Giovedì 14 ottobre 2021 alle ore
17,30, via zoom
Catti Cifatte presenta il libro di
Liviana Gazzetta, Virgo et sacerdos. Idee di sacerdozio femminile
tra ‘800 e ‘900
L’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze
contro le Donne, OIVD curerà la presentazione via webinar del libro Virgo
et sacerdos. Idee di sacerdozio femminile tra ‘800 e ‘900. Maria
Caterina Cifatte, architetta e donna impegnata nella ricerca spirituale,
introdurrà il tema. L’autrice, Liviana Gazzetta, storica, ha fatto una fine
analisi storica. Entrambe sono socie OIVD. Con uno sguardo reso attento
dall’attuale sensibilità sul nodo del sacerdozio femminile, la ricerca fa
emergere una ricchezza di elementi fin qui insospettata su questo tema, ben
prima che il problema si ponesse ufficialmente al Concilio Vaticano II:
molteplici tracce, cioè, di una via che potremmo definire di natura cultuale e
mariologica al sacerdozio femminile, via che precede e accompagna la via
‘rivendicativa’ ad esso.
Connessa
a tutta un’elaborazione teologica e ad una riflessione spirituale sul ruolo
della Vergine nella vita dei preti, oltre che allo sviluppo otto-novecentesco
del movimento mariano, questa linea cultuale faceva perno sulla figura della
Madonna concepita e invocata come sacerdote, ovvero come «Vierge Prêtre o Virgo Sacerdos».
Questa devozione si sviluppò in particolare nella famiglia delle Figlie del Cuore di Gesù, fondata nel 1872 dalla beata Maria Deluil-Martiny
(1841-1884) e approvata definitivamente nel 1902 da Leone XIII.
Oltremodo
interessante è il fatto che, in osmosi alla spiritualità mariana, nella
congregazione si esprimesse anche una forte preoccupazione per le sorti della
Chiesa nella società moderna e il desiderio di espiazione per le defezioni del
clero, soprattutto il clero secolare, che portava le religiose ad attribuirsi
un ruolo di supporto e in qualche modo ‘sostitutivo’ dei preti inadeguati,
tanto più in associazione col modello della Vergine sacerdote.
Il
tema del sacerdozio della Vergine usciva così dai seminari e diventava una
devozione in cui si manifestava anche una crescente domanda femminile a
proporsi come co-essenziali nella vita ecclesiale, pur senza mettere in dubbio
la dottrina cattolica ufficiale. Venuto a conoscenza
dello sviluppo della devozione, il Sant’Uffizio intervenne tre volte tra il
1913 e il 1927 sulla piccola congregazione contemplativa, vietando
esplicitamente il loro culto non per la dottrina della funzione di Maria nella
salvezza, ma per l’attribuzione del titolo di sacerdote, che risultava
riprovevole perché ingenerava l’associazione simbolica tra sacerdozio e genere
femminile. Sottesa a tutta la vicenda stava insomma la questione
dell’impedimentum sexus, e con un peso tale da determinare il blocco
sull’uso stesso del titolo, che scomparve improvvisamente da devozioni,
preghiere e libri.
Gazzetta Liviana,Virgo et sacerdos. Idee di sacerdozio femminile
tra ‘800 e ‘900, Roma: Edizione di Storia e letteratura, 2020
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