Emerge "una chiave per la
speranza"
Articolo di:
Luis Miguel Modino
Sintesi e traduzione:
Paolo Cugini
Il Vertice dei Popoli, il
più importante movimento legato alla COP30, ha concluso le sue attività il 16
novembre. Più di 23.000 persone si sono registrate, provenienti da oltre 60
paesi, oltre a molti altri che hanno partecipato alle varie attività svolte
presso l'Università Federale del Pará (UFPA). Tra loro c'erano
rappresentanti di vari gruppi pastorali, movimenti e organizzazioni della
Chiesa cattolica.
L'impegno della Chiesa
verso gli emarginati.
Una presenza della Chiesa
cattolica che il vescovo della diocesi di Brejo (Maranhão) e presidente della
Commissione per l'azione socio-trasformativa della Conferenza Nazionale dei
Vescovi del Brasile (CNBB), Dom José Valdeci Santos Mendes, considera molto
importante, "in questo senso di testimonianza, di impegno verso gli
emarginati". Nel giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la Giornata
Mondiale dei Poveri, il vescovo ha sottolineato che "questo richiede da
noi una testimonianza, un impegno e una lotta per la vita. E direi che questa
lotta per la vita è una lotta per il territorio libero dei popoli, è una
lotta per la dignità, è una lotta per i diritti, è una lotta affinché la
giustizia sociale, la giustizia socio-ambientale si realizzino di fatto in
mezzo a noi ".
Il vescovo Valdeci ha
sottolineato che “i ministeri sociali, le organizzazioni del popolo di Dio,
hanno questo grande impegno di intraprendere la lotta insieme ai movimenti
popolari, a coloro che lottano per la vita, la vita umana e la vita del
Pianeta”. In questa prospettiva, mentre il Brasile ospita la COP30, il vescovo
ha insistito sul fatto che “la Chiesa cattolica deve ascoltare di più le
comunità tradizionali, i popoli indigeni, e anche imparare, avere l’umiltà di
imparare in modo da poter veramente svolgere il suo ruolo e testimoniare
Cristo. Cristo che ha sofferto, Cristo che è stato perseguitato, e così sono
anche i nostri popoli e le nostre comunità”.
Infine, il vescovo della
diocesi di Brejo ha affermato che “dobbiamo assumere sempre più questa
responsabilità, ascoltando il grido di tanti fratelli e sorelle che ancora oggi
sono torturati ed emarginati. Dobbiamo compiere questo passo nell’impegno e
nella fedeltà al Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo”.
La voce di Raoni
Metuktire
La chiusura del Vertice
dei Popoli ha visto la partecipazione di uno dei più grandi leader indigeni del
Brasile e del mondo, Raoni Metuktire. Il leader indigeno del popolo Kayapó,
ricevuto da Papa Francesco in Vaticano, ha invocato l'unità tra tutti, invocando
"la continuità affinché possiamo combattere contro coloro che vogliono il
male in questo universo, che vogliono distruggere questa Terra". Di fronte
al cambiamento climatico e alle guerre, ha chiesto rispetto reciproco e la
possibilità di vivere in pace su questa Terra. Il capo Kayapó ha chiesto il dialogo con le
autorità e gli stati per porre fine alla deforestazione, all'attività mineraria
illegale e allo sfruttamento del territorio. Ha chiesto protezione e assistenza
per le popolazioni indigene, soprattutto in ambito sanitario. Infine, Raoni ha
riflettuto sulle conseguenze del cambiamento climatico, mettendo in guardia
dal grande caos che potrebbe verificarsi "se non avremo la
consapevolezza di difendere ciò che resta ”.
Dichiarazione del Vertice
e Carta dei Diritti dell'Infanzia
Il Vertice dei Popoli ha
redatto una dichiarazione in cui esprime la volontà di intraprendere "il
compito di costruire un mondo giusto e democratico, con benessere per
tutti", sottolineando che "siamo unità nella diversità". Il
testo afferma che "non c'è vita senza natura. Non c'è vita senza etica e
lavoro di cura". A tal fine, sono necessari scambi di conoscenza e
saggezza, che costruiscono legami di solidarietà. Il testo analizza la realtà
attuale in sette punti prima di formulare 15 proposte. Per avanzare su questa
strada, hanno chiesto l'unificazione delle forze attraverso l'organizzazione
dei popoli.
La Carta dei Bambini è
stata presentata anche al Vertice dei Popoli, riunitosi a Belém (PA) per
discutere del cambiamento climatico. Il testo denuncia l'aumento della
temperatura e le sue conseguenze sulla vita dei bambini. Affermano che
"Siamo natura, il pianeta è natura. La natura è tutto!", e chiedono
"un futuro meraviglioso in cui vivere". A tal fine, "Dobbiamo
prenderci cura e proteggere l'AMAZZONIA", sottolineano i bambini,
avanzando una lunga lista di proposte e richieste, dato che: " vogliamo
continuare a vivere! Crescere in un mondo meraviglioso, in un mondo che respira
ancora. Con speranza e senza paura! "
Tenendo conto della
società civile
Sia la dichiarazione che
la lettera sono state presentate al presidente della COP30, l'ambasciatore
André Corrêa do Lago, e al governo federale brasiliano, rappresentato dai
ministri Sônia Guajajara, Marina Silva e Guilherme Boulos. Corrêa do Lago ha
ricordato la richiesta del presidente Lula affinché la COP30 tenga conto
della società civile. A questo proposito, ha sottolineato l'importanza dei
testi, che saranno presentati alla riunione di alto livello in cui verranno
prese le decisioni.
Sônia Guajajara ha
insistito sul fatto che la democrazia ha bisogno della partecipazione del popolo,
che deve essere ascoltato. La Ministra dei Popoli Indigeni ha definito i
partecipanti al vertice come "i più grandi custodi della vita, sia nel
territorio che nelle periferie delle grandi città, nei quilombos (insediamenti
di schiavi fuggitivi)". Ha sottolineato la presenza indigena nella Zona
Blu, con oltre 900 rappresentanti, che contribuiscono a spostare l'attenzione
delle discussioni.
Messaggio del Presidente
Lula
La Ministra Marina Silva
ha letto il messaggio del Presidente Lula al Vertice dei Popoli. Ha affermato
che "la COP30 non sarebbe realizzabile senza la vostra
partecipazione", aggiungendo che " la lotta contro il
cambiamento climatico richiede la mobilitazione e il contributo di tutta la
società, non solo dei governi. Il vostro entusiasmo e il vostro impegno sono
fondamentali per continuare questa lotta. Voi siete portatori della forza e
della legittimità di coloro che aspirano al meglio".
Il presidente brasiliano
ha insistito sull'urgenza del cambiamento e ha difeso lo sviluppo sostenibile e
"un mondo in pace, più unito, meno diseguale, libero da povertà, fame e
crisi". Per questo "non possiamo rimandare le decisioni che sono
state dibattute per così tanti anni". A tal fine, ha chiesto "roadmap
affinché l'umanità, in modo giusto e pianificato, possa superare la sua
dipendenza dai combustibili fossili, fermare e invertire la situazione attuale
e mobilitare le risorse". Pertanto, " non possiamo lasciare
Belém senza decisioni ", il che rende fondamentali i negoziati fino
alla fine della COP, forum a cui parteciperà.
Una chiave per la
speranza
Marina Silva ha
raccontato la sua storia di vita in Amazzonia, segnata fin dall'infanzia dalla
povertà e dal lavoro semi-schiavo. La ministra ha descritto alcuni elementi che
caratterizzano l'attuale realtà climatica e gli sforzi del governo brasiliano per
ridurre incendi e deforestazione. Infine, ha fatto appello al coinvolgimento di
tutti nella tutela dell'ambiente e ha affermato di considerare il Vertice dei
Popoli "una chiave di speranza ".
Guilherme Boulos ha
espresso la sua gioia per la Marcia dei Popoli tenutasi sabato 15 novembre, con
la partecipazione di oltre 70.000 persone. Secondo il Ministro della Segreteria
Generale della Presidenza, " avete fatto e state facendo la
differenza in questa COP ". Si è congratulato con il presidente della
COP30 per aver ascoltato gli appelli del Vertice dei Popoli. Boulos ha
denunciato la responsabilità delle grandi aziende e dei Paesi del Nord del
mondo di fronte all'attuale realtà climatica.
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