Paolo
Cugini
Quali sono le conseguenze del nuovo
paradigma culturale che ha, come caratteristica principale, la rottura con il
modello passato? Se cambia il paradigma, deve allo stesso tempo cambiare anche
il modo di approcciarsi alla realtà, perché è proprio questo che è stato messo
in discussione. In occidente veniamo da un percorso culturale fatto di durezza,
di una ragione e una razionalità che non lasciano spazio non solo all’immaginazione,
ma anche ai sentimenti, alle passioni, a tutto ciò che caratterizza il nostro
vissuto quotidiano. C’è stato nei secoli un’esasperazione del principio di
razionalità che ha prevalso su tutto, anestetizzando la realtà, rendendola insensibile,
incapace di approcciare la realtà in una forma diversa che non fosse la
ragione. C’è una passione dentro la storia, nelle nostre vene; c’è un
sentimento profondo che sente la vita in un modo diverso da un ragionamento. La
natura ha un cuore, che sente la vita con criteri che sfuggono ai sistemi
logici e dialettici elaborati nella modernità. Per questo tutto è saltato. La
natura è paziente, tranquilla, ma ad un certo punto di ribella alle violenze,
ai soprusi, alle violazioni, alle falsificazioni. Stiamo assistendo alla
ribellione della natura: non ne può più. Bisognava aspettare la distruzione del
pianeta per accorgerci che c’era qualcosa nel nostro modo occidentale di
approcciarci alla realtà non funzionava? Se i sistemi concettuali crollano, con
loro si spezzano i procedimenti logici chiusi, le muraglie concettuali
costruite su misura per difendersi dalla natura e dalla realtà. Se non ci sono
più padiglioni concettuali e sistemi di protezione ciò significa che il campo è
aperto, che c’è spazio per tutto, che il mondo, da adesso in puoi, per creare
quelle relazioni di cui è strutturato. È a questo livello di comprensione che
entra in gioco nel nuovo paradigma culturale, il concetto di contaminazione.
Utilizzo il concetto di contaminazione
in modo esclusivamente positivo. Anche questa è già un’indicazione importante.
L’uscita dal paradigma della modernità, che poneva la ragione e il soggetto al
centro assoluto del discorso, presenta l’uomo come parte di un tutto. Il
pensiero occidentale, che si è consolidato nell’epoca moderna, ha sempre posto
l’uomo al centro di un mondo in cui tutto ruota attorno a lui e può usufruire
di tutto. Questo mondo si è spezzato, non ha retto l’impatto con la realtà che,
come ci insegna la fisica quantica, è tutto interconnesso, l’esatto contrario
di come pensava il mondo il paradigma moderno. Abituati da secoli a
classificare la realtà, a porre dei confini, a giudicare chi era degno e chi
no, ci siamo trovati spiazzati quando la realtà ci ha presentato il conto, comunicandoci
che tutto è interconnesso, che la relazione è il concetto chiave per chi voglia
comprendere il senso delle cose. Se tutto è in relazione con tutto, significa
che non ha più senso elaborare sistemi perfetti, che non hanno alcun
riferimento reale, ma che servono solo a giustificare concettualmente prese di
posizioni personali, spesso e volentieri per giustificare usurpazioni e potere
politico.
Contaminazione è un concetto allo stesso tempo affascinante e pericoloso. Affascinante perché ci conduce in dimensioni inaspettate, nuove che richiedono la disponibilità a lasciarsi mettere in discussione. Entrare nei mondi contaminati per lasciarsi contaminare significa aver compreso che, nel nuovo paradigma culturale, l’identità non è più un concetto che si costruisce su valori predeterminati, ma si forma camminando nel tempo, attenti a dove si mettono i piedi, ma sempre con lo sguardo proteso in avanti e con l’animo disposto all’incontro, alla relazione. Allo stesso tempo, però, il concetto di contaminazione è pericoloso perché mette a soqquadro tutto ciò su cui ci si era fissati e che aveva determinato la struttura del proprio mondo. È pericoloso perché esige l’abbandono delle sicurezze concettuali, assiema alla disponibilità non solo di costruire qualcosa di nuovo, ma di lasciarsi decostruire. Il concetto di contaminazione nei vari campi del sapere non può essere messo in atto in un paradigma moderno, chiuso nei propri sistemi costruiti con principi a priori. Soprattutto, però, il concetto di contaminazione non funziona in contesti in cui qualcuno pensa di avere la verità in tasca. La contaminazione ci pone in cammino alla scoperta di mondi nuovi e, mentre li scopriamo, capiamo noi stessi.
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