo meraviglioso cammino, per rinvigorire i passi che spesso diventano deboli sotto il perso dei contrasti con un mondo che disprezza Dio e i suoi seguaci.

E invece no. Ci si trova nel giorno della sagra per mangiare, per raccogliere fondi per le opere parrocchiali, per organizzare tornei a tutti i livelli. Nelle sagre parrocchiali odierne avviene come nelle più classiche feste di paese: non c’è nessuna differenza. Vengono collocate soprattutto in estate, per sfruttare le ferie, il periodo estivo e, quindi, per attrarre più gente. Quanta più gente c’è meglio è. Non so se questo stile faccia rima con il Vangelo, ma è questo l’andazzo. Rimango veramente perplesso quando incontro nelle parrocchie ottime persone piegarsi in due per organizzare le mangiate della sagra, spostare tavoli, sedie, alzare tendoni, piedistalli, fare sacrifici per settimane: sforzi veramente encomiabili. Solo che quando chiedo a queste stesse persone di partecipare agli esercizi spirituali, tutte le scuse del mondo non sono sufficienti per scivolare via. Ciò significa che ormai si è identificato lo stare in parrocchia, la vita parrocchiale con le cose da fare, con le attività che, lentamente ma purtroppo inesorabilmente, stanno diventando sempre più mondane, manifestando un processo di secolarizzazione nono solo avvitato, ma ben affermato.


Mi chiedo: è possibile ritornare all’origine? E’ possibile riporre al centro Gesù, la sua Parola, la sua proposta, il suo modo di vivere? E’ possibile arrestare questo processo di mondanizzazione della parrocchia, che sembra produrre la scristianizzazione della nostra società, svuotandola dei valori cristiani, svuotamento prodotto dagli stessi cristiani, da coloro, cioè che dovrebbero essere il segno visibile nel mondo della presenza di Cristo? 

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