SINTESI
Ragionamenti verso il secondo appuntamento
«Cose da fare con i giovani»
ROVERETO 24-25 FEBBRAIO 2017
a cura di Andrea
Marchesi Michele Marmo Franco Flori
Sintesi: Paolo Cugini
1. Traiettorie.
a.
La prima traiettoria
indica il passaggio dall’analisi dei bisogni all’ascolto dei desideri. Si
tratta dell’invito urgente a congedare ogni pretesa di conoscere la condizione
dei giovani e i loro bisogni, per mettersi in una posizione curiosa di ascolto
nei confronti di chi è un soggetto in formazione, in ricerca, spesso portatore
sano di desideri.
b.
La
seconda traiettoria suggerisce un passaggio dallo sguardo postumo ancorato
al passato a un’attenzione al presente, alla prefigurazione nel presente dei
segnali di futuro. La posta in gioco è la possibilità di alimentare la capacità
di prefigurazione di scenari altri, riconoscendo ciò che è già eppure non è
ancora pensato, resistendo all’omologazione, al pensiero unico, all’assenza di
alternative.
c.
La terza
traiettoria entra nel merito delle proposte e raccomanda il passaggio dalla
fiction alla presa sulla realtà.
2. Le condizioni per inediti sguardi
Dire semplicemente che dobbiamo cambiare sguardo rischia di essere
un’ingiunzione paradossale. Non si cambia sguardo semplicemente decidendolo,
con un atto di volontà, guardandosi una mattina allo specchio e decidendo che
da oggi in poi si assumono nuove lenti per interpretare la realtà
a.
La prima
condizione che può facilitare il cambiamento di approccio è lo
sconfinamento. Si tratta di confrontarsi con altri mondi, altri saperi, altri
contesti, lasciando i perimetri dei servizi sociali e delle politiche
giovanili, per uscire di casa, disporsi a incontri inattesi, al confronto con
altri linguaggi.
b.
La
seconda condizione investe la disponibilità alla contaminazione e
all’ibridazione. È un movimento di apertura dei propri spazi, progetti e
servizi all’incontro inatteso con altre competenze e risorse che si muovono sul
territorio, provando a sperimentare forme di collaborazione attorno a un
problema comune.
c.
La terza
condizione è di ordine culturale e formativo e riguarda la necessità di
nutrire il proprio sguardo attraverso la ricerca della bellezza e delle domande
di senso, cercando – in questa direzione – alleanza con chi è sintonizzato su
questo stesso piano di ricerca, selezionando incontri con testimoni autorevoli
del nostro tempo, frequentando proposte culturali, artistiche, spirituali con
le quali interagire insieme ai giovani con i quali si intende operare.
3. Costellazioni tematiche che possono
risultare particolarmente in grado di generare una riflessione che dalla
particolarità delle esperienze ci può consegnare spunti e significati più
generalizzabili.
a.
La prima
riguarda due categorie rilevanti nel
dibattito antropologico contemporaneo: la capacitazione da una parte e
l’aspirazione, la capacità di aspirare dall’altra. Sappiamo, grazie al
contributo di Appadurai, che la capacità di aspirare è quella competenza
culturale che rintraccia il futuro nel quotidiano, prendendo forma, nella
prassi, attraverso la ricerca di soluzioni possibili ai problemi concreti che
investono la vita dei soggetti.
b.
La
seconda è la costellazione che comprende le nuove frontiere della
collaborazione e della condivisone. Proveremo a sfogliare questi termini
nelle loro inevitabili ambivalenze, cercando di capire cosa significhi oggi
collaborare e condividere e come queste pratiche stiano, per certi aspetti,
mettendo in discussione i confini, le appartenenze, le delimitazioni di campo:
tra formazione e lavoro, tra gioco e impegno, tra gruppalità e individualità,
tra solidarietà e competizione, ad esempio.
c.
La terza
costellazione si addensa attorno alle retoriche della generatività.
Proveremo a capire quali contesti e quali modalità esperienziali risultano maggiormente
generativi, ovvero capaci di generare cambiamenti, impatti, trasformazioni che
investono sia i soggetti che ne sono coinvolti come protagonisti, sia gli
ambienti sociali che ne sono attraversati.
4. Snodi e dubbi nel cambiamento di
sguardo.
a.
Il primo
punto investe la questione della disparità, delle diseguaglianze, dei veri
e propri solchi che si stanno aprendo nella società e quindi anche – e forse in
forme ancora più accentuate – all’interno dei mondi giovanili. Dare attenzione
ai movimenti, alle forme più creative e generative che caratterizzano i mondi
giovanili, non può farci dimenticare la diseguale distribuzione delle
vulnerabilità che ci caratterizza.
b.
il
secondo punto di attenzione riguarda il rapporto tra innovazione e inclusione:
come e se diventa possibile innovare le pratiche di inclusione – tornando a
interrogare il significato possibile dell’essere inclusi oggi – così come
interrogarsi sulla possibilità che nell’innovazione trovi spazio la capacità di
inclusione, il coinvolgimento di chi ha meno voce e meno strumenti per accedere
a contesti capacitanti. Si tratta di provare a comprendere come non fermare una
sana tensione all’innovazione che abbia con sé la capacità e gli strumenti di
«garanzia» tali da permettere di tenere il passo anche a chi è più distante,
più lontano, con meno possibilità
c.
Terzo
punto di attenzione riguarda la relazione tra eredità e prefigurazione.
5. tagli tematici, ovvero questioni non
rinunciabili per lavorare ancora con i giovani.
a.
In prima
istanza troviamo i luoghi che ci sembra stiano tornando a essere una presenza
cruciale.
b.
La
seconda focalizzazione riguarda specificamente il cambiamento che investe
il modo di apprendere e di produrre sapere, proprio con particolare riferimento
al rapporto tra esperienza e conoscenza.
c.
Una terza
focalizzazione coinvolge un aspetto che appare sempre meno presente nelle
rappresentazioni sociali dominanti e nel campo di visibilità: l’impegno
politico, l’agire sociale.
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