venerdì 3 marzo 2023

VENERDI SANTO

 



 

Paolo Cugini

 

           

            “Perché le genti congiurano perché invano cospirano i popoli?

            Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme

            contro il Signore contro il suo Messia” (Salmo 2).

 

La Chiesa apre la liturgia del Venerdì santo con la domanda angosciante del Salmo 2 “Perché le genti congiurano, perché invano cospirano i popoli?” Gesù è solo davanti alla cospirazione dei re e dei principi della terra. I re e i principi cospirano contro il suo Messia: non è assurdo questo? La Chiesa come primo salmo dell’ufficio di lettura c’immette nel grande mistero della morte del Messia. Ci sono i potenti della terra che hanno fretta di far fuori il Signore (Pilato ed Erode in quel giorno divennero amici; cfr Luca). È capitato ancora che qualche potente della terra si allei per distruggere un nemico.

 

Ma perché allearsi per distruggere un innocente?

 Perché allearsi per annientare colui che ha annunciato la pace?

 Perché allearsi per sconfiggere colui che aveva dichiarato di amare i nemici?

Perché tanta fretta per mettere fuori gioco un innocente, uno che non avrebbe alzato un dito per difendersi?

Perché adirarsi contro colui che rendeva gli eserciti degli indifesi dei poveri, dei dei deboli, dei sofferenti, dei miseri?

 Chi avrebbe fatto paura quest’uomo con la sua gente?

 A chi?

E allora perché le genti congiurano, perché invano cospirano i popoli?

 

È assurdo! È totalmente assurdo che viene da pensare che, tutto il trambusto operato per mettere in croce il Messia, sia opera di ciò che di più satanico c’è nell’uomo. Gesù ha portato all’umanità la salvezza, ha indicato la strada per arrivare ad accogliere la grazia del Padre. Gesù ha svegliato l’uomo dal suo letargo, appisolato sulle proprie comodità, che alla distanza risultano essere niente altro che meschinità. Gesù ha messo il dito nella piaga di un’umanità infiacchita e arroccata sui propri egoismi. L’uomo che non si riconosce come creatura non può che arrivare a disprezzare il creatore. L’uomo che non rimane in ascolto della parola di colui che l’ha creato, non può che diventare sordo all’appello di spogliazione e di conversione che il Padre amorosamente gli rivolge. Gesù ha mostrato all’uomo, anche all’uomo religioso (soprattutto all’uomo religioso al fariseo aggrappato alla propria religione come salvagente soggettivo di salvezza [Gesù ha bucato il loro salvagente ed essi si sono arrabbiati]), la pochezza di una vita vissuta sulle cose, che poi diventano proprietà incatenando così il cuore alla terra. Gesù è nato per sciogliere queste catene e liberare il cuore gretto e appesantito dell’uomo che non sa più guardare al cielo. Chi è disposto a lasciare il proprio orticello, la propria casetta, il proprio conto in banca? Chi è disposto a spogliarsi totalmente per seguire Cristo? Nessuno. Il […] costruito è troppo comodo e […]: in questo modo però l’umanità rischia di giocarsi la salvezza. Allora è chiaro vedere come fa il salmista “insorgere: re della terra, contro il Signore, contro il suo Messia”.

Chi è infatti che vuole un distributore, un sobillatore, uno che mette a repentaglio la sicurezza di tutti? È meglio costruirsi la propria religione con dei propri orrori, dei propri riti, per potere fare i nostri lavori, il nostro sport, le nostre ferie, la nostra carità… Gesù è venuto a portare al mondo la sua salvezza e noi abbiamo preso le sue parole e le abbiamo trasformate. Le abbiamo messe in modo tale da poter continuare a fare le nostre cose, come prima con in più la benedizione del Signore. Questo è l’uomo! Questo sono io tutte le volte che prendo la parola di Dio e la uso per sentirmi bene, al sicuro, protetto.

 

Gesù di fronte al mondo che lo accusava di essersi fatto come Dio, si è lasciato spogliare.

 

Non posso pretendere di fare la carità ai poveri senza iniziare un cammino di conversione che mi conduca ad essere sempre più povero, bisognoso. È nella povertà che uno impara a chiedere perché è nel bisogno. Anche Gesù ha chiesto aiuto: al Padre nel Getsemani; sulla croce ha chiesto da bere.

 

Putride e fetide sono le mie piaghe a causa della mia stoltezza. Sono curvo e accasciato, triste mi aggiro tutto il giorno” (Salmo 37) 3° Ps Uff. Letture.

 

Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo” (Salmo 21) 2° B. Uff. Letture.

 

“Pietà di me o Dio, secondo la tua misericordia nel tuo grande amore cancella il mio peccato” Pt 50 (1° Lodi)

 

Sei uscito a salvare il tuo popolo per salvare il tuo consacrato” (Ab 3) 2° Lodi

 

“Così non ha fatto con nessun altro popolo non ha manifesto ad altri i suoi precetti” (Ps 147) 3° Lodi

 

Gesù muore sulla croce perché l’umanità non lo ha accolto. Gesù o lo uccido o lo accolgo e mi lascio amare da Lui. Gesù o lo odio o lo amo, non ci sono alternative, perché anche le vie intermedie, il cristiano pieno di compromessi, è un modo per odiare Gesù. Anzi, forse è il peggiore dei modi perché lo si considera alla pari delle altre cose, dei nostri affari. Gesù è un “affare” che va considerato alla domenica o in qualche altra occasione o incontro serale da appuntare sull’agenda altrimenti ci si può anche dimenticare. È la forma peggiore di stare con Gesù perché non lo si considera per ciò che lui è realmente vale a dire l’unico Signore, l’unico.

 

Aprire il cuore per accogliere lo Spirito, vale a dire ciò che Gesù ci ha lasciato in eredità nell’ultima cena! Riesco a vedere Gesù se credo in Lui e alla sua parola che si riassume nel comandamento dell’amore. Amare chi noi sta, intorno chiunque esso sia, povero o ricco, intelligente o stupido sano o malato. Dalla croce Gesù ha offerto i suoi frutti di comunione: battesimo ed Eucarestia, Battesimo come biglietto d’ingresso in quella comunità che è la Chiesa che è comunità d’amore in Cristo; l’Eucarestia che è il modo di fare di […] in noi il Signore.

Il Signore ci vuole uniti a Lui e alla sua parola. Potremmo vederlo solamente se obbediremo ai suoi comandi.

 

Se qualcuno osserva le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12, 47)

 

Il Signore è venuto per salvarci. Ci salviamo solo se rimaniamo uniti a Lui. Rimaniamo uniti a Lui se accogliamo e obbediamo alle sue parole e osserviamo i suoi comandamenti.

 

Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui” (Gv 14,1)

 

Accogliere i comandamenti del Signore è vivere nel suo amore. Solo nell’unione con lui Riusciamo a vederlo. Solo in questo modo riuscirà a manifestarsi. Solo se siamo uniti a Lui nel suo amore riusciremo a riconoscere il consolatore.

 

La Chiesa vive nella e della presenza del Signore. Nella Chiesa è presente il Signore con il suo Spirito consolatore.

 

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando poi verrà lo Spirito di Verità egli vi guiderà nella verità tutta intera” (Gv 16, 12 12-13)

 

La Chiesa vive nell’accoglienza e nell’ascolto dello Spirito. È lo Spirito che guida la sua Chiesa alla salvezza.

 

L’attività dell’uomo che non riconosce che cosa ha fatto mettendo in croce il Signore. Ottusità che consiste nel permanere nelle tenebre. Nel mondo è venuta la luce, quella vera, quella che mostra la via della salvezza, la vita eterna. È venuto il Verbo portatore della vita divina che per l’uomo significava luce, ma questa luce è stata spenta. Ma essa continua a brillare. La vita eterna non muore. La luce rivelata continua a far luce nel cuore di chi l’accoglie. La luce vera è venuta nel mondo e mostra la realtà. È venuto il creatore e la creatura non l’ha riconosciuto. Il Figlio è venuto a rivelare il Padre ma il mondo non lo ha ascoltato. Il mondo è sazio delle proprie rivelazioni e delle proprie luci che non illuminano e non conducono alla vera vite. Ma per accettare la vera vita bisogna metter in discussione la propria vita, bisogna rinnegarla. Per accogliere la vera luce bisogna riconoscere che ciò che si è seguito non è la vera luce. Per accogliere il Verbo, occorre deporre ai suoi piedi tutte le proprie sicurezze, i propri progetti, le proprie realizzazioni, il proprio io. È il Verbo che ha creato il mondo e le creature per comprendersi, per capire la propria realtà devono richieder al Verbo la parola della verità, la luce che illumini la vita. Solo il Verbo può riempire la vita della vera luce. Allora chi vuole la vita deve mettere davanti al Signore, davanti al Verbo tutte le proprie fortezze e lasciare che Lui decida di farle saltare e lasciare che sia lui poi a ricostruirci. Davanti al Verbo bisogna andarci spogli e in silenzio.

(17 aprile 1992, Venerdì santo)

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