venerdì 29 maggio 2020

DIRITTI DELL’UOMO E LEGGE NATURALE






prof. Francesco Zannini 

Venerdì 29 maggio 2020


Sintesi: Paolo Cugini

Capacità di ragionare, corporeità, struttura della persona umana: dati universali. È facile dedurre la base di alcuni diritti: il rispetto dell’altro, del pensiero dell’altro, il non uccidere, ecc. Tuttavia, se passiamo dall’astratto dei diritti dell’uomo a concretizzare questi diritti, le cose si complicano, perché arriviamo a questa dichiarazione dei diritti dell’uomo dopo una guerra che insanguinato il mondo e ci ha posto di fronte a dati di riflessione. Ci arriviamo riconoscendo questi diritti in maniera convenzionale, nel senso che i rappresentanti delle comunità politiche del mondo si sono accordate nel riconoscere in questa carta una carta universale.
C’è un problema: se riconosciamo alcuni elementi più astratti della natura dell’uomo, coniugare questi elementi in una serie dei diritti particolari che comportano doveri per lo Stato, ci troviamo di fronte alla diversità di lettura della natura stessa dell’uomo.
Omosessualità: non sono d’accordo tutti. Su quali elementi affermiamo la validità?
La legge naturale è la base per l’universalità dei diritti umani.

Il concetto di legge naturale della tradizione classica fa riferimento per la filosofia alla famosa tragedia di Sofocle (400 a.C.). I figli di Edipo vengono condannati dalle autorità e il Re Creonte li proclama colpevoli e ribelli per cui uno dei due, Policene, è condannato a non essere sepolto e ad essere bruciato. Antigone interviene e si oppone a Creonte con un lungo discorso e dice: esiste al di sopra degli dei una legge non scritta e immutabile per cui Policene dovrebbe essere seppellito. I filosofi riflettono sul valore delle leggi. Sono le leggi originate da una convenzione e possono variare da comunità a comunità, oppure prima ancora di questa convenzione sociale e alla base delle leggi che vengono espresse queste leggi sono basate sulla natura stessa e di conseguenza dovrebbero essere universali? Le leggi positive non avrebbero una forza universale, mentre quelle che sono basate sulla natura stessa dell’uomo, dovrebbero essere valide e coercitive per tutti. Qual è la base di ciò? In Platone e Aristotele queste leggi corrispondono agli assiomi fondamentali basati sulle intuizioni, che sono alla base del ragionamento aristotelico. Sono gli elementi immutabili, principi primi. Per Aristotele questa suprema norma corrisponde alla realizzazione della forma essenziale della natura e questa morale diventa naturale e immutabile. Allo stesso tempo si dice che queste non sono separate dalla positiva, ma s’incarnano in quella positiva nella quale si aggiungono degli elementi.



De Repubblica di Cicerone: vi è una legge vera conforme alla natura. Tutti i popoli saranno retti da quest’unica legge.

Di questa legge ed unico comune maestro sarà Dio ed è Lui l’interprete e il legislatore. Qui si complica la cosa. In un mondo in cui c’è chi nega Dio, quest’affermazione di Cicerone crea problemi. Se togliamo di mezzo Dio, cosa ci rimane? La legge naturale è basata sulla realtà religiosa. I filosofi greci, invece, cercavano altrove il fondamento della natura umana.

San Tommaso: la legge naturale presuma che ogni essere umano possa diventare eticamente retto. Tra le cose c’è un ordine. La prima cosa che si presenta alla coscienza è l’ente. Il primo principio è il bene, perché è ciò che gli esseri desiderano. Il bene è un’affermazione astratta. Il bene è da cercarsi il male da evitare. Mentre la cultura occidentale di base aristotelica è fondata sula distinzione tra bene e male, esistono altre culture in cui il bene e il male sono due valori contrapposti. La ragione umana riconosce il bene nella realtà storica. La legge naturale segue la natura dell’uomo. La natura umana è unica nel tutto. Vi è un unico precetto della legge naturale per l’unità del tutto. Esiste una sola natura umana, una sola entità su cui è basato il concetto di bene, da questo poi derivano le norme religiose e civili. Queste norme stanno a salvaguardia della rettitudine delle leggi. Quando si parla di Legge Naturale si fa riferimento al Dio creatore, Unico che crea un’unica natura umana. Entriamo quindi, nel campo religioso.  La legge naturale non appartiene al sentimento, al desiderio pratico dell’uomo. Problema: come si fa a conoscere questo bene? Appare un altro elemento, che è la coscienza.



Sant’Alfonso Maria de Liguori si rifà a san Tommaso: la coscienza deve conformarsi alla legge divina. L’atto umano è virtuoso in base al conosciuto al quale la volontà tende di per sé. Io posso affermare come diritto universale che la persona umana dev’essere rispettabile e quindi uccidere va contro la natura dell’uomo. Ma se l’uomo non percepisce di fatto l’importanza o il valore di questo principio, diritto fondamentale, non è imputabile se uccide, perché la sua volontà basata sulla coscienza che si basa sul contenuto della sua scienza, il fatto di uccidere per lui non essendo un male gli dà in qualche modo questo diritto. La pena di morte è dibattuta.

Libertà di religione: ci sono degli increduli che non hanno mai abbracciato la fede. Questi non si devono costringere a credere in nessuna maniera, perché credere è un atto volontario. San Tommaso cerca di spiegare perché si possano fare delle guerre. La guerra non deve mirare alla conversione. Coloro che credono in Cristo fanno guerra agli infedeli non per costringerli a credere, ma per difendere la fede. San Tommaso è il difensore della libertà di coscienza.

La legge naturale viene ripresa nei secoli. XVI Francesco da Vittoria difende i diritti degli indios. Fenomeno della secolarizzazione: la Legge Naturale diventa la Legge che viene prodotta dalla ragione. Si entra nel razionalismo. I filosofi riflettono su questo problema e vedono un ritorno alla natura come un ritorno al razionale, a ciò che è prima della religione. I razionalisti moderni mettono in crisi il concetto di ragione naturale, come un credo essenzialista di un uomo astorico e immutabile. Nel concetto di Legge Naturale rientra una visione salvifica dell’uomo legata alla religione. Possibilità di dedurre a priori partendo dalla definizione dell’essenza dell’uomo: questo oggi è criticato.

Legge prefatta entra in crisi. Si comincia a considerare il concetto di Legge Naturale come astratto, che non tiene presente la complessità degli elementi empirici.
Tutto questo fa si che ad un certo punto, malgrado ci siano dichiarazione universali firmate da tutti gli stati, resta presente il dissenso da parte di alcuni. Anche Amnesty International non è d’accordo sul tema della Legge Naturale. È un grosso problema.

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