Idee, percorsi e proposte per una nuova fecondità pastorale
Paolo
Cugini
Premessa
Il ritorno dei missionari
e delle missionarie nella loro diocesi di origine rappresenta un dono prezioso
e una risorsa spesso inesplorata per le comunità locali. Dopo anni di servizio
missionario in contesti diversi, queste persone portano con sé un bagaglio
umano, spirituale e culturale ricchissimo, che può contribuire a rinnovare la
vita pastorale, la sensibilità ecclesiale e l’apertura al mondo. Tuttavia, la
fase del rientro necessita di attenzione, ascolto e percorsi che permettano al
missionario o alla missionaria di sentirsi nuovamente accolto/a e
valorizzato/a. È a partire da questa sensibilità che provo ad elaborare e
presentare una proposta, che possa aiutare da un lato, i missionari a rientrare
nella diocesi di origine sentendosi accolti, voluti bene e, dall’altro, le
diocesi a valorizzare la ricchezza di competenze acquisite negli anni di
missione.
Il primissimo consiglio
per una proficua valorizzazione del vissuto umano e spirituale dei missionari
che rientrano dopo anni di servizio pastorale e sociale in mondi “altri”,
potrebbe essere quella di accoglierli in comunità specifiche progettate e
strutturate dal CMD locale e dal suo direttore, che prevede moment idi spiritualità,
formazione e animazione missionaria. Mi sembra una grande mancanza di rispetto
e di sensibilità gettare immediatamente nella pastorale locale persone che
provengono da esperienze pastorali ed ecclesiali molto diverse, con la semplice
preoccupazione di “coprire dei buchi scoperti”.
Obiettivi del
Progetto
·
Accompagnare il reinserimento umano,
spirituale e pastorale dei missionari rientrati.
·
Valorizzare e diffondere le competenze, le
storie e i carismi maturati durante l’esperienza missionaria.
·
Sensibilizzare la comunità diocesana
all’universalità della Chiesa e alla dimensione missionaria della fede.
·
Favorire nuove forme di impegno,
testimonianza e animazione missionaria nelle parrocchie e nei diversi ambiti
diocesani.
Percorsi di
accompagnamento e accoglienza
·
Colloqui di ascolto e accompagnamento:
Incontri personali con il vescovo, referenti diocesani e figure di supporto per
raccogliere le esperienze vissute, accogliere eventuali fatiche e individuare
percorsi di reinserimento personalizzati.
·
Laboratori di condivisione:
Organizzazione di gruppi di confronto tra missionari rientrati e altri
operatori pastorali per riflettere sulle sfide del ritorno e sulle potenzialità
di servizio nella nuova fase della vita.
·
Momenti di preghiera e celebrazione:
Liturgie di ringraziamento, testimonianze in assemblea, eventi pubblici per
accogliere i missionari e far sentire il calore della comunità.
Valorizzazione delle
competenze e delle esperienze
Nelle diocesi in cui è
attivo un Centro Missionario Diocesano, potrebbe essere affidato a questo
organismo l’organizzazione di alcuni momenti specifici come:
·
testimonianze nelle parrocchie
e nelle scuole: organizzazione di incontri in cui i missionari possano
raccontare la loro esperienza, sensibilizzando bambini, giovani e adulti
all’apertura verso l’altro e alla missione.
·
Formazione missionaria:
coinvolgimento dei missionari nei percorsi di preparazione di nuovi volontari,
catechisti, operatori pastorali, con moduli dedicati alla mondialità, al
dialogo interreligioso e alla giustizia sociale.
·
Partecipazione agli organismi
diocesani: Inserimento dei missionari rientrati in
équipe di formazione, commissioni pastorali, centri di ascolto e gruppi di
lavoro per arricchire la progettualità della diocesi.
Iniziative di
sensibilizzazione e coinvolgimento della comunità
·
Giornate missionarie:
Promozione di eventi periodici dedicati alla missionarietà, con mostre
fotografiche, mercatini solidali, testimonianze e laboratori interculturali. Il
CMD potrebbe organizzare un calendario permanente di questi eventi che, allo
stesso tempo, esigono una costante raccolta di materiale dalle missioni.
·
Animazione liturgica e catechesi:
Inserimento di temi missionari nelle omelie, nella formazione liturgica, nelle
catechesi e nei percorsi di formazione diocesana, valorizzando il contributo
diretto dei missionari rientrati.
·
Collaborazione con associazioni e
ONG: Attivazione di sinergie tra diocesi, organizzazioni
missionarie e realtà del territorio per progetti di solidarietà, scambio
culturale e volontariato internazionale. Questa è una caratteristica specifica
dei missionari che, vivendo e attuando per anni i realtà sociali caratterizzate
dalla povertà e dalla marginalizzazione, vengono a contatto con organismi, non
solo ecclesiali, presenti sul territorio
con i quali collaborano in rete per risolvere assieme i problemi incontrati.
Proposte di
coinvolgimento pastorale
Anni di servizio
pastorale attivo dovrebbero aver condotto i missionari ad assumere competenze specifiche
di tipo ecclesiale e sociale.
·
Valorizzare le competenze ecclesiali.
Nel
nuovo contesto pastorale costituito dalle Unità Pastorali, i missionari, soprattutto
presbiteri, che per anni hanno accompagnato parrocchie formate da decine di comunità,
possono aiutare i presbiteri locali a vivere in modo più sereno il loro
compito, nel coinvolgimento dei laici e delle laiche.
·
Nuove responsabilità pastorali:
affidare ai missionari compiti di coordinamento, formazione, animazione
missionaria o accompagnamento dei giovani in discernimento.
·
Progetti di cooperazione
internazionale: Sfruttare le reti e le relazioni
costruite all’estero per avviare gemellaggi, scambi e progetti di sviluppo tra
la diocesi e altre Chiese sorelle.
·
Accompagnamento spirituale:
Offrire ai missionari spazi e tempi di accompagnamento spirituale, rilettura
dell’esperienza e discernimento vocazionale per individuare nuovi cammini di
servizio.
Conclusione
Valorizzare i missionari
e le missionarie rientrati rappresenta una grande opportunità per l’intera
diocesi: significa aprirsi all’universalità della Chiesa, arricchire le
comunità con testimonianze vive e favorire percorsi di rinnovamento pastorale e
spirituale. Il loro ritorno può diventare un seme di speranza e di rinnovamento
per tutti e tutte, se accolto con attenzione, creatività e spirito di
comunione. Crediamoci.
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