Paolo Cugini
Bisogna avere il coraggio di
ascoltarlo, senza sotterfugi, senza riempimenti di significati, senza voler a
tutti i costi edulcorarlo. Perché non si può zuccherare quello che dolce non è,
non si può sorridere nel giorno più triste dell’anno: il sabato santo. Che
cosa, poi, di santo abbia questo giorno così orrendo non l’ho mai capito. Come
si fa, infatti, a chiamare santo il giorno più vuoto di tutti, il giorno del
non senso assoluto, il giorno nel quale tutta l’umanità è rimasta senza fiato,
con il fiato sospeso. Perché tutta l’umanità quel giorno si è alzata senza
sapere a chi pregare, senza poter rivolgere la preghiera a nessun Dio, perché Dio
era morto il giorno prima, barbaramente assassinato. E non si può sempre
giocare a far finta di niente, a non voler vedere, a non voler ascoltare. Ci mancano
delle donne come Maria Maddalena che sanno piangere per il suo maestro morto,
che sa soffrire intensamente senza finta, senza nascondere niente: questo sì
che è amore. Quell’amore che sgorga dal cuore e non dal calcolo, quell’amore
che è passione pura e non razionalità controllata, che calcola, che sa fare dei
calcoli persino con i sentimenti. E non si può far finta di niente e correre
subito alla domenica, non si può passare sopra a questo giorno tremendo perché si
ha paura del buio e fare finta che non sia successo nulla; non si può tapparsi
gli occhi e le orecchie per dirigersi subito alla domenica mattina.
Soprattutto, però, non si può anticipare la domenica di resurrezione al sabato
mattina, come avviene purtroppo spesso e volentieri in certe chiese, che
iniziano a preparare gli addobbi della domenica, come se il sabato del grande
silenzio non esistesse. Che mancanza di rispetto!
Ci vuole silenzio per ascoltare il
nulla, per capire che cosa sarebbe il mondo senza un senso e cioè, senza un Dio.
Il vuoto deve poter penetrare il cuore dell’uomo e la coscienza della donna per
lo meno una volta nella vita, per aver poi la possibilità di soppesare tutte
quelle ideologie che altro non sono che dei vuoti camuffati, ai quali ci
aggrappiamo per non morire di asfissia. Costretti ad inventarci dei
significati, quando si vede lontano due chilometri che non c’è nessun
significato, che ci stiamo arrampicando sugli specchi, che stiamo parlando al
vento e non abbiamo il coraggio di tacere per paura di sentire il vuoto, di
essere penetrati dal nulla. E’ questo il significato del sabato santo, che è
santo proprio per questo, perché ci permette di toccare con mano la cenere
della nostra vita, il niente dei nostri progetti senza Dio.
Stare appesi nel vuoto, perlomeno una
volta nella vita, può essere di grande aiuto per capire a chi e a che cosa la
stiamo attaccando la nostra vita, a chi ci stiamo appendendo. Fiumi quotidiani
di inutili parole per abbellire ciò che per natura è brutto, ciò che ci sta
uscendo male, che non ha una forma, perché non può avere nessuna forma, per il
fatto che gliela stiamo dando noi e basta. Basterebbe avere il coraggio un
giorno di girare i luoghi dove avvengono gli incontri tra gli adulti,
bisognerebbe cioè perlomeno una volta nella vita stare in un bar per più di due
ore, dal fornaio, al mercato e ascoltare, prestare attenzione, aprire bene le
orecchie su ciò che si dice, sul nulla di cui si discorre per ore e ore.
Parliamo di ciò che siamo e di ciò che facciamo, dove il fare è costretto a
sostituire il niente del nostro essere. Per questo facciamo fatica a stare in
silenzio il sabato santo, facciamo fatica a cogliere la profondità del vuoto
creato dall’assenza di Dio nel mondo, perché quel vuoto, quel silenzio è
rivelatore, quel vuoto di quel giorno tremendo rivela il vuoto che abbiamo dentro
e che coltiviamo lentamente in ogni momento della nostra giornata. Perché la
vita non ha un senso esterno, non ha dei significati che possiamo prendere dall’esterno,
perché ogni significato attribuito dall’esterno o elaborato dalla nostra mente
non corrisponde alla realtà delle cose ed è quindi pura ideologia e l’ideologia
è una finzione, una forzatura, un non senso camuffato con del senso. Per questo
l’ideologia non ci riempie, perché è falsa ed ogni falsità ci porta lontani
dalla realtà e più aumenta la distanza dalla realtà, aumenta allo stesso tempo
la distanza con la verità. E così rimaniamo dentro questo processo ideologico
che con il tempo ci svuota, ci rende falsi, ci fa giocare continuamente di
anticipo, perché non siamo più in grado, non riusciamo più a cogliere l’istante, il
vero, l’autentico. Il significato delle cose viene da dentro il mondo, da dentro
l’uomo, dal suo cuore. Lo cogliamo quando stiamo in silenzio, quando entriamo
in noi stessi, percepiamo in questi momenti che il senso della vita, il senso
profondo dell’esistenza non può venire dalla materia, non può essere qualcosa
di materiale, di temporale, di accidentale.
Dev’esserci qualcosa d’altro, di più
duraturo, di più vero e profondo. Forse è questo uno dei doni più profondi del
giorno tremendo, di quel giorno carico di disperazione che è il sabato santo. E’,
infatti, in questo giorno che possiamo toccare con mano il niente della
materia, il nulla di tutti i pensieri vuoti quando sono dettati dalla fretta di
riempire di significati ciò che significato non ha. E’ in questo giorno
tremendo che scopriamo la nostalgia di Dio, il desiderio del suo amore, la
bellezza dello stare con Lui, il significato che Lui e solo Lui può dare alla
vita in tutti i suoi aspetti. E’ dal giorno tremendo del sabato santo che,
verso il tramonto, possiamo scorgere la luce radiosa dell’alba della domenica,
del giorno più radioso e luminoso dell’anno: la domenica della risurrezione del
Signore.
Confrontarsi con il silenzio è terribile! Accettare il sabato santo lo è altrettanto ma, come tu stesso hai detto, ci è necessario per dare il giusto peso alle nostre esistenze e alle nostre scelte. Sappiamo quanto ci manca Dio solo nel giorno in cui Lui si ritrae....
RispondiEliminaIl Silenzio è duro! La riflessione che ci proponi è dura ma è vera e in questi giorni di quarantena Abbiamo l'occasione per identificare il superfluo, ascoltare il Silenzio per poi ricercare Dio (che si lascia trovare sempre).
RispondiEliminaPer me il Silenzio può essere orribile ma può essere anche contemplazione. Oggi concordo con te: è orribile! Arriverà domani e tutto sarà gioia!
Grazie Paolo!