giovedì 12 novembre 2015

CORSO CARITAS





CORSO CARITAS PER OPERATORI DI CENTRO D’ASCOTO

Paolo Cugini
Il cammino di Chiesa intrapreso delle Unità Pastorali coinvolge anche il modo di vivere la carità. Ci siamo interrogati su questo tema lo scorso anno, dopo un anno di cammino. Abbiamo compreso che lo sforzo di camminare insieme doveva passare necessariamente anche dal modo nel quale ci avviciniamo agli ultimi. Uscire da un modo di fare assistenzialista, che tende a mantenere i poveri nel loro stato di povertà, coinvolgendo le persone al puro livello di contribuzione materiale, per camminare verso quello stile nel quale la Caritas diocesana da anni si sta muovendo. Ciò comporta una disponibilità all’ascolto, al farsi carico delle sofferenze dei fratelli e delle sorelle, soprattutto stranieri, che vengono a bussare alle porte delle nostre parrocchie. La chiesa povera di cui tanto parla papa Francesco rischia di rimanere sul piano della pura demagogia se non esce dal modello assistenzialista per incamminarsi verso un atteggiamento più responsabilizzante.
E’ dall’ascolto che possono iniziare cammini di liberazione degli stessi poveri. A volte è anche il sistema di aiuti che non permette ai poveri di uscire da una situazione d’indigenza per rimettersi in piedi e camminare con le proprie gambe. Gesù ci ha insegnato questo modello nella parabola del buon samaritano. Non si può pensare di fare la carità per il semplice fatto che si danno delle cose. Interessarsi della vita dei poveri, aiutarli a rialzarsi, rimettersi in cammino: è questo che la Caritas diocesana tenta di fare da anni. Un centro d’ascolto è senza dubbio una proposta in questa direzione, perché dall’ascolto delle persone in difficoltà si tenta di mettere in rete le risorse ecclesiali e sociali per elaborare una proposta, un cammino che si spera il più possibile propositivo.
L’ascolto dell’altro richiede un’attenzione particolare, richiede capacità di leggere tra le righe. Richiede anche la pazienza di andare al di là delle resistenze culturali che si frappongono nel dialogo con chi proviene da altre culture e che non permettono di cogliere la profondità della richiesta, che va al di la del dato materiale, anche se necessario. Per questo motivo, il percorso formativo proposto dalla Caritas diocesana prevede non solo dei momenti di recezione di contenuti, ma anche un momento di tirocinio nelle strutture che da anni lavorano sul territorio. L’ascolto delle povertà non consiste solamente in un’audizione passiva di richieste, ma anche e soprattutto l’elaborazione di una proposta, di un progetto che esige di essere continuamente verificato, aggiornato, modificato.
La proposta che presentiamo qui di seguito è sorta da un confronto tra il cammino realizzato in questi ultimi anni dalla Caritas dell’Unità Pastorale di Regina Pacis con la Caritas diocesana. Per questo motivo, la proposta che doveva all’inizio riguardare esclusivamente la succitata Unità Pastorale è rivolta a tutte le Caritas della diocesi che intendono aprire un centro d’ascolto. Per poter far parte di un centro d’ascolto si richiedono alcune capacità umane e cristiane unite ad un minimo di competenze. Saranno proprio queste ultime ad essere fornite dal corso che la Caritas propone.

Corso:
1.      Orientamenti biblici spirituali 16 gennaio
2.      Che cos’è un centro d’ascolto parrocchiale? 30 gennaio
3.      Approfondimento con le collaborazioni con le istituzioni – 13 febbraio
4.      Tecniche di ascolto 27 febbraio

Tirocinio
1.      Presenza affiancando l’accoglienza
2.      Affiancamento ai colloqui
3.      Partecipazione ad un’equipe settimanale


·         Il corso si terrà nei locali dell’Oratorio di Regina Pacis.
·         Le iscrizioni si raccolgono presso la Caritas Diocesana.

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