venerdì 30 giugno 2023

QUANDO UN PRETE SPOSATO PUO’ ESSERE UNA RISORSA E NON UN PROBLEMA

 

Mario



 

Paolo Cugini

Mario è un uomo italiano felicemente sposato padre di due figli che attualmente vive con la famiglia a Malmo, in Svezia. Alle sue spalle ha un eccellente curriculum scolastico fatto di un baccellierato in teologia, una licenza (Master) in teologia spirituale; ha frequentato il corso biennale per Consulenti e responsabili organizzativi a Milano gestito dallo studio APS (Analisi psico-sociale) e il corso per formatori a Torrazzeta (Pavia) con Manenti e Cencini. Mario unisce competenze specifiche a qualità umane di prim’ordine. Inoltre, ha insegnato per dieci anni teologia spirituale ed è stato responsabile della Pastorale Giovanile della diocesi di Reggio Emilia, oltre ad essere stato parroco. Si può dire che la Chiesa l’abbia servita e, chi l’ha conosciuto, può tranquillamente aggiungere che l’ha servita molto bene. Poi nel 2008 ha conosciuto Laura, si sono sposati ed hanno due figli. Mario non si considera un ex prete, ma un prete che ha interrotto un percorso e ne ha iniziato un altro.

Laura


A seguito del viaggio di Papa Francesco nel 2016 per partecipare ai festeggiamenti dei 500 anni della riforma di Lutero, che si è tenuta a Lund e Malmo, l’associazione comunità Papa Giovanni XXIII, ha inviato La famiglia di Laura e Mario per vivere un’esperienza ecumenica in dialogo con le altre chiese. L’aspetto sorprendente è che possono vivere questo dialogo all’interno di un’altra Chiesa, quella luterana. Attualmente Laura lavora con un’associazione privata sostenuta dalle chiese, con le vittime di tratta: in maggioranza sono donne e transessuali. Mario, invece, lavora presso la Parrocchia luterana di San Matteo, che fa parte dell’Unità pastorale della città, divisa in sei gruppi di parrocchie. San Matteo fa parte del gruppo di parrocchie di san Giovanni: San Matteo, San Paolo, Santa Maria e san Giovanni. In parrocchia lavorano 14 dipendenti. Ciò è possibile perché in Svezia, chi vuole può dare il 2% (non l’8 per mille) alla propria Chiesa. La funzione di Mario è quella di educatore con i bambini, la cura del catechismo e dei giovani. Lavora in cucina una domenica al mese perché, dopo la messa domenicale, c’è il pranzo comunitario. Con le persone che lavorano in parrocchia c’è un incontro d’equipe settimanale di verifica e progettazione. Ci sono inoltre altri incontri con gli educatori.

La cappellina dove avviene la preghiera della sera sullo stile di Taizé


Mario lavora anche presso la Chiesa luterana di Santa Maria. Anche se in Svezia è lo stato che si occupa dei poveri, le chiese sono anche loro attive sul tema della carità. Presso la Chiesa diaconale di Santa Maria si fanno attività in favore delle persone emarginate. Qui Mario, assieme ad una équipe, fa accoglienza ai più poveri. Inoltre, gli è stato chiesto d’introdurre la teologia della liberazione come teologia di riferimento del lavoro diaconale. La diacona Ninni è responsabile dei punti di diaconia luterani della città. Alcuni anni fa ha frequentato i corsi del Centro di Studi Biblici di San Leopoldo, in Brasile. È stato in questo Centro Studi che, negli anni ’70 del secolo scorso, alcuni biblisti legati alla Teologia della liberazione, hanno messo a punto un metodo specifico, denominato: Lettura popolare della Bibbia.  Ninni ha conosciuto la famiglia di Mario e Laura, ha apprezzato molto la prassi del lavoro di ascolto realizzata da Mario e ha deciso che la teologia della liberazione doveva divenire la prassi del cammino dei diaconi. In questo nuovo percorso, due sono stati gli eventi che hanno segnato particolarmente il cammino.

Cena della piccola comunità


Il primo, è stato un lavoro di ricerca – azione proposto da Mario con i genitori che partecipano alle attività musicali con i bambini in chiesa. Un progetto nuovo e innovativo che ha permesso all’équipe parrocchiale di conoscere le motivazioni e le aspettative dei partecipanti, che spesso, per motivi anche culturali, non vengono esplicitate. Questo lavoro di ricerca ha permesso all’équipe di orientare meglio le scelte pastorali e, allo stesso tempo, di conoscere meglio le competenze di Mario che, in seguito, è stato invitato a realizzarla in altre parrocchie. L’altro momento importante in questo cammino formativo è stata la giornata fatta insieme con il metodo della lettura popolare della Bibbia, venuta così bene da mettere in programma altri cinque momenti in autunno.

Oltre a questo cammino, la famiglia di Laura e Mario fa parte di una “piccola comunità” composta da loro, da due ragazze che stanno facendo un’esperienza comunitaria in un appartamento della parrocchia, situato accanto all’appartamento dei nostri amici, e ad altre quattro persone che vivono nelle vicinanze. Questa comunità è nata nel 2015, nel periodo che ha visto l’afflusso di una grossa ondata migratoria proveniente dalla Siria e un prete decise di fondare una piccola comunità ispirata alla spiritualità di Taizé fatta di preghiera e accoglienza. Dal 2019 Laura e Mario sono in questa parrocchia e sono stati invitati a far parte di questa piccola comunità.

Linnea e Ida, che fanno parte della piccola comunità, si sono sposate lo scorso anno
Linnea sta studiando teologia per diventare prete


Mentre termino queste righe mi viene da dire: c’era bisogno d’andare in Svezia nella chiesa Luterana per vivere serenamente la propria fede? Non potevamo accoglierli noi? Tanta competenza e tanta umanità non potevano essere messi a disposizione di quel pezzetto di Regno di Dio che è qui vicino a noi? Queste sono mie personalissime domande, che Laura e Mario non si sono mai posti, perché la loro intenzione sin dall'inizio è stata quella di realizzare un 'esperienza missionaria come famiglia e, posso aggiungere, ci stanno riuscendo benissimo.

6 commenti:

  1. grazie delle informazioni; hai ragione da vendere; non potevamo accoglierli noi?

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  2. Non so se mi puoi rispondere a questa domanda:mi chiedo se Mario e Laura non soffrano del fatto di essersi convertiti a una religione che non vede presente Gesù nel pane e nel vino come suo Corpo e Sangue visto anche che Mario non si considera un ex prete.Grazie

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    1. Mario e Laura sono cattolici e continuano ad esserlo: stanno camminando assieme a fratelli e sorelle luterani in un cammino ecumenico. Il fatto che Mario lavori presso una parrocchia luterana mostra la libertà di questa Chiesa, che guarda alla qualità della persona e non all'etichetta

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  3. Di famiglia cattolica, passai a 60 anni alla chiesa valdese perché la cattolica negò i funerali religiosi a Welby, ma oggi mi chiedo se tutte queste chiese hanno un senso: non basterebbe un'unica grande chiesa cristiana, in cui vi siano dei gruppi che la pensino in modo diverso, com''era alle origini?

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  4. Mentre leggevo mi sono fatta le stesse domande....abbiamo bisogno di queste esperienze, abbiamo bisogno di profezia.

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