Paolo Cugini
La
domanda iniziale che provoca le argomentazioni del breve libretto di Schonborn
è la seguente: Il cristianesimo è una presenza straniera oppure rappresenta il
fondamento dell’Europa? Secondo l’autore si possono affermare tranquillamente
entrambe le cose.
Se
è vero che il cristianesimo è una delle radici della cultura europea, dall’altra
tale consapevolezza sta diminuendo in maniera allarmante. Secondo Schonborn l’Europa
non potrà sopravvivere senza i contenuti portati dal cristianesimo. Due prospettive
ebraiche vale la pena citare per comprendere l’ampiezza del problema.
La
prima è di Jonathan Saks, rabbino capo della Gran Bretagna, il quale
ritiene che il responsabile del crollo dell’indice di natalità in Europa sia la
cultura consumistica: “la sua popolazione è troppo egoistica per crescere figli”.
Secondo Saks l’Europa è l’area più secolarizzata del mondo e, a suo dire, c’è
correlazione con la diminuzione spaventosa di natalità. “Essere genitori
richiede un grande sacrificio” e, nell’attuale contesto culturale europeo non
trova spazio l’idea di sacrificio. Per questo, secondo Saks, il credo religioso
è fondamentale per la coesione della società.
La
seconda prospettiva è di Joseph Weiler, professore di diritto europeo
all’Università di New York, che parla di cristianofobia europea. Anche lui vede
correlazione tra questa perdita di memoria delle origini e lo sviluppo
demografico in Europa.
A
questo punto diviene importante fare memoria e delineare brevemente le fasi
storiche più significative del cristianesimo in Europa.
L’epoca
antica. Durante il periodo della così detta pax
romana solo gli ebrei e i cristiani rifiutavano di diventare una religione in
mezzo a tante all’interno del pantheon pagano. La conseguenza fu un’aspra
critica nei loro confronti, sfociata nelle persecuzioni e nel martirio di
migliaia di uomini e donne. È possibile, a partire da queste considerazioni, è
possibile incontrare alcuni frutti delle radici cristiane dell’Europa piantati
già all’inizio.
Il
primo, è il fondamento della dignità umana nell’idea biblica che l’uomo e
la donna sono creati ad immagine di Dio. Ciò ha prodotto come
conseguenza nel messaggio di Gesù, l’attenzione ai poveri, agli ammalati, agli
esclusi in un contesto culturale che disprezzava tutti coloro che non appartenevano
al popolo greco.
Un’altra
idea portata dal cristianesimo e che è alla base della cultura europea è,
secondo Schonborn, l’unità della specie umana. L’umanità è un’unica
famiglia. Considerare greci e barbari sullo stesso livello, come sosteneva
la prima comunità cristiana, era considerato uno scandalo. Questa idea che
siamo tutti fratelli e sorelle è uno dei pilastri della cultura europea di
chiarissima origine cristiana.
L’ultima
idea maturata nell’età antica del cristianesimo e che ha plasmato la cultura
europea è la libertà. Secondo Schonborn “la più efficace invenzione della
Bibbia è la libertà: la possibilità di autodeterminarsi che Dio dona all’uomo.
L’amore bandisce la coercizione”.
L’epoca
medievale. Probabilmente il vero problema del
cristianesimo, quello che lo rende poco credibile agli occhi del mondo
occidentale è la cristianità, quella trasformazione, cioè, avvenuta dopo l’editto
di Costantino e lo stabilirsi come religione dell’impero a partire dal 380 con
Teodosio. Secondo Schonborn ci sono due papi che rappresentano simbolicamente
lo sviluppo che rese possibile l’Occidente cristiano, ma lo fece anche cadere:
Gregorio Magno e Leone III. Il primo fu molto influenzato dalla caduta di Roma
e dalla paura dell’impero di oriente al punto di fare della chiesa il baluardo
dell’impero romano d’occidente. Leone III chiese aiuto ai Franchi e incoronò
Carlo Magno imperatore romano. L’impero bizantino percepì l’evento come un
grave tradimento dell’unità del cristianesimo, creando quell’estraneità che
culminò nel 1054 con la definitiva scissione. Le conseguenze furono gravissime perché
aprirono il varco alle lotte tra potere politico e potere papale. Scrive
Schonborn: “Dopo numerose guerre lo stato ecclesiastico medievale divenne un
sacerdotium senza alcuna importanza o influenza per le potenze europee […]
La battaglia sulla sovranità dell’impero e, in seguito, sullo stato della
chiesa, in concorrenza con le altre potenze europee, indebolì l’importanza
spirituale del papa, più che rafforzarla”. Una lezione importante la Chiesa può
ricavare da questa storia, vale a dire che è un errore pensare di poter
rafforzare una religione attraverso l’unione con lo stato e il potere politico.
La distinzione è necessaria e utile per entrambi. Parlando di medioevo non è
possibile guardarlo solamente sullo sfondo della lotta tra chiesa e impero: c’è
molto di più. C’è la nascita di vari ordini religiosi che contribuirono
significativamente per lo sviluppo culturale in Europa. Non si possono dimenticare
nemmeno i monasteri che, dopo la riforma di Cluny del 900, diedero un grande impulso
in ambito sociale, artistico, economico e spirituale.
Epoca
moderna. L’Europa moderna è soprattutto figlia
dell’illuminismo. Senza dubbio, la scissione religiosa del XVI secolo scosse
profondamente la società europea occidentale. Uno degli esiti delle guerre di
religione fu la territorializzazione delle confessioni cristiane: cuius
regio eius religio. Il luogo di residenza divenne il principio per
determinare l’appartenenza ad una determinata religione. Secondo Schonborn il
concetto negativo di pulizia etnica emerso nei Balcani è una conseguenza di
quel principio distruttivo. Le guerre di religione ebbero un secondo risultato,
cioè sembrano confermare che le religioni mettono un popolo contro l’altro,
mentre l’illuminismo li libera.
Nonostante
ciò, secondo Schonborn la situazione del cristianesimo in Europa “è alquanto
stimolante e piena di opportunità”. Si assiste, infatti, alla ricerca di
cammini di fede più consapevoli. Il cristianesimo un corpo estraneo, dunque, in
Europa, ma anche una radice. “L’Europa potrebbe aver bisogno della sana
inquietudine della voce profetica della Parola. Sempre secondo il nostro autore
– ed è la sua conclusione al breve saggio – “sappiamo che le radici che
sosterranno l’Europa nel futuro sono queste: un cristianesimo credibile, fedele
alle sue radici, per quanto singolare ed estraneo possa sembrare a volte ai
nostri occhi un tale cristianesimo”.
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