mercoledì 9 giugno 2021

VITA DA PRETE

 




la vita da prete in tutti questi anni mi ha preparato ad alcuni incontri, esperienze, eventi che hanno cambiato la mia visione del mondo, la mia personale percezione di Dio e, di conseguenza, del ministero.

Questi anni sono stati per me un cammino di lenta liberazione da ogni forma di religione, intesa come insieme di elementi che cercano di trattenere Dio, attraverso dottrine, dogmi, riti, per incontrare Gesù che è venuto al mio incontro in modo gratuito e inaspettato. Liberazione dalla religione degli uomini del sacro e dai suoi detriti pagani, per un cammino di avvicinamento al Vangelo del Signore che è amore, pace, giustizia. Per questo motivo, in questi anni, ho cercato di prendere le distanze da tutti quei gruppi, movimenti che interpretano la chiesa come uno spazio in cui dettare ordini, impartire insegnamenti umani, confondere dottrina con il Vangelo. Quanta gente ho visto soffrire in queste prigioni religiose! Che senso ha la religione quando produce sofferenze e schiavitù? Liberatevi, per Dio!

Ho trovato Gesù e, lo trovo ancora, in ambienti estranei al mondo religioso.

Ti ho trovato, Signore, nei giovani che, nei primi anni del mio ministero, ho incontrato nei bar, nei parchi, nelle piazze, nelle loro case. Giovani che non hanno mai frequentato la chiesa ma hanno dimostrato di avere una grande spiritualità.

Ti ho trovato nella gente dei quartieri poveri dove ho vissuto per quindici anni in Brasile. Quartieri dimenticati dal governo, ma anche dalla Chiesa. Persone escluse dalla possibilità di avere un lavoro dignitoso, una casa dignitosa, una vita dignitosa. Esclusi e, proprio per questo, amati in modo del tutto speciale dal Signore. Quanta presenza di Dio sentivo in questi esclusi!

Ti ho trovata e continuo a trovarti in tante donne che, in un certo senso, mi hanno ricordato di appartenere a un'istituzione dal forte carattere patriarcale e misogino. Donne che guidano comunità con grande amore e competenza, ma che non hanno il diritto di partecipare alla gerarchia, agli organi decisionali della Chiesa. Tutto questo è molto ingiusto, ma il Dio di Gesù Cristo è dalla parte degli offesi e dei perseguitati e, quindi, dalla parte delle donne che, prima o poi, ne sono certo, contribuiranno a creare comunità di donne e uomini con eguale dignità.

Ultimamente ti ho trovato nelle lesbiche, negli omosessuali massacrati non solo dalla cultura arrogante degli ignoranti, ma anche da quella Chiesa di cui sono rappresentante. Quanta sofferenza ho sentito in questi cristiani, che le persone nelle parrocchie non volevano che pregassero in chiesa. Che mancanza di amore, di vangelo e di misericordia: che umiliazione! Solo stando loro vicino mi sono accorto della tua misteriosa presenza, che è sempre dalla parte dei perseguitati, degli emarginati, degli esclusi.

Ed ora, per tanti motivi che non vale la pena scrivere, vivo in esilio, nei confini di una diocesi, da straniero. Da un punto di vista umano, la mia traiettoria in questi anni verrebbe letta esattamente come una sconfitta, un fallimento totale. Al contrario, guardando questa stessa storia dall’alto della croce di Cristo, con lo sguardo che viene dal Vangelo, sento tutto il suo affetto, il suo amore, la sua misericordia.

Continua a pregare per me, io prego sempre per tutti voi.


4 commenti:

  1. Grazie di questo post. Pur avendo avuto un percorso diverso mi ritrovo in molte sue parole. E ho un interrogativo, che potrei definire "risolto" sul piano spirituale, ma non su quello mentale.
    E' davvero necessario avvicinare gli amici ala Chiesa?
    La Samaritana mi risponde di sì, che è umano, ma la Croce parla più sottilmente...

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  2. Che belle parole. La Chiesa mi ha allontanata da ragazzina per la sua misoginia ed omofobia. Purtroppo non credo che tornerò mai a credere perché i riti ed i dogmi sono troppo lontani da quello che sono, una scienziata. Ma apprezzo gli insegnamenti del Vangelo e coloro che nella Chiesa si concentrano su questi e non su precetti morali vecchi di secoli e che portano solo sofferenza. Benvenuto a XII Morelli, dove spero possa diffondere tra i suoi parrocchiani un po' di misericordia verso gli ultimi ed i diversi. Le assicuro, ma forse già se ne è accorto, che ce n'è tanto bisogno. Purtroppo i paesini di periferia sono posti difficili in cui spiegare che bisogna essere aperti al mondo, alla vita ed agli altri. Spero tanto che lei ci riesca. In bocca al lupo da una sua compaesana.

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