Paolo Cugini
Nel cammino di Chiesa che abbiamo
intrapreso con le Unità Pastorali è importante capire la direzione che vogliamo
imboccare. In questo cammino ci sono offerte delle indicazioni diocesane, che
abbiamo già letto e fatto nostre. Soprattutto, però, il cammino che stiamo
percorrendo, lo dobbiamo pensare insieme, lasciandoci ispirare dalla Parola di
Dio e condurre dallo Spirito Santo. Pensare insieme significa essere presenti
nei momenti di confronto, come i Consigli Pastorali o le Lectio del martedì. Essere
cristiani adulti nella fede significa assumersi le proprie responsabilità,
uscire dall’infantilismo spirituale che pretende sempre di ricevere tutto come
qualcosa di dovuto. Costruire un cammino insieme, significa anche che nessuno
ha la verità in tasca, ma che la dobbiamo cercare insieme. