sabato 23 agosto 2025

I VESCOVI DELL’AMAZZONIA SCOMMETTONO NELLA CEAMA

 




Il messaggio finale dei vescovi

Articolo di Luis Miguel Modino

Traduzione: Paolo Cugini

 

Un incontro in cui si è voluto “ascoltare e identificare i processi che, ispirati dal Sinodo dell’Amazzonia e dall’Esortazione Apostolica Querida Amazônia, ci hanno permesso di riconoscere i nostri progressi, resistenze, sfide e speranze”, secondo il messaggio. Il documento ringrazia per le parole inviate da Papa Leone XIV, nelle quali egli indica che “la missione della Chiesa di annunciare il Vangelo a tutti gli uomini (cf. AG 1), il trattamento giusto verso i popoli che vi abitano e la cura della casa comune”.

L’episcopato amazzonico, che si sente “pastori in una Chiesa sinodale”, ringrazia e riconosce la generosa e rischiosa dedizione di numerosi membri del Popolo di Dio nell’Amazzonia, sottolineando l’esempio dei martiri, “una testimonianza viva che ci incoraggia continuamente nella nostra missione evangelizzatrice”. Allo stesso modo, vengono valorizzati i progressi significativi “nell’ascolto, nell’articolazione delle diocesi, nella rivitalizzazione dei vari consigli, nella pianificazione pastorale e nella formazione teologica, spirituale, ministeriale e pastorale che cerca di rispondere ai segni dei tempi”. Insieme a ciò, “una maggiore consapevolezza in relazione all’ecologia integrale, al bioma, alla difesa del territorio e ai diritti dei suoi abitanti, in particolare dei popoli originari”, affrontando le minacce che subiscono per la loro difesa dell’ecosistema amazzonico, così importante per la vita delle loro comunità.

Resistenze e paure

Il messaggio riflette sulle resistenze e le paure di una Chiesa sinodale con volto amazzonico, che si manifestano nella mancanza di discernimento e in un certo autoritarismo, clericalismo e scarso spirito missionario, nonché nella poca disposizione e audacia ad andare verso le periferie.

I vescovi si sentono spinti a “essere strumenti di comunione, comunicazione e sinodalità” e chiamati a generare priorità sinodali per la regione, oltre che a crescere in spirito profetico. Tutto questo in “una Chiesa centrata sul Battesimo, da cui sono nate tutte le vocazioni e i ministeri”. In essa, i pastori dell’Amazzonia si impegnano ad ascoltare e condividere “con sensibilità le culture e le spiritualità dei popoli che la abitano”. Un atteggiamento che nasce dall’essere terra e dalla crisi climatica generata da un trattamento irresponsabile e irrispettoso. Ciò spinge i vescovi a rinnovare il proprio impegno per l’ecologia integrale e la cura della casa comune, a camminare con le comunità e a imparare dalla saggezza ancestrale dei popoli indigeni. Di conseguenza, il messaggio sottolinea che “l’Amazzonia non è una terra vuota da sfruttare; è una terra abitata, amata e custodita da generazioni, ed è luogo della presenza di Dio”.

Vescovi che camminano con il popolo

Nella Chiesa dell’Amazzonia, i suoi vescovi affermano di camminare insieme, “prendendosi cura dei nostri fedeli ed essendo accuditi da loro”, schierandosi al fianco del popolo, “condividendo le gioie e le sofferenze delle nostre comunità, imparando dalla loro fede semplice e dalla loro testimonianza di essere sale e luce della terra (cf. Mt 5,13-14), lasciandoci sostenere dalla loro vicinanza e dalla loro preghiera”.

L’episcopato amazzonico riconosce la CEAMA come “spazio privilegiato di comunione, discernimento e missione” e si impegna “a farla crescere, rafforzarsi e consolidarsi, affinché sia un’opportunità di servizio e di rinnovamento per ogni comunità cristiana della regione, e segno di speranza per tutta la Chiesa”. Per questo, puntano su programmi di formazione e auspicano di trovare forme di sostenibilità economica. Un impegno che affidano all’intercessione di Maria, Madre dell’Amazzonia.

 

Nessun commento:

Posta un commento