domenica 5 marzo 2023

Impariamo a risvegliare le nostre coscienze

 




Parrocchie di: Bevilacqua, Dodici Morelli, Galeazza e Palata Pepoli

Organizzano

 

PERCORSO SUL TEMA DELLA SHOA’


DOMENICA 5 MARZO 2023

 

Relatrice: Prof. Alessandra Amaroli

Sintesi: Paolo Cugini

 

LA Shoà si presta per un discorso interdisciplinare.

Che cosa sappiamo della Shoà? La Giornata della Memoria è stata istituita dall’ONU. Si scelse il 27 gennaio perché è il giorno della liberazione di Auschwitz da parte dell’armata Rossa.

A Trieste ci furono 40 giorni di terrore per riconquistare i territori lasciati all’Italia. Vennero considerati nemici i fascisti e i non comunisti. Tra il 45 e il 56 si stimarono 250 mila profughi. Diversi di questi emigrarono anche in America.

Le foibe sono caverne dove venivano gettati i corpi delle vittime. Venivano legati tra loro, posti sul ciglio del baratro e veniva sparato al primo che trascinava gli altri.

L’Italia trattò molto male i profughi. Lo Stato italiano cercò di contenerne l’esodo. Se ne cominciò a parlare dal 1989 e si fece un uso politico della storia. Ci fu una rimozione da parte della sinistra e una rivalsa da parte della destra. Gli storici hanno il compito di studiare in modo obiettivo queste situazioni, che hanno risvolti politici.

Hanna Arendt fu presente al processo Aiman. Scrive la banalità del male, un libro che suscitò molto polemiche. Arendt sosteneva che non esiste il male assoluto, ma persone che compiono il male. Solo il bene può essere assoluto. Arendt parla di persone banali. Al processo si volle fare apparire Aiman come il male assoluto. Condannandolo a morte si pensò di condannare il male assoluto, ma lui era solo un burocrate. Quando l’essere umano sceglie di non tacere si definisce l’essere umano. La coscienza dell’uomo è addormentata. Noi siamo amore che è dentro di noi. Il bene viene alla luce quando ci riconosciamo come amore.

Victor Frankl. Ha fondato la logoterapia. Nel suo libro uno psicologo nel lager racconta la sua esperienza di prigioniero nei lager in cui aiuta i suoi compagni a cambiare prospettiva. Ciò comporta il cambiamento di mentalità, per dare un senso alla vita e ad una possibile morte. La forza spirituale aiuta ad andare oltre alla violenza del momento. Anche la morte ha un senso. Per Victor Frankl la vita ha un senso che va riscoperto. Chi riusciva a sopravvivere ai campi erano persone dotate di un forte ideale. È nella mente che la persona si sostiene. Sono le motivazioni che ci guidano e ci fanno andare avanti anche nelle situazioni di difficoltà.

Hanna Arendt: occorre che noi diamo un senso alla vita.

Non si è affamati solo di pane, ma anche di senso (V. Frankl). L’antidoto al non senso è l’insieme dei valori. L’uomo può essere più forte del destino che gli viene imposto. La libertà nessuno ce la può portare via. Rimanere liberi dentro: è il nostro grande compito.

Edith Stein e Etty Hillesum: sono esempi di questo. Avere il coraggio di soffrire. Quando non hai scelta scegli la via del coraggio, vendi cara la pelle.

Conoscere i sopravvissuti mi ha cambiato la vita (Alessandra). C’è un percorso interiore che si attiva nelle situazioni di grande difficoltà, come ad esempio, i malati gravi. Attraverso le parole le medicine funzionano meglio. La comunità educativa degli adulti devono aiutare le persone in difficoltà a trovare un senso nella vita.

Mons. Sandro Salvucci. Paragona il passaggio dal male al bene al parto. Attraverso un’esperienza di dolore si può partorire il bene. Ci vuole una levatrice, qualcuno che ci aiuti a partorire il bene. Il dolore va elaborato, trasformato, se no ci schiaccia.

Attimo fuggente: insegna a vedere il mondo da più angolazioni.

Paolo Crepet: tutto ciò che è comodo è stupido.

Coraggio di vivere una vita piena. Evitare il dolore significa rischiare di non avere emozioni. Proviamo a sviluppare empatia.

Massimo Recalcati: nel desiderio c’è tutto.

Sant’Agostino: la felicità ad amare ciò che si ha.

Viktor Frankl: occorre trovare un senso nelle piccole cose.

 

 

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