giovedì 23 febbraio 2017

NUOVE GENERAZIONI IN CERCA DI ALTRE GENERATIVITA'


SINTESI




Ragionamenti verso il secondo appuntamento «Cose da fare con i giovani»
ROVERETO 24-25 FEBBRAIO 2017

a cura di Andrea Marchesi Michele Marmo Franco Flori

Sintesi: Paolo Cugini


1. Traiettorie.
a.       La prima traiettoria indica il passaggio dall’analisi dei bisogni all’ascolto dei desideri. Si tratta dell’invito urgente a congedare ogni pretesa di conoscere la condizione dei giovani e i loro bisogni, per mettersi in una posizione curiosa di ascolto nei confronti di chi è un soggetto in formazione, in ricerca, spesso portatore sano di desideri.
b.       La seconda traiettoria suggerisce un passaggio dallo sguardo postumo ancorato al passato a un’attenzione al presente, alla prefigurazione nel presente dei segnali di futuro. La posta in gioco è la possibilità di alimentare la capacità di prefigurazione di scenari altri, riconoscendo ciò che è già eppure non è ancora pensato, resistendo all’omologazione, al pensiero unico, all’assenza di alternative.

c.       La terza traiettoria entra nel merito delle proposte e raccomanda il passaggio dalla fiction alla presa sulla realtà.

2. Le condizioni per inediti sguardi Dire semplicemente che dobbiamo cambiare sguardo rischia di essere un’ingiunzione paradossale. Non si cambia sguardo semplicemente decidendolo, con un atto di volontà, guardandosi una mattina allo specchio e decidendo che da oggi in poi si assumono nuove lenti per interpretare la realtà

a.       La prima condizione che può facilitare il cambiamento di approccio è lo sconfinamento. Si tratta di confrontarsi con altri mondi, altri saperi, altri contesti, lasciando i perimetri dei servizi sociali e delle politiche giovanili, per uscire di casa, disporsi a incontri inattesi, al confronto con altri linguaggi.
b.       La seconda condizione investe la disponibilità alla contaminazione e all’ibridazione. È un movimento di apertura dei propri spazi, progetti e servizi all’incontro inatteso con altre competenze e risorse che si muovono sul territorio, provando a sperimentare forme di collaborazione attorno a un problema comune.

c.       La terza condizione è di ordine culturale e formativo e riguarda la necessità di nutrire il proprio sguardo attraverso la ricerca della bellezza e delle domande di senso, cercando – in questa direzione – alleanza con chi è sintonizzato su questo stesso piano di ricerca, selezionando incontri con testimoni autorevoli del nostro tempo, frequentando proposte culturali, artistiche, spirituali con le quali interagire insieme ai giovani con i quali si intende operare.

3. Costellazioni tematiche che possono risultare particolarmente in grado di generare una riflessione che dalla particolarità delle esperienze ci può consegnare spunti e significati più generalizzabili.

a.       La prima riguarda due categorie rilevanti nel dibattito antropologico contemporaneo: la capacitazione da una parte e l’aspirazione, la capacità di aspirare dall’altra. Sappiamo, grazie al contributo di Appadurai, che la capacità di aspirare è quella competenza culturale che rintraccia il futuro nel quotidiano, prendendo forma, nella prassi, attraverso la ricerca di soluzioni possibili ai problemi concreti che investono la vita dei soggetti.

b.       La seconda è la costellazione che comprende le nuove frontiere della collaborazione e della condivisone. Proveremo a sfogliare questi termini nelle loro inevitabili ambivalenze, cercando di capire cosa significhi oggi collaborare e condividere e come queste pratiche stiano, per certi aspetti, mettendo in discussione i confini, le appartenenze, le delimitazioni di campo: tra formazione e lavoro, tra gioco e impegno, tra gruppalità e individualità, tra solidarietà e competizione, ad esempio.

c.       La terza costellazione si addensa attorno alle retoriche della generatività. Proveremo a capire quali contesti e quali modalità esperienziali risultano maggiormente generativi, ovvero capaci di generare cambiamenti, impatti, trasformazioni che investono sia i soggetti che ne sono coinvolti come protagonisti, sia gli ambienti sociali che ne sono attraversati.

4. Snodi e dubbi nel cambiamento di sguardo.
a.       Il primo punto investe la questione della disparità, delle diseguaglianze, dei veri e propri solchi che si stanno aprendo nella società e quindi anche – e forse in forme ancora più accentuate – all’interno dei mondi giovanili. Dare attenzione ai movimenti, alle forme più creative e generative che caratterizzano i mondi giovanili, non può farci dimenticare la diseguale distribuzione delle vulnerabilità che ci caratterizza.

b.       il secondo punto di attenzione riguarda il rapporto tra innovazione e inclusione: come e se diventa possibile innovare le pratiche di inclusione – tornando a interrogare il significato possibile dell’essere inclusi oggi – così come interrogarsi sulla possibilità che nell’innovazione trovi spazio la capacità di inclusione, il coinvolgimento di chi ha meno voce e meno strumenti per accedere a contesti capacitanti. Si tratta di provare a comprendere come non fermare una sana tensione all’innovazione che abbia con sé la capacità e gli strumenti di «garanzia» tali da permettere di tenere il passo anche a chi è più distante, più lontano, con meno possibilità

c.       Terzo punto di attenzione riguarda la relazione tra eredità e prefigurazione.

5. tagli tematici, ovvero questioni non rinunciabili per lavorare ancora con i giovani.
a.       In prima istanza troviamo i luoghi che ci sembra stiano tornando a essere una presenza cruciale.

b.       La seconda focalizzazione riguarda specificamente il cambiamento che investe il modo di apprendere e di produrre sapere, proprio con particolare riferimento al rapporto tra esperienza e conoscenza.


c.       Una terza focalizzazione coinvolge un aspetto che appare sempre meno presente nelle rappresentazioni sociali dominanti e nel campo di visibilità: l’impegno politico, l’agire sociale.

Nessun commento:

Posta un commento