Paolo Cugini
Deriva
dal greco: polis, molti e èdron, faccia, quindi
molte facce. Si tratta, dunque, di un solido geometrico limitato da superfici
piane poligonali. Ci sono, poi, i poliedri regolari, costituiti da facce uguali,
e i poliedri irregolari. È una figura che esercita un certo fascino perché valorizza
le specificità. E’, infatti, nella prospettiva dell’unità nella diversità. La
valorizzazione delle parti, invece, non viene attuata dalla sfera che, per sua
caratteristica specifica, annulla qualsiasi spigolo, perché nella sfera tutto
dev’essere omogeneo. Poliedro e sfera indicano, dunque, delle modalità d’intendere
la relazione tra singolo e comunità, o tra diverse comunità in relazione tra di
loro.
Questa
figura geometrica è spesso citata da Papa Francesco per indicare la sua visione
di Chiesa, come un’unione di tutte le parzialità che nell’unità mantiene l’originalità
delle singolarità. È l’esatto contrario
in ciò che avviene nella sfera in cui la superficie non presenta sbavature.
Tutte le volte che la Chiesa s’impone sui fedeli senza nessuna possibilità di ascolto
o di replica, manifesta la sua intenzione di livellare la relazione affinché
appaia un’uniformità, che lascia tranquilli chi detiene il potere, ma genera
tensioni e ribellioni in chi le subisce. San Paolo, in questa prospettiva, in
più di una circostanza ha manifestato il desiderio di costituire comunità
cristiane seguendo il modello del poliedro, vale a dire, cercando di raggiungere
l’unità salvaguardando le diversità. San Paolo era convinto che proprio lo
Spirito Santo è colui che suscita le diversità, manifestando alle persone che
lo accolgono i carismi specifici che permettono alla comunità cristiana di
esistere ad immagine del Cristo.
Sul
piano sociale e politico poliedro e sfera indicano due modi d’intendere le
relazioni all’interno di una comunità, una nazione. Mentre, infatti, nel
modello della sfera il cittadino si annulla o, spesso e volentieri, è annullato
da misure autoritarie e violente, nel modello del poliedro il cittadino
conserva la sua peculiarità. Il modello del poliedro permette al cittadino d’interagire
con la struttura socio politica mantenendo una propria autonomia. Si percepisce
lo stile poliedrico di governare un paese nell’antica polis greca, una delle rare
esperienze politiche in cui i governanti non solo agivano per il bene dei
cittadini, ma li coinvolgevano nelle decisioni da prendere. Mentre il modello
sferico annulla la parte, la singolarità a beneficio del tutto, il modello
poliedrico la valorizza e crede che ogni singolo cittadino è chiamato a dare il
meglio di se stesso per il bene della comunità e riesce a farlo proprio perché è
sollecitato nelle sue specificità.
Amo il poliedro e detesto la sfera. Mi piace essere coinvolto e coinvolgere le persone sui progetti che mi frullano per la testa. Non mi piace quando incontro sulla mia strada persone con una mentalità “sferica”, che asfaltano le volontà dei singoli per imporre la propria. La cosa peggiore è quando questo modello sferico si vede attuato nella Chiesa facendolo passare come volontà di Dio stracciando, in questo modo, pagine su pagine di Vangelo.
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