IDENTITA’
E CARATTERISTCHE DELLE COMUNITA’ ECCLESIALI DI BASE
Paolo Cugini
- Tentativo di definizione
Le
CEBs sono piccoli gruppi organizzati intorno alla parrocchia per iniziativa di
laici, preti o vescovi[1].
Una CEB non è né un movimento apostolico, né una
branca dell’azione pastorale, né una confraternita, né una pia associazione, né
un circolo di lavoro, né un gruppo di preghiera. Sotto certi aspetti, non
rappresenta nemmeno un’esperienza nuova e specifica. Per cogliere la realtà
delle CEBs, ci può essere utile la definizione ufficiale di Puebla e, in
seguito, analizzare le considerazioni di alcuni pensatori come Boff, Marins,
Betto, Comblin e, infine, sarà importante anche riportare la testimonianza di
alcuni agenti pastorali delle CEBs. Sena dubbio è stato il documento di Puebla
a dare delle CEBs una definizione ufficiale, che racchiude gli aspetti
essenziali di questa esperienza di chiesa:
“La
Comunità Ecclesiale di Base, in quanto comunità, unisce famiglie, giovani e
adulti. In intima relazione interpersonale nella fede; in quanto ecclesiale è
comunità di fede, speranza e carità; celebra la Parola di Dio e si nutre con
l’Eucaristia, culmine di tutti i sacramenti; realizza la Parola di Dio nella
vita per mezzo della solidarietà e dell’impegno nel comandamento nuovo del
Signore, e rende presente e attua la missione ecclesiale e la comunione
visibile con i legittimi pastori per mezzo del servizio di coordinatori
approvati. E’ di base perché costituita di pochi membri, in forma permanente e
a modo di cellula della più grande comunità”[2].
1.1. Cosa dicono i maggiori studiosi delle
CEBs?
Anche
la maggior parte degli autori, tutte le volte che cercano una definizione delle
CEBs, segue lo schema proposto da Puebla, affrontando il significato delle tre
parole (comunità. Ecclesiale, base) che designano il fenomeno ecclesiale in
questione.
José
Marins[3]
distingue le comunità dalle masse e dai gruppi. Una massa è costituita da
un numero illimitato di persone e, di conseguenza, la sua coesione è debole.
Suppone un’autorità forte e non esige che una partecipazione minima; inoltre la
sua durata è effimera. Al contrario una comunità è composta da un numero ristretto di partecipanti e la sua coesione
è forte. Suppone un’autorità condivisa e una partecipazione attiva di tutti.
Mentre il gruppo è per natura transitorio, specializzato, omogeneo e intimo,
una comunità, al contrario, è stabile, globale, pluralista e cerca l’amicizia
tra tutti i suoi membri, anche se conserva uno spazio di libertà per dei
rapporti più prossimi. José Marins sottolinea che il termine comunità non si
riduce al concetto sociologico, ma traduce il senso teologico della parola koinonia,
della comunità ecclesiale.
Il termine ecclesiale si riferisce alla
motivazione primaria dei membri delle CEBs, cioè la loro fede in Gesù Cristo e
al loro desiderio di vivere il suo progetto evangelico in comunione con la
chiesa locale e universale. La lettura e la meditazione comunitaria della
Parola di Dio sono il mezzo privilegiato per discernere il progetto fraterno e
liberatore di Gesù Cristo. In uno spirito profetico, l’impegno del membri delle
CEBs vicini ai più poveri è la concretizzazione della loro adesione a questo progetto. La loro fede è celebrata
durante l’Eucarestia e sulla base di molteplici espressioni della religiosità
popolare.
La
parola base è legata al carattere nucleare, familiare e popolare delle CEBs. In
questo contesto le persone possono vivere, approfondire e sviluppare la loro
esperienza cristiana. E’ il livello ecclesiale più prossimo al popolo semplice.
Qui si trovano in germe i diversi aspetti della chiesa di Cristo[4].
