giovedì 20 dicembre 2018

LIBERATEVI, PER DIO!




Paolo Cugini

È come la cipolla o come una fodera. Sono esempi che prendo da una mia cara amica, che li usa spesso ogni volta che spiega la complessità del testo biblico. La cipolla vista da lontano, sembra compatta, una cosa unica, ma non è. Quando la vedi da vicino ti accorgi che è stratificata, che la puoi pelare, le puoi togliere le stratificazioni che, per quanto riguarda la cipolla – e non solo – è un processo che ci fa piangere.

Anche le coperte sembrano un corpo unico e invece ci sono delle cuciture che uniscono i pezzi e poi ci sono dei rivestimenti per nascondere le cuciture. La coperta sembra un corpo compatto, ma non è. Come, del resto, tante cose nella vita: sembrano compatte, ma non lo sono. Ci abituiamo a vivere nell’apparenza delle cose, sino al giorno in cui un incontro, un volto, un sentimento forte ci aiuta a svegliarci e a scoprire che non è tutto compatto come sembra, che c’è qualcosa di diverso, che c’è dell'altro.

C’è tutto un sistema di cose che fa di tutto affinché la realtà risulti compatta, bella, simpatica. C’è tutto un mondo che lavora al mascheramento della realtà, soprattutto, al mascheramento delle manipolazioni del reale. E poi intervengono degli eventi che incrinano la compattezza, che aprono degli spiragli, che provocano una riflessione, una crisi e aprono, in questo modo, il cammino della decostruzione che ci conducono alla realtà, vale a dire, alla verità sulle cose. La decostruzione delle strutture messe in atto per coprire la manipolazione della realtà è, allo stesso tempo, un cammino di liberazione e di disvelamento. È di liberazione perché, finalmente, la persona vive con libertà il proprio rapporto con la realtà. Di disvelamento perché la rivelazione del processo di decostruzione ci conduce alla comprensione che le intuizioni che percepivamo nel periodo della manipolazione del reale, erano autentiche. Questa è già un’importante indicazione di metodo. Ci dice, infatti, che ogni persona è dotata per cogliere la verità delle cose, la loro realtà e, quindi, è in grado di percepire ogni tentativo di manipolazione, di distorsione, di dissuasione.

Ad un certo punto nella vita dobbiamo decidere se sbucciare le cipolle o lasciarle così; dobbiamo decidere se togliere le federe e controllare le cuciture, oppure continuare a coprirci come se la coperta fosse un corpo unico. Infine, ad un certo punto della vita dobbiamo decidere se continuare a credere a santa Lucia e a Babbo Natale, o se collocarli al loro posto. Dobbiamo, cioè, ad un certo punto della vita, che sarebbe bello essere il più presto possibile, deciderci se vale la pena soffrire un po’, smascherando i miti che ci stanno offuscando la vista del reale, o fare finta di nulla e pagare il prezzo salatissimo di una vita falsa, di correre il rischio cioè di non vivere mai la realtà.

Quando questo succede, cioè quando ritardiamo ad attivare i processi di decostruzione e di smascheramento stiamo male perché viviamo male. La coscienza si ribella quando qualcosa o qualcuno ci soffoca, tarpa le nostre ali, c’impedisce di volare, di essere noi stessi. La nostra coscienza si arrabbia con noi nel profondo del nostro cuore quando ci vede pigri, remissivi, un po' meschini perché ci rifugiamo dietro le nostre paure. Siamo come arrabbiati quando ci accorgiamo che la vita non è come l’avevamo pensata o come qualcuno l’ha pensata per noi. E allora c’è dentro di noi una voce, un sentimento che ci spinge a prenderci in mano, a prenderci sul serio, a smetterla di piagnucolare e tirarci su le maniche pere smascherare tutto e vivere così finalmente liberi.

È il contatto con la realtà che smaschera le sovrastrutture false che ci stanno impedendo di vivere in modo autentico. È la realtà che provoca l’incresparsi di quelle idee, di quelle filosofie e teologie che rivestono la nostra vita non permettendoci di vivere in modo autentico. La cosa peggiore che purtroppo accade spesso, è quando le filosofie e le ideologie incontrano come alleati i genitori che, non hanno tempo per controllare se tali ideologie sono aderenti o meno alla realtà. Povera quella giovane anima che trova dentro di casa l’alleanza diabolica dei propri genitori con gli spacciatori di ideologie devitalizzanti e castranti! Sarà dura uscire da questa gabbia di matti, ma ce la si può fare. C’è sempre, infatti, un giorno in cui incontriamo qualcosa di reale, in cui percepiamo che il mondo non è come ce lo stanno spacciando. C’è sempre un giorno in cui la giovane anima respira aria di libertà e, quando questo succede, puoi star sicuro che farà di tutto per scrollarsi di dosso il marciume delle filosofie e delle teologie che come catene la tengono in gabbia. Chi sente profumo di libertà, soprattutto quando questo profumo viene verso di noi nella giovinezza, puoi stare sicuro amico mio, che questo profumo non si scorda mai.

