giovedì 26 aprile 2018

UN ANNO INSIEME A MADELEINE DELBREL




Paolo Cugini

Come ogni anno l’Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli indica un personaggio come punto di riferimento dei cammini formativi dell’anno: dalla catechesi alle sagre. Per la prima volta da quando abbiamo iniziato quest’iniziativa – vale a dire il 2015 – il personaggio in questione sarà una donna: Madeleine Delbrel[1]. Dopo un’adolescenza segnata da un ateismo radicale e profondo, Madeleine ritrova la fede nella gioventù, grazie all’incontro con alcuni amici cristiani e, in particolare, all’ingresso nei domenicani del ragazzo che amava, eventi che la spingono a riflettere sulla possibilità dell’esistenza di Dio. Sotto la guida di un abate – padre Lorenzo – inizia un cammino spirituale che la immerge nella preghiera e nella meditazione della Parola di Dio.

La sua intensa vita spirituale che la porta ad immergersi nel mistero di Cristo, accompagnerà tutta la sua esistenza. La passione per Cristo e per il Vangelo orienterà da questo momento tutta la sua vita: decide di essere tutta di Dio. La sua esperienza personale la renderà compassionevole verso i non credenti: scrive “io stessa avevo corso il rischio di preferire la morte alla vita”, e lo dice quando riceve la notizia che due sue amiche atee si sono suicidate. Nel 1929 Madeleine fa nascere il “gruppo del martedì sera”, che studia e riflette sulle Sacre Scritture: la scelta di riunire dei laici che leggono e riflettono sulla Bibbia è, per l’epoca, assolutamente anticonformista. L’esperienza durerà tre anni. Le partecipanti si trovano a casa di Madeleine: le loro riunioni sono costantemente interrotte dal padre che le insulta definendole delle “zitelle frustrate”. Lentamente, riflettendo per tre anni sulle Sacre Scritture, le ragazze vedono concretizzarsi l’esperienza di una vita comune consacrata totalmente a Dio: saranno “contemplative nel mondo”!

Con l’abate Lorenzo inizia a portare pacchi di cibo e di indumenti alle famiglie più disagiate: La strada diventa il terreno sul quale vivere la sua vocazione. Il suo diventa “un Dio coinvolto dal mondo che egli ama”. Con un gruppo di amiche decide di andare ad abitare, negli anni Trenta del secolo scorso, in un quartiere povero di Parigi, desiderando vivere con loro uno stile di famiglia, condividendo la vita dei poveri che, per la maggior parte, erano operai. Svolge in mezzo a loro un’intensa attività come assistente sociale. Proprio questo lavoro la conduce verso un impegno per elaborare politiche sociali in grado di far fronte alla povertà del mondo operaio. S’impegna a favore dei poveri, ma cerca di capire le cause della povertà. La piccola comunità di Madeleine decide anche come sostentarsi. La scelta forte è quella di vivere il più possibile come gli operai: per questo, e poiché nessuna delle tre è abituata a vivere nelle privazioni, tengono una busta per ogni tipo di spesa riempiendola con i loro striminziti stipendi. Tutto ciò che avanza alla fine del mese verrà dato a chi, nella cittadina, ne ha bisogno. 

Nel luglio del 1941 l’assemblea dei cardinali e vescovi francesi apre la Missione di Francia e la Missione di Parigi: si tratta delle prime esperienze dei cosiddetti “preti operai”, che vivono lavorando accanto agli operai nelle fabbriche e nei porti. Viene aperto un Seminario che si occuperà della loro formazione. L’abate Lorenzo, amico di Madeleine e parroco ad Ivry, diventa assistente del direttore del Seminario. A Madeleine viene chiesto di tenervi alcune lezioni dal titolo Il posto del laicato nella Chiesa, Il laicato sottovalutato, Il rinnovamento a lungo atteso e Nulla ci sia di profano. Nell’indicare quali passi avrebbe dovuto compiere la Chiesa per avvicinarsi al mondo reale Madeleine era certamente avanti rispetto ai tempi, ma pienamente conforme alla realtà attuale.

Nel 1950, grazie ai soldi vinti con un biglietto della Lotteria regalatole da un amico, Madeleine può recarsi a Roma per pregare “disperatamente” per la situazione della Chiesa: rimane in San Pietro otto ore. Nel 1955 Madekeine si ammala. Nello stesso anno muoiono il padre e la madre. Per non mantenere troppi legami con ciò che le appartiene, Madeleine brucia tutti i suoi lavori giovanili personali (poesie, disegni, scritti…) 

Dopo trent’anni di attività a Ivry Madeleine è ormai riconosciuta come una “specialista” dell’incontro tra cristianesimo e marxismo: invitata a parlare della sua esperienza e della sua visione in giro per l’Europa, inizia a viaggiare per tenere conferenze.  Poiché non vuole essere pagata dagli organizzatori, cerca di viaggiare di notte per dormire in treno. Quando questo non le è possibile dorme in stazione dove, a volte, viene cacciata fuori insieme ai barboni. Negli ultimi anni della sua vita, Madeleine viaggia intensamente per la Francia a parlare della sua esperienza e di quella delle sue compagne, senza tuttavia trascurare la vita della sua comunità. Lei stessa si definisce “commesso viaggiatore della Parola mio malgrado”. Negli ultimi mesi della sua vita, oltre a viaggiare, Madeleine si impegna nel Movimento per la Pace, di fronte al dilagare delle armi nucleari nel mondo, e invita la sua comunità a ritrovarsi per approfondire temi di attualità come “la teoria del Big Bang”, “le origini della vita e la sua evoluzione”, “le ultime scoperte scientifiche”, mai stanca di conoscere e di studiare. Il 13 ottobre 1964 Madeleine muore mentre lavora seduta alla sua scrivania, una grande scrivania ovale sulla quale, nel corso di 30 anni di lavoro, aveva steso la cartina del planisfero e attaccato foto provenienti da tutto il mondo.

Nel gennaio di quest’anno Papa Francesco riconosce le virtù eroiche di questa donna proclamandola venerabile, dando così continuità al processo di beatificazione iniziato nel 1994.

Sono molti gli punti della vita di Delbrel che possono stimolare la nostra riflessione durante il prossimo anno pastorale. Molte, poi, sono le sintonie con la proposta ecclesiale di Papa Francesco. L’esigenza di un rapporto con il Signore sempre più personale e profondo, che conduce i discepoli e missionari a non chiudersi nel tempio, ma ad aprirsi con slancio verso i fratelli e le sorelle più deboli. Ancora. L’amore per la parola di Dio che diventa punto di riferimento che orienta tutta l’esistenza sino al punto di decidere di donare tutta la propria vita per Dio e per i poveri. Elemento importante da sottolineare è la costante dimensione comunitaria ed ecclesiale che caratterizzerà la vita di Madeleine Delbrel.
Già nella sagra di Regina Pacis – 24-27 maggio - avremo modo d’iniziare ad assaporare la bellezza della santità di questa donna straordinaria, che tanto ha da offrire anche a noi.


[1] Per le note biografiche cfr.: Irene Abis, Vivere il Vangelo nelle periferie di Parigi -  La spiritualità incarnata di Madeleine Delbrêl, Novara 2007

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