Clodovis
Boff[5]
ha sottolineato che, dal punto di vista teologico, è tutta la chiesa che è comunità. L’aspetto istituzionale è
secondario. Le CEBs come comunità formano un legame privilegiato dove la
comunione e la fraternità sono vissute. Esse
costituiscono una struttura minoritaria situata vicino alle altre. Le CEBs sono
capaci d’articolarsi in modo organico con le altre istanze ecclesiastiche. E’
questa una delle loro specificità, che spiega il perché siano state considerate
il motore centrale del nuovo modello di chiesa “comunione e partecipazione” o “chiesa popolo di Dio”. Le CEBs si caratterizzano da
una parte, quanto alla loro struttura, per la
forma comunitaria, dall’altra, quanto al loro spirito, per uno stile
partecipativo e impegnato.
Le
CEBs sono delle comunità ecclesiali perché in esse si trovano i tre elementi
fondamentali della chiesa: la vita di fede, i sacramenti
e la comunione fraterna e gerarchica. Il fatto che numerosi martiri siano
usciti dalle CEBs testimonia anche la solidità della loro vita spirituale ed
ecclesiale.
Boff utilizza il documento di Medellin per
sviluppare la denominazione di base delle CEBs. La CEB è la cellula prima e
fondamentale della chiesa, la fonte della
struttura della chiesa. Il termine base, in questo caso significa elementare,
cellulare e non popolare. Quando si organizzano in forma di rete, le CEBs
diventano la struttura cellulare di un nuovo modello di chiesa. Esse operano,
tuttavia, all’interno della struttura istituzionale del sistema ecclesiale[6].
Bartolomé Ruiz[7]
ha studiato in modo dettagliato il problema delle CEBs. Si è basato sugli studi
di Tonnies[8]
per tentare di approfondire gli aspetti sociologici e teologici della
denominazione comunitaria. Tonnies affermava che una comunità è un’associazione
costituita sulla base di legami interpersonali d’affettività, d’amicizia e di
confidenza. Si tratta di un’associazione di tipo
vitale e organico[9].
Al contrario, una società è un’associazione basata su una decisione razionale e
artificiale. In questo caso, si tratta di un’associazione libera, che presenta
obiettivi determinati. Dal punto di vista teologico la distinzione sociologica
tra comunità e società ha promosso la distinzione tra la chiesa istituzione e
la chiesa della base, tra la chiesa gerarchica e la chiesa popolo di Dio. La
valorizzazione della comunità ha messo in difficoltà, secondo Ruiz, la forma
istituzionale della chiesa. Le CEBs volevano credere in un nuovo tipo di
relazioni, dove la dimensione istituzionale sarebbe secondaria, una nuova forma
di socialità e di chiesa, dove le relazioni
interpersonali sarebbero l’elemento costitutivo. Per i teologi della
liberazione la chiesa di base costituisce una rottura, un vero e proprio
superamento della chiesa società. Per la teologia ufficiale e per la gran parte
della gerarchia, le CEBs significano una forma nuova di funzionamento delle
vecchie strutture parrocchiali e diocesane. Secondo Ruiz questo conflitto è
anche un conflitto di potere, perché colui che controlla l’immaginario di un
gruppo ne controlla anche l’azione. Per Ruiz questo processo di costruzione
d’identità delle CEBs, condensato nei tre concetti di comunità,
ecclesiale e base, è un paradigma che permette ugualmente di comprendere
l’identità di altri gruppi sociali che si costruiscono sulla base dell’interazione
tra il simbolico e il reale[10].
1.2. La parola ai protagonisti
Ci
sembra importante, in un percorso che tenta di ricostruire storicamente la
nascita dell’esperienza delle CEBs, indicandone anche i significati oltre che
le principali caratteristiche, dare voce ad alcuni protagonisti, permettendo
così l’espressione di quella base, così importante nell’esperienza di Chiesa, che stiamo tentando di descrivere.
