lunedì 20 febbraio 2017

CONVERSIONE COMUNITARIA




Paolo Cugini


Ogni anno la quaresima ci permette di compiere nuovi passi nella direzione del Signore. Le letture proclamate, le occasioni di ritiri spirituali, di Lectio e altri momenti spirituali, ci consentono di rivedere le nostre scelte affinché la nostra vita sia sempre più aderente alla volontà del Signore. Ogni quaresima è, per certi aspetti, un nuovo inizio, un nuovo ritorno alle origini, per ritornare da dove eravamo partiti. Siamo tutti nati dal battesimo, dall’immersione nella vita di Cristo.

San Paolo, a proposito del battesimo, ci ricorda che: noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo” (1 Cor 12,13). È un’affermazione che Paolo pone all’inizio dell’argomentazione della Chiesa come un corpo nel quale tutti hanno posto e un ruolo. L’idea di Paolo è che il corpo, che è la Chiesa, vive nella misura in cui tutti i membri vivono conforme al dono ricevuto. I battezzati sono chiamati a formare il corpo di Cristo, a rendere visibile nel mondo lo stile di Gesù. Questa idea è ben differente da quella che ci siamo fatti, vale a dire, di un sacramento che riceviamo come un dato sociale, come qualcosa che bisogna avere per fare in modo che qualcuno non si senta diverso dagli altri. Seguendo la logica del discorso di Paolo, il sacramento del Battesimo andrebbe celebrato all’interno della vita della comunità, per fare in modo che sia visibile il senso comunitario del sacramento.

Recuperare la dimensione comunitaria del Battesimo comporta tutta una serie di attenzioni, che potrebbero aiutarci nel cammino di conversione di questa quaresima. Se il Battesimo è intrinsecamente legato alla comunità, allora, dovremmo prestare maggior attenzione a come viviamo l’eucarestia domenicale. È poco evangelico e molto mondano “prendere” la messa dove ci fa più comodo e all’orario che più è consono ai nostri impegni. Per chi ragiona in questo modo è palese che la messa sia vista come un dovere di secondaria importanza, da collocare dopo le cose primarie. Coloro che hanno assunto un impegno nella comunità – catechisti, educatori, ministri dell’Eucaristia, ecc. – non dovrebbero essere assenti alla messa domenicale della comunità. È, infatti, attorno al banchetto eucaristico che la comunità trova e plasma la sua identità, il senso della propria direzione. È nella messa della comunità che le persone hanno la possibilità d’incontrarsi, di ascoltare la stessa Parola, di manifestare la propria fede, di costruire assieme quel Copro al quale appartengono in virtù del Battesimo. Come l’anima ha bisogno del corpo per esprime ciò che sente, così la Chiesa ha bisogno dei suoi membri per crescere e rendere visibile l’amore che la anima.

Durante questa quaresima siamo invitati ad un cammino di conversione comunitaria, che dovrà mettere in discussione anche le nostre abitudini. Conversione da un modo individualista di considerare la fede, per camminare insieme verso uno stile più comunitario, più conforme allo stile vissuto e insegnato da Gesù. Dalla comunità eucaristica è più facile comprendere il senso di una vita spesa per gli altri, una vita donata per amore; è più facile comprendere il motivo di scelte radicali, di scelte che vanno nella direzione del dono totale di sé. Fino a quando rimarremo chiusi nei nostri gusci, difficilmente sapremo compiere dei passi verso gli altri, dei passi nascosti, senza il bisogno di riflettori. Fino a quando gestiamo la nostra fede come gestiamo qualsiasi cosa della nostra vita, difficilmente sapremo apprezzare ciò che Dio ci vuole mostrare attraverso la vita comunitaria. Quaresima vuole dire anche questo: scoprire l’evidenza nascosta dalle nostre abitudini erronee.   

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