Paolo
Cugini
In
questi primi mesi della missione a Manaus, capitale dello Stato dell’Amazzonia,
incontrando per le strade del quartiere in cui vivo, che si chiama Compensa,
oltre alle comunità cattoliche che accompagno, tantissime chiese evangeliche,
penso che nessuno o quasi nel popolo brasiliano sia senza religione. Anche
coloro che, infatti, non frequentano una chiesa specifica, esprimono una fede
in Dio. Questo dato mi pone molte domande, tra le quali ce n’è una che, per
certi aspetti, mi fa male, ed è questa: perché in uno dei paesi più religiosi
al mondo, un paese che vede un grandissimo numero di chiese cristiane c’è così
tanta povertà, così tanta disuguaglianza? I due dati sono legati? Il
cristianesimo incide nei processi sociali in modo negativo? A questa prima
domanda tenterò una risposta in un articolo successivo. Oggi cerco, invece di
rispondere ad una seconda domanda.
Come
mai in Occidente la religione sta scomparendo? È questa la sensazione che da
alcuni anni si percepisce fisicamente, nel senso che è visibile il calo
impressionante dei fedeli nelle chiese, dei genitori che chiedono il battesimo
dei loro figli, dei giovani che cercano una chiesa per sposarsi. Anche il
numero di funerali religiosi è calato in modo impressionante. Gli stessi
seminari, un tempo gremiti di giovani desiderosi di divenire sacerdoti, vengono
venduti, o imprestati, in ogni modo sono spazi evidentemente sproporzionati per
l’esiguo numero di giovani che oggi li frequentano. Che cosa sta succedendo? Sembra
che ci sia tutto un mondo, un modo di vivere nel mondo che ha segnato secoli di
storia occidentale, che è il mondo religioso modellato dal cristianesimo nelle
sue varie forme e, in modo specifico, il cattolicesimo, stia andando a rotoli
e, il dato più impressionante è che questo cambiamento epocale stia avvenendo
in modo rapidissimo.
La
domanda provocante a questo punto è questa: perché? Perché sta succedendo?
Perché la religione sta morendo nel mondo occidentale? Più che la religione con le sue sfumature, sta
morendo un modo di rappresentare Dio, un modo di vivere la relazione dell’uomo
e della donna con Dio, quel modo che, nel mondo Occidentale, è stato presentato
dal cattolicesimo. Che cosa in fin dei conti viene rifiutato attualmente della
forma religiosa occidentale, perlomeno, così come si è manifestata nel tempo?
Prima
di tutto l’istituzione. C’è chiaramente un rifiuto del modo autoreferenziale in
cui la Chiesa ufficiale si pone. La cultura post-moderna, segnata da un pensiero
debole (Gianni Vattimo) e dalla modernità liquida (Zygmunt Bauman) rimane
indifferente dinanzi a pronunciamenti unidirezionali e a manifestazioni ufficiali
di sapore medievale, come i pontificali e lo sfarzo ostentato di indumenti che
non riescono a comunicare i contenuti che vorrebbero. La Chiesa non ha saputo
attualizzare il suo modo di celebrare i misteri in un contesto come quello in
cui viviamo, nel quale l’immagine è quasi tutto. Infatti, lo spettacolo offerto
è antiquato e puzza di roba vecchia. Le nuove generazioni sono alla continua
ricerca di messaggi nuovi, capaci d’intercettare i loro desideri e non trovano
per nulla attraente il messaggio sbiadito e ammuffito della Chiesa. Piviali,
cotte, sottane, pizzi, turiboli e altre suppellettili del genere, più che
essere elementi che contribuiscono a esprimere un mistero, nell’attuale
contesto culturale provocano più che altro ripugnanza e derisione. Il problema,
a questo punto è il seguente: come mai coloro che guidano questa secolare
istituzione non se ne accorgono? Sembra la storia del re nudo.
