Una campagna che salva vite
Paolo Cugini
Dal
2014, l’Associazione Brasiliana di Psichiatria – ABP, in collaborazione con il
Consiglio Federale di Medicina – CFM, promuove e conquista partner in tutto il
Brasile grazie a questa bellissima iniziativa. Il 10 settembre è ufficialmente
la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, ma l’impegno prosegue
durante tutto l’anno. Il suicidio è una triste realtà che colpisce tutto il
mondo e genera gravi danni alla società. Secondo l’ultima ricerca condotta
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2019, si registrano oltre
700 mila suicidi a livello globale, senza contare i casi non denunciati; si
stima, infatti, che il numero reale superi il milione di casi. In Brasile, i
dati si avvicinano ai 14 mila casi ogni anno, ossia in media 38 persone si
suicidano al giorno. Sebbene i numeri stiano diminuendo in molti paesi, nelle
Americhe la tendenza è opposta, con un incremento costante dei tassi, secondo
l’OMS. È noto che quasi il 100% dei suicidi è collegato a malattie mentali,
soprattutto se non diagnosticate o trattate in modo errato. Pertanto, la
maggior parte dei casi avrebbe potuto essere evitata se i pazienti avessero
ricevuto cure psichiatriche e informazioni di qualità. Informarsi per imparare
e aiutare gli altri è la via migliore per combattere questo problema così
grave. È fondamentale che le persone vicine siano in grado di riconoscere
quando qualcuno sta pensando al suicidio e sappiano come aiutarlo: ascoltare
attivamente senza giudicare, mostrare disponibilità ed empatia, ma soprattutto
accompagnarlo da uno psichiatra, che saprà come gestire la situazione e salvare
il paziente.
La
parrocchia di San Vincenzo de Paoli sono già da alcuni anni che si mobilita per
organizzare una giornata di sensibilizzazione con il coinvolgimento non solo
delle 7 comunità di cui è costituita, ma anche delle così dette pastorali, vale
a dire, i servizi specifici che la parrocchia rivolge ai bambini, ai giovani,
oltre che alle altre attività parrocchiali. Nell’evento di quest’anno abbiamo
coinvolto anche i rappresentanti del potere politico, dell’Università e delle
associazioni locali. Da quest’anno la parrocchia, oltre alle due psicologhe che
svolgono un servizio settimanale, ci sono anche quattro studenti del Vo anno di
psicologia, che svolgono un servizio gratuito di assistenza psicologica. “Tutti
noi dobbiamo impegnarci attivamente - ha ribadito Wanilda, una delle
psicologhe che lavora in parrocchia - per sensibilizzare sull’importanza
della vita e aiutare nella prevenzione del suicidio, un tema che ancora oggi è
considerato un tabù”. Vanessa, l’altra psicologa della parrocchia ha ribadito
che: “È importante parlarne affinché chi sta attraversando momenti difficili
e di crisi possa cercare aiuto e comprendere che la vita è sempre la scelta
migliore. Quando una persona decide di porre fine alla propria vita, i suoi
pensieri, sentimenti e azioni diventano molto ristretti: pensa costantemente al
suicidio e non riesce a vedere altre soluzioni per affrontare o superare il
problema”.
La
manifestazione si è concentrata in una piazza del quartiere e, dopo alcuni
momenti di canti e balli e di una preghiera, ha continuato per la strada
centrale sino a giungere all’altra piazza entrale dove Zé Riccardo, un
assessore locale, ha preso la parola spiegando, con i numeri alla mano, la
gravità del problema. “Il suicidio è un importante problema di salute
pubblica, con impatti sull’intera società. Secondo i dati dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno più persone muoiono per suicidio che per
HIV, malaria o tumore al seno – o a causa di guerre e omicidi. Tra i giovani
dai 15 ai 29 anni, il suicidio è stata la quarta causa di morte dopo gli
incidenti stradali, la tubercolosi e la violenza interpersonale. Si tratta di
un fenomeno complesso, che può colpire individui di diverse origini, generi,
culture, classi sociali ed età. Secondo i dati della Segreteria di Vigilanza
Sanitaria divulgati dal Ministero della Salute nel settembre 2022, tra il 2016
e il 2021 si è registrato un aumento del 49,3% della mortalità tra gli
adolescenti di 15-19 anni, arrivando a 6,6 ogni 100 mila, e del 45% tra gli
adolescenti di 10-14 anni, arrivando a 1,33 ogni 100 mila”.
Il
problema è serio e, nel quartiere Compensa dove abitiamo, i numeri sono i più
alti di tutta la città di Manaus. Per questo vale la pena coinvolgersi e
sensibilizzare la popolazione.
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