Una
CEB del quartiere Rangel a Joao Pessoa, nello Stato Paraiba, ha fatto la
descrizione delle proprie riunioni in questo modo:
“La CEB si riunisce ogni settimana per
valutare i propri lavori e per studiare il Vangelo, applicandolo alla vita
quotidiana. Anche i giovani e i bambini hanno i loro incontri settimanali. A
volte ci riuniamo tra le comunità vicine per favorire l’unione e la vita
comunitaria. Sono stati realizzati dei corsi sulla creatività, l’iniziazione
cristiana, l’azione comunitaria e la dinamica di gruppo. Sono previsti dei
percorsi formativi bimenstrali specifici per gli uomini, in vista del loro
impegno nella promozione del bene comune. Un piccolo giornale comunitario è
diffuso mensilmente, con la collaborazione degli adulti e, soprattutto dei
giovani”[11].
Anche
le CEBs de Volta Redonda, nello Stato di Rio de Janiero, seguono uno schema di
riunione simile.
“La gente si riunisce una volta alla
settimana in diversi luoghi del quartiere in gruppi di venti o trenta
partecipanti. La coordinazione generale delle
comunità invia il materiale per guidare gli incontri. Si parte da un fatto
reale della vita locale che suscita delle
discussioni che cercano di comprendere la situazione e le sue cause. In seguito
viene proposta una lettura della Bibbia accompagnata da altre domande per
tentare di cogliere il progetto di Dio. Infine, cerchiamo assieme delle piste
d’azione per affrontare le sfide del presente”[12].
Altra
testimonianza significativa è quella di una CEB della zona rurale di Tanque do
Chao, nell’interno del Nordest brasiliano:
“Le nostre riunioni hanno luogo al sabato o
alla domenica e comprendono dei canti, delle preghiere, la lettura del Vangelo
e la riflessione su ciò che ascoltiamo. In seguito verifichiamo i servizi
assunti dalla comunità, cercando di capire che cosa dobbiamo fare. Ciascuno
parla dei propri bisogni e offre suggerimenti per il lavoro comunitario. Non
abbiamo mai una settimana senza lavoro comunitario. Tutti vedono molto bene il
legame tra lavoro e vangelo. Il dirigente della riunione prepara il testo
evangelico secondo l’orientamento della parrocchia”[13].
I
700 delegati delle CEBs della regione Ovest della CNBB riuniti a Miranda nel
Mato Grosso, nell’ottobre 2001, presentavano le CEBs come un cammino
comunitario centrato sulla Parola di Dio, l’eucarestia e l’impegno per la
trasformazione della società a partire dai poveri e dagli esclusi.
Sottolineavano, soprattutto, l’importanza di aiutare la chiesa con la loro
missione. Obiettivo di questo cammino consiste nell’assimilare quella
spiritualità e quella mistica che riesce ad attingere la società per imprimere
cambiamenti significativi nell’ordine della giustizia e della pace. L’unione
tra la preghiera e la lotta corrisponde al modo specifico delle CEBs di vivere
l’esperienza della fede[14].
[1] Cfr. F. BETTO, O que è a comunidade
eclesial de base, p. 7
[2] Documento finale del CELAM a
Puebla, n 641.
[3] J. MARINS, Las comunidades
eclesiales de base em Puebla, in EQUIPO SELADOC, Puebla, Salamanque, 1981 p. 209-222.
[4]Cfr.
Ivi, p. 213.
[5] C. BOFF, Estatuto
eclesiologico das CEBs, in: Y. LESBAUPIN, As CEBs em questao, Paulinas, San
Paolo 1997, p. 178-184
[6] Cfr. Ivi, p. 181
[7] C.M.B. RUIZ, A força transformadora
social e simbolica das CEBs, Vozes, Petropolis 1997
[8]Cfr. F. TONNIES, Comunità e società, Laterza, Bari
2011
[9] Cfr. Ivi, p. 73s
[10] Cfr. B.RUIZ, A Força transformadora
social e simbolica das CEBs, cit. p. 93-107.
[11]
Testimonianza che si trova in SEDOC, n 7/81 1975, col. 1115.
[12]
In SEDOC 9/96, 1976, COL. 547-548.
[13]
In SEDOC, 11/115, 1978, COL. 277.
[14] Cfr. Carta às comunidades – 3
encontro ds CEBs do regional Oeste 1.
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