sabato 18 febbraio 2023

PRETI E MINISTERI

 




Paolo Cugini

 

Da quello che mi sembra di aver capito nella mia esperienza di pastore di comunità è che il problema dei ministeri è nella testa dei preti. Per come è impostata la parrocchia in Italia è molto difficile stimolare il laicato, perché la parrocchia è da sempre identificata con il parroco che, di conseguenza, fa fatica a delegare, perché quando lo fa sente di perdere il controllo. Questo problema ecclesiale lo si nota anche nelle così dette unità pastorali, in cui, invece di accompagnare le singole comunità parrocchiali, le si gestisce come un’unica parrocchia. Il Concilio Vaticano II ci ha insegnato che nella Chiesa popolo di Dio tutti i fedeli sono chiamati a partecipare attivamente. Anche nelle prime comunità, così come sono descritte negli Atti degli Apostoli e nelle lettere di Paolo, i cristiani sono attivi e partecipi nelle comunità. I ministeri, quindi, dovrebbero essere una logica conseguenza della vita della comunità dei battezzati in Gesù Cristo.

Il problema è che non trovano spazio, perché nonostante la scarsità del clero, è già tutto occupato da loro e non c’è verso di farsi da parte: non ci riescono, è insito nel loro DNA occupare tutti gli spazi della comunità. Il cambiamento, ancora una volta, non verrà dall’alto, da delle decisioni magisteriali, ma dal basso, dallo spazio che i laici e le laiche sapranno prendersi. Papa Francesco lo ha ricordato nel primo documento che ha scritto Evangelii Gaudium: prendete l’iniziativa. Coraggio sorelle e fratelli: la comunità vi aspetta. 

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