Paolo Cugini
Come ogni anno l’Unità Pastorale
Santa Maria degli Angeli indica un personaggio come punto di riferimento dei
cammini formativi dell’anno: dalla catechesi alle sagre. Per la prima volta da
quando abbiamo iniziato quest’iniziativa – vale a dire il 2015 – il personaggio
in questione sarà una donna: Madeleine Delbrel[1].
Dopo un’adolescenza segnata da un ateismo radicale e profondo, Madeleine
ritrova la fede nella gioventù, grazie all’incontro con alcuni amici cristiani
e, in particolare, all’ingresso nei domenicani del ragazzo che amava, eventi
che la spingono a riflettere sulla possibilità dell’esistenza di Dio. Sotto la
guida di un abate – padre Lorenzo – inizia un cammino spirituale che la immerge
nella preghiera e nella meditazione della Parola di Dio.
La sua intensa vita spirituale che la
porta ad immergersi nel mistero di Cristo, accompagnerà tutta la sua esistenza.
La passione per Cristo e per il Vangelo orienterà da questo momento tutta la
sua vita: decide di essere tutta di Dio. La sua esperienza personale la renderà
compassionevole verso i non credenti: scrive “io stessa avevo corso il rischio di preferire la morte alla vita”,
e lo dice quando riceve la notizia che due sue amiche atee si sono suicidate. Nel
1929 Madeleine fa nascere il “gruppo del martedì sera”, che studia e riflette
sulle Sacre Scritture: la scelta di riunire dei laici che leggono e riflettono
sulla Bibbia è, per l’epoca, assolutamente anticonformista. L’esperienza durerà
tre anni. Le partecipanti si trovano a casa di Madeleine: le loro riunioni sono
costantemente interrotte dal padre che le insulta definendole delle “zitelle
frustrate”. Lentamente, riflettendo per tre anni sulle Sacre Scritture, le
ragazze vedono concretizzarsi l’esperienza di una vita comune consacrata
totalmente a Dio: saranno “contemplative nel mondo”!
Con l’abate Lorenzo inizia a portare
pacchi di cibo e di indumenti alle famiglie più disagiate: La strada diventa il
terreno sul quale vivere la sua vocazione. Il suo diventa “un Dio coinvolto dal mondo che egli ama”. Con un gruppo di amiche
decide di andare ad abitare, negli anni Trenta del secolo scorso, in un
quartiere povero di Parigi, desiderando vivere con loro uno stile di famiglia,
condividendo la vita dei poveri che, per la maggior parte, erano operai. Svolge
in mezzo a loro un’intensa attività come assistente sociale. Proprio questo
lavoro la conduce verso un impegno per elaborare politiche sociali in grado di
far fronte alla povertà del mondo operaio. S’impegna a favore dei poveri, ma
cerca di capire le cause della povertà. La piccola comunità di Madeleine decide
anche come sostentarsi. La scelta forte è quella di vivere il più possibile
come gli operai: per questo, e poiché nessuna delle tre è abituata a vivere
nelle privazioni, tengono una busta per ogni tipo di spesa riempiendola con i
loro striminziti stipendi. Tutto ciò che avanza alla fine del mese verrà dato a
chi, nella cittadina, ne ha bisogno.
Nel luglio del 1941 l’assemblea dei
cardinali e vescovi francesi apre la Missione di Francia e la Missione di
Parigi: si tratta delle prime esperienze dei cosiddetti “preti operai”, che
vivono lavorando accanto agli operai nelle fabbriche e nei porti. Viene aperto
un Seminario che si occuperà della loro formazione. L’abate Lorenzo, amico di
Madeleine e parroco ad Ivry, diventa assistente del direttore del Seminario. A
Madeleine viene chiesto di tenervi alcune lezioni dal titolo Il posto del
laicato nella Chiesa, Il laicato sottovalutato, Il rinnovamento a lungo atteso
e Nulla ci sia di profano. Nell’indicare quali passi avrebbe dovuto compiere la
Chiesa per avvicinarsi al mondo reale Madeleine era certamente avanti rispetto
ai tempi, ma pienamente conforme alla realtà attuale.
Nel 1950, grazie ai soldi vinti con
un biglietto della Lotteria regalatole da un amico, Madeleine può recarsi a Roma per
pregare “disperatamente” per la situazione della Chiesa: rimane in San Pietro
otto ore. Nel 1955 Madekeine si ammala. Nello stesso anno muoiono il padre e
la madre. Per non mantenere troppi legami con ciò che le appartiene, Madeleine brucia
tutti i suoi lavori giovanili personali (poesie, disegni, scritti…)
Dopo trent’anni di attività a Ivry
Madeleine è ormai riconosciuta come una “specialista” dell’incontro tra
cristianesimo e marxismo: invitata a parlare della sua esperienza e della sua
visione in giro per l’Europa, inizia a viaggiare per tenere conferenze. Poiché non vuole essere pagata dagli
organizzatori, cerca di viaggiare di notte per dormire in treno. Quando questo
non le è possibile dorme in stazione dove, a volte, viene cacciata fuori
insieme ai barboni. Negli ultimi anni della sua vita, Madeleine viaggia
intensamente per la Francia a parlare della sua esperienza e di quella delle
sue compagne, senza tuttavia trascurare la vita della sua comunità. Lei stessa
si definisce “commesso viaggiatore della Parola mio malgrado”. Negli ultimi
mesi della sua vita, oltre a viaggiare, Madeleine si impegna nel Movimento per
la Pace, di fronte al dilagare delle armi nucleari nel mondo, e invita la sua
comunità a ritrovarsi per approfondire temi di attualità come “la teoria del
Big Bang”, “le origini della vita e la sua evoluzione”, “le ultime scoperte
scientifiche”, mai stanca di conoscere e di studiare. Il 13 ottobre 1964
Madeleine muore mentre lavora seduta alla sua scrivania, una grande scrivania
ovale sulla quale, nel corso di 30 anni di lavoro, aveva steso la cartina del
planisfero e attaccato foto provenienti da tutto il mondo.
Nel gennaio di quest’anno Papa
Francesco riconosce le virtù eroiche di questa donna proclamandola venerabile,
dando così continuità al processo di beatificazione iniziato nel 1994.
Sono molti gli punti della vita di
Delbrel che possono stimolare la nostra riflessione durante il prossimo anno
pastorale. Molte, poi, sono le sintonie con la proposta ecclesiale di Papa
Francesco. L’esigenza di un rapporto con il Signore sempre più personale e
profondo, che conduce i discepoli e missionari a non chiudersi nel tempio, ma
ad aprirsi con slancio verso i fratelli e le sorelle più deboli. Ancora.
L’amore per la parola di Dio che diventa punto di riferimento che orienta tutta
l’esistenza sino al punto di decidere di donare tutta la propria vita per Dio e
per i poveri. Elemento importante da sottolineare è la costante dimensione
comunitaria ed ecclesiale che caratterizzerà la vita di Madeleine Delbrel.
Già nella sagra di Regina Pacis –
24-27 maggio - avremo modo d’iniziare ad assaporare la bellezza della santità
di questa donna straordinaria, che tanto ha da offrire anche a noi.
[1] Per le
note biografiche cfr.: Irene Abis, Vivere
il Vangelo nelle periferie di Parigi -
La spiritualità incarnata di Madeleine Delbrêl, Novara 2007
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