Il primo elemento fondamentale di questo processo di smascheramento, che è allo stesso tempo un processo di decostruzione, consiste nel prendere le distanze dai maghi, dai ciarlatani, dai venditori di fumo, imbroglioni da due soldi che, per tante ragioni, abbiamo incontrato nel nostro cammino e ci hanno riempito la testa di fandonie. Credo che sia impossibile questo salutare addio ai ciarlatani senza incontrare qualcuno che ci sia già passato, qualcuno che si sia già liberato dal mondo di fandonie, dal mascheramento del reale. È brutto che lo dica proprio io che sono della stessa categoria, ma molti di questi ciarlatani vestono delle sottane nere e camminano nelle chiese. C’è tutta una religione che prima di essere cammino di libertà è strumento satanico di schiavitù e di morte. Quanta gente ho incontrato in questi anni che ingenuamente seguiva quel tal prete o quel tal gruppo pensando di camminare nella via del Signore e invece stavano percorrendo il sentiero di Satana! Liberatevi, per Dio!


6 commenti:

  1. Nessun ciarlatano, impostore o venditore di fumo può reggere al confronto col Vangelo. Ogni comportamento, infatti, se raffrontato alle parole e alla vita di Gesù, si disvela nella sua essenza più profonda e manifesta la sua più intima realtà: “Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con me, disperde” (Mt 12, 30).
    Se proprio decidiamo di seguire una tonaca, non lasciamoci affascinare dal suo fruscio... cerchiamo, piuttosto, di percepire il battito del cuore che vi pulsa dentro, per coglierne la sintonia col battito del Cuore di Gesù!

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  2. Sono 7 anni che quotidianamente rifiuto la realtà perfetta e rassicurante di chi cerca di dimostrare che emarginare gli imperfetti, fingendo di occuparsene per lucrarci, sia giusto e che sia l'unica soluzione socialmente ed economicamente possibile: ci hanno pure costruito la teoria social-economica della capability... È da 7 anni che vedo queste pratiche applicate ai bambini e alle loro famiglie, come pretesa, come inchino ai perfetti nel loro impegno quotidiano: coloro che non ritengono però loro compito di cristiani condividere il pane dell'educazione, spezzato nelle aule scolastiche, con chi ha avuto meno opportunità o è stato schiacciato da pesi troppo faticosi. Che sofferenza togliere i lembi di questa cipolla, mai però quanto quella di quei bambini ai quali viene levato spazio, facendo, per contro, finta di darlo, con tempi biblici, s'intende, con un bel po' di spesa individuale e pubblica, con specialisti dai verdetti contrastanti o tirati via che offuscano il lavoro di altri che fanno il possibile x dare dignità alle persone che incontrano. È una giostra sulla quale ballano diversi interessi, tali da voler, anche con la violenza psicologica e il ricatto nascosto, mantenere tutto così... Serve che ognuno spezzi il suo pezzo di pane per gli altri, per coloro che lo circondano: ciò serve anche a smascherare lo scarso impegno, il desiderio di guadagno facile, la poca voglia di elevarsi culturalmente e moralmente, serve a dare impulso ad un futuro e ad un'economia sana che coinvolge anche gli svogliati.

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  3. Molto bello il post! La tua amica ha ragione, un esempio calzante che fa riflettere! Mentre leggevo la prima cosa che ho pensato è che facesse piangere la cipolla... infatti lo sottolinea!
    Sai qual’e’ il problema fondamentale secondo me? È che nessuno si da’ prima di tutto il tempo di osservare la cipolla! Fai finta che quello che ti viene tradotto, trasmesso dagli altri sia vero!
    Ti rifugi in questo e ti crei un alibi e sai che fermarsi e osservare e darsi il tempo di riflettere ti fa sembrare diverso dagli altri, quello strano...
    E poi come scrivi tu perché è DIFFICILE ma DOVEROSO PER SENTIRSI LIBERI!
    Bel post!! Grazie Cugini!

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    1. Grazie, mi è servito a riflettere sul mio ruolo di genitore. A volte il desiderio di proteggerli prevale su quello di lasciarli sbagliare per farli crescere in consapevolezza, professo sempre quello in cui credi anche tu,solo che, tu sei molto più credibile. Lo condividero'😉

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  4. grazie! un post salvifico!
    sì perché sembra che ci dimentichiamo che abbiamo solo una vita e che il tempo che si spreca non lo potremo recuperare; poi ci troviamo stanchi, ammalati, arrabbiati, tristi e non capiamo il perché.
    E' solo andando alla fonte delle nostre convinzioni che ci rendiamo conto se siamo nella realtà o se abbiamo delegato la nostra vita ad altri. E un prete ha una grandissima responsabilità e ne dovrà dare conto!
    Poi entra in gioco la nostra umiltà, perché non ci piace aver capito male e a volte preferiamo incaponirci e continuare a soffrire, anche difendendo quelli che tu chiami spacciatori di ideologie devitalizzanti e castranti, piuttosto che prendere in mano la nostra Vita e la nostra autenticità
    Condivido in pieno ogni cosa che hai scritto, é straordinariamente vero e
    lo vivo poiché quando sono nella realtà oltre a sentirmi libera mi sento in pace con tutti, mentre quando non sono nella realtà me ne accorgo perché devo rinunciare o alla libertà o alla pace.
    Grazie a Dio per averci mandato veri profeti come te!
    Se lo vogliamo, possiamo così celebrare il nostro Natale

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  5. Complimenti è come mi hai detto al -cum, è un libro avvincente e che ci ha dato molto su come vivere la nostra fede e su come viverla qui in America Latina. un grande abbraccio e ti ricordiamo sempre nelle nostre preghiere .
    Ale e Francy

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