PER UN CAMMINO DI SPIRITUALITA’ OLTRE LE
RELIGIONI
DALLE RELIGIONI ALLA SPIRITUALITÀ: L’ALTRO,
L’ALTRA AL DI LA’ DI DOGMI E PRECETTI
RIMINI 8-10 DICEMBRE 2017
RIMINI 8-10 DICEMBRE 2017
Relatore:
Augusto Cavadi
Sintesi:
Paolo Cugini
E’ un
esodo che alcuni di noi hanno compiuto per 40 anni. Passare dalla religione,
dalla Chiesa, alla spiritualità come spazio della libertà, della critica. Certe
volte si avverte un certo trionfalismo. Se la religione confessionale sta male,
anche la spiritualità non se la passa molto bene. Non c’è soltanto da rallargarsi
di questo passaggio. Ho lasciato la Chiesa Cattolica perché ci stavo troppo
bene. Mi garantiva tante sicurezze. Ho frequentato il corso di teologia al Laterano
che mi liberò dal Cattolicesimo. Erano gli anni ’70, erano momenti di grande
libertà. Nietzsche diceva che il cristianesimo con Gesù ha acceso alla passione
per la verità. E’ perché cerco la verità che non posso restare cristiano.
Un treno
per Lisbona, è un film dove il protagonista è un medico che lascia il mondo
cattolico e dice: “Le Parole che vengono
da Cristo sono di una bellezza sconvolgente; come sembrava chiaro che quelle
parole erano la misura di tutte le cose. Mi sembrava incomprensibile che alla
gente interessassero altre parole”.
Ho
lasciato l’Egitto però la nostalgia delle cipolle ogni tanto ci viene. La spiritualità
post moderna o iper moderna, ha i suoi rischi e tentazioni.
1.
Autismo
spirituale, solipismo. Chi lascia le chiese e si mette alla ricerca spirituale
di ispirazione orientale, si sono ribellati ad una chiesa che fa annegare l’io
nel noi. Mi pare che chi di noi entra nella terra promessa della spiritualità,
c’è il rischio di dimenticare il noi a favore dell’io.
2.
Tentazione
intimistica, rifugio in se stessi e rifiuto della
politica, dei temi sociali. Non cadiamo in una specie di ombelico-centrismo, in
cui l’io diventa la misura di tutte le cose. C’è uno spiritualismo dualista che
avanza, che rifiuta l’azione in favore della vita interiore. Questo è un
pericolo perché la vita spirituale che non si traduce in azione non funziona.
3.
Irrazionalismo. Non
si può ridurre l’esperienza spirituale a sentimento, all’irrazionale. La
ragione è fondamentale in questo cammino.
4.
Rischio
di dimenticare che siamo dentro ad una storia. La spiritualità non
può essere vissuta ogni volta come se noi nascessimo ogni volta al mondo. Se
non siamo in grado di procreare figli c’è qualcosa che non funziona.
Una
spiritualità oltre cristiana non deve perdere le origini. La spiritualità che
sogno è la spiritualità del mosaico in cui ogni tessera dev’essere se stessa.
Fare questo lavoro di autocritica, ma recuperare le perle preziose. La spiritualità
è un mosaico sempre aperto. La logica dev’essere quella della laicità. Il laico
è portatore di valori.
C.
Spondville: la spiritualità degli atei.
Possiamo fare a meno della religione, ma non dell’amore e della spiritualità.
Lo spirito è importante e nessuno può avere l’esclusiva. E’ la spiritualità che
ci differenzia dagli animali.
La
spiritualità è la fioritura della persona.
Intervento
di: Maria
Soave Buscemi
Durante
l’intervento Soave Buscemi ha dato la parola alla pittrice Bruna Peyrot, che ha
presentato alcune figure femminili di rottura con il sistema del loro tempo.
Ci
sono donne che nella loro eresia hanno permesso un cammino nuovo. Memoria:
accendere di nuovo il desiderio. Memoria è un’azione del corpo che riaccende il
desiderio.
In memoria
di tutte le donne che hanno detto no alle violenze corporali, religiosa,
psicologica.
Decostruire
un modo di pensare. Il segreto è uscire dallo schema. Solo uscendo dallo schema
è possibile trovare soluzioni per la vita. Inventare altre possibilità.
Resistenza
spirituale.
Nomadi
sono tutti i cammini veri. Il nomadismo è un’esperienza spirituale. Durante ogni
luna il corpo della donna cambia. Le lune nomadi si ritrovano per tempi di
spiritualità insieme in Emilia Romagna. Ci raccontiamo i nostri tempi di luna.
Mina è mussulmana. A partire dai piccoli e dai poveri dalle tante migrazioni scopriamo
un cammino mistico politico. Mistica è un’esperienza, non un fenomeno. E’ il
vivere la quotidianità. Spiritualità è una parola maschile. Ruàh è femminile: è
il respiro di vita, è femminile, è respiro che soffia sul caos e nel caos. E’
questo che cerchiamo di fare. La mistica è un toccare la vita. E’ un lasciarsi
toccare. C’è una mistica che parte dall’esperienza dalle donne che è toccare e
lasciarsi toccare.
Il toccare
è un cammino di erranza. E’ un modo di leggere il mondo. Usciamo dallo schema. Uscire
dallo schema del 12. Il 12 nelle tradizioni monoteiste può far morire. Talita è
morta a 12 anni. Quando diciamo che 12 erano i figli di Giacobbe, ma erano 13 perché
c’era anche la figlia, massacrata,
violata: Dima.
13
sono le lune in un anno. Gli uomini che respirano il respiro della vita
accompagnano 13 lune. Leggere e toccare la vita in altro modo. Da 12 a 13. Siamo comunità di base perché siamo
politici e politiche. Riconosciamo un altro mondo possibile. Siamo CdB perché
siamo in cammino.
C’è
una 13° tribù errante per i mari, per i corridoi.
Il nostro compito è riconoscere e camminare insieme a questa 13° tribù. Solo chi vive una profonda spiritualità
di Ruah insiste e non desiste.
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