È stata una bella messa, partecipata
e colorata. I venti giovani brasiliani provenienti dalla diocesi di Ruy Barbosa
nella quale siamo presenti da più di 50 anni, e di passaggio per partecipare
alla GMG a Cracovia, ci hanno regalato un bel momento ecclesiale e di
preghiera. Del resto questi giovani sono abituati ad animare le celebrazioni
domenicali nelle loro comunità. No c’è stato bisogno di pregarli per animare i
canti e accompagnare qualche momento liturgico con la danza: è qualcosa che gli
viene abbastanza naturale. Nelle piccole comunità dell’interno dello Stato
della Bahia, dove si trova la diocesi di Ruy Barbosa, la presenza dei giovani è
significativa. Anche durante i grandi periodi di siccità, che castiga duramente
il territorio nel quale loro vivono costringendoli ad emigrare al Sud in cerca
di lavoro e studio, portano questa allegria nei luoghi in cui arrivano. Anche
domenica questi giovani ci hanno dato un saggio di cosa significhi celebrare
una messa, facendo di tutto per portare dentro la liturgia il vissuto quotidiano,
fatto spesso e volentieri di lotte per la sopravvivenza, per avere un pezzo di
terra da coltivare, o un luogo dove poter raccogliere l’acqua. In questo sforzo
per resistere dinanzi alle varie situazioni della vita che vengono sia dalla
natura che, soprattutto, dalla grande corruzione politica che devasta non solo
il paese, ma in modo particolare le piccole cittadine dell’interno del
Semiarido brasiliano, la fede in Dio manifestata nel Figlio Gesù povero tra i
poveri, ha contribuito a mantenere viva la speranza in un mondo migliore, più
giusto e fraterno. Ecco perché le celebrazioni domenicali e le messe sono così
importanti per questo popolo: rafforzano la fede nel Signore della giustizia,
che si è fatto povero con i poveri, ed è venuto ad abitare in mezzo a noi,
scegliendo come culla una mangiatoia. È in mezzo ai poveri che il Vangelo si
apre ad una conoscenza impossibile da percepire agli esperti della legge.
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