In
secondo luogo, va sottolineata l’incapacità dell’istituzione Chiesa di
dialogare con la modernità. Sui temi più importanti dell’attualità, come il
tema del genere, dell’omosessualità, ma anche dell’eutanasia e altro, la chiesa
cattolica presenta gli stessi argomenti che avrebbe presentato al tempo di San
Tommaso, vale a dire nel XIII secolo. La Chiesa è rimasta lì e sembra non
volersi schiodare dal suo passato glorioso. Del resto, nella Fides et ratio,
un documento ufficiale del 1998, quindi
abbastanza recente, l’allora pontefice Papa Giovanni Paolo II affermava che,
ancora oggi, la teologia ufficiale della Chiesa cattolica è il tomismo, vale a
dire la teologia elaborata da santo Tommaso d’acquino, morto nel 1274. Quella
stessa istituzione che nel 1832 nell’enciclica Mirari vos di papa Gregorio XVI condannava sia la libertà
di coscienza che la libertà di stampa, oggi vuole sostituirsi alle coscienze delle
singole persone su temi cruciali che esigono la libertà di coscienza. Questa
autoreferenzialità il mondo postmoderno non l’accetta. Il dato significativo è
che, mentre sino a qualche decennio fa, chi la pensava diversamente dalla Chiesa
cattolica contestava con argomentazioni, oggi, dinanzi alle prese di posizione della
Chiesa, la risposta è il disinteresse o, al massimo, l’ironia.
Un’ultima
osservazione. Per tutto quello che sta avvenendo nell’istituzione cattolica, quello
che il mondo fa fatica a vedere è la presenza dei contenuti del Vangelo di Gesù.
Può sembrare un giudizio duro, ma è quello che si vede, si sente, si ascolta.
Il Vangelo è un messaggio semplice, che le persone semplici comprendono. È un
messaggio di pace in un mondo di conflitti. È un messaggio di giustizia in un
mondo devastato dalla corruzione. È un messaggio di uguaglianza in un mondo in
cui le disuguaglianze sono sempre più stridenti. Il Vangelo è il messaggio di
Gesù che da ricco che era si fece povero per condividere con i poveri la sua
ricchezza, mentre l’immagine che la chiesa offre nei suoi pontificali, nei suoi
palazzi, nei suoi principali rappresentanti è quella di essere un’istituzione
che vuole contare e non vuole mollare il potere. Questo si vede, si sente, si
percepisce.
È un messaggio di giustizia in un mondo devastato dalla corruzione. È un messaggio di uguaglianza in un mondo in cui le disuguaglianze sono sempre più stridenti. Questi sono compiti della politica, che il Vangelo di Gesù Papa dovrebbe abitare. Papa Francesco sta cercando di ridare una spinta sociale, ma ci sono preti che si vantano di non interessarsi di politica. Ina forma di neutralità Svizzera per seguire solo il loro obiettivo.il proprio
RispondiEliminaMi piacciono le domande , meno le risposte, ma tenterò di dirti il mio parere
RispondiElimina1 nei paesi del 3° mondo è penetrato meno illuminismo/positivismo… Pasolini non era credente nel senso usuale della parola ma era antipositivista, e religioso a modo suo. l’individualismo ne è una conseguenza, per una distorta idea di individuo.
2 del tuo articolo molto articolato, mi riconosco soprattutto nella terza parte. La incoerenza della chiesa cattolica le rende non credibile, per meglio dire falsa. Si fa presto a predicare la pace e avere tutti che ti acclamano, non costa nulla predicare la pace standosene nella propria abitazione con tutti i confort. O viaggiando protetti con tutte le garanzie ( vedi Zuppi)
3 Nell’incontro che abbiamo fatto come OIVD venerdì scorso sugli abusi nella chiesa, di cui allego il video YOUTUBE, Ludo ha parlato della chiesa paragonandola a un sistema mafioso; non le do torto. In molte occasioni quando si fa luce su un prete abusante, non solo lo protegge il clero, ma anche i e le parrocchiane….
3 nell’occidente c’è un tasso di scolarizzazione delle donne molto più alto. La chiesa si è molto “servita” dell’obbedienza femminile, insinuando forti sensi di colpa e il senso del sacrificio. (Controllando i loro corpi: anche quando le donne erano stuprate e ingravidate non potevano abortire, vedi Giovanni P II. È bene che le donne esercitino il “debito coniugale” e tanto altro ). E ciò determina parecchio la disaffezione.