Sintesi: Paolo Cugini
[L'intervento integrale di Vito Mancuso,
ordinario di Storia delle dottrine teologiche all'Università di Padova, in
occasione della quinta edizione di Colloquia, il Festival delle Idee
organizzato dalla Fondazione Banca del Monte 'Domenico Siniscalco Ceci' di
Foggia e dalla Biblioteca Provinciale di Foggia 'La Magna Capitana'. Il tema
della relazione sviluppata sabato 24 marzo da Vito Mancuso è stato:
"L'ingresso del peccato nel mondo'"].
Mito
della perfezione iniziale, che non conosci il darsi effettivo delle
rivoluzioni, che ha portato all’idea del peccato originale e ad una visione del
mondo insostenibile.
L’ingresso del peccato nel mondo: è valido solo per
determinate scuole di pensiero.
Posizione
monista: nega che nel mondo ci sia il male. Il peccato non c’è
nel mondo. Spinoza: l’idea di un bene che si contrappone al male è infondato.
Spinoza nella sua Etica dice: la realtà e la perfezione sono la medesima cosa. Il
pensare che nel mondo ci sia il male è perché ragioniamo dal nostro piccolo punto
di vista, senza riuscire ad elevarci al punto di vista del tutto, dell’insieme.
La malattia è la conseguenza di una logica evolutiva alla quale dobbiamo la
vita. Se non ci fosse quella mutazione che dentro di me si chiama tumore, non
ci sarebbe stato nel passato quella mutazione che ha originato gli esseri
umani. La medesima logica che sta alla base delle malattie genetiche, l’evoluzione
non ci sarebbe, perché l’evoluzione ha bisogno delle mutazioni. La domanda etica
che distingue tra bene e male è immatura.
Marco
Vannini: è il mio egoismo che mi fa pensare che
ci sia bene e male. Il pensiero del male è radicato nell’io. Tutto ha un logos,
una ragione. Non c’è irrazionale, il male. Pensare il male è pensare male.
Mancuso: Pensare
il male non è per niente pensare male, perché l’uomo come essere capace di
oltrepassare le determinazioni della biologia, l’uomo fa il male. Compito del
pensiero umano è pensare il male.
Posizione
dualista: dire mondo e dire male è la stessa cosa. Non c’è un
mondo necessariamente buono per cui il male entra. È il mondo in quanto tale, è
la vita che è male. Questa vita per esserci deve sopprimere la vita. Perché ci
sia vita ci dev’essere morte. L’esperienza di chi attende il bene provoca il
pensiero che il male struttura ogni cosa. Manicheismo, gnosticismo: nascono da
questo pensiero. Il creatore del mondo è malvagio, in questa prospettiva di
pensiero.
Platone
contiene entrambe queste visioni.
Il
problema vero ce l’ha il cristianesimo, perché per il
cristianesimo il mondo è creato buono per il bene dell’uomo. Ireneo: la gloria
di Dio è l’uomo vivente. Il mondo è intriso di male: la Bibbia lo sa. Problema:
se Dio c’è, da dove viene il male? Questo è il problema di fondo del
cristianesimo. È una questione complessa della teodicea, che ancora oggi non è
risolto. È il problema. Come si esce? Smontando la risposta ufficiale che sostiene
il peccato originale: originante e originato. Originante: è l’evento
del mangiare il frutto proibito, che ha provocato l’uscita dal mondo perfetto.
Questo elemento non tiene, perché storicamente inconsistente: monogenismo.
Veniamo da molteplici soggetti umani e non da un’unica coppia. Implausibilità
dello stato originario. Adamo era del tutto perfetto: la scienza ci mostra che
il passato evolutivo dice dell’imperfezione iniziale. L’idea di una perfezione
iniziale è un mito. L’ebraismo non ha mai letto Gen 3 come la fondazione di un
peccato originale originante. Nella Bibbia non c’è nessun profeta che ne parla.
Quella pagina non parla del peccato originale. La cosa più catastrofica
riguarda il peccato originale originato: il bambino che viene al
mondo è soggetto ad una colpa originaria, che gli viene trasmesso a seguito del
peccato di Adamo ed Eva. Si nasce gravati da una colpa. Nascere significa
essere colpevoli, perché si parla di peccato. Quali sono le cose che non
reggono? In primo luogo non si capisce la logica della trasmissione. In che
modo glielo trasmettono i genitori (attraverso la libido dell’atto sessuale, si
diceva). La teologia tradizionale non sa rispondere. È un problema che va
superato. Tutto ciò è in contraddizione con la logica della morale: è in
contraddizione con il principio della libertà. Nella misura in cui noi agiamo
responsabilmente nel mondo, agiamo in maniera interessata. Si deve parlare di
caos originale. Così come il mondo inizialmente non è stato creato del tutto
perfetto, così la vita è logos più caos. La vita nell’evolvere ha bisogno di
mutazione, di piccole catastrofi. L’intreccio: logos più caos. La parte
cattolica sottolinea molto la dimensione del logos e la parte laica sottolinea
la dimensione del caos che diventa caso. Occorre smontare la teologia: non c’è
un peccato originale, perché non c’è la perfezione originale. Ci sono delle
leggi fisiche, ma l’evoluzione avviene attraverso una continua modificazione, disordine
più ordine. Non c’è un ingresso del peccato nel mondo; c’è un mondo che evolve,
produce la libertà e a seguito dell’apparire della libertà umana appare il
peccato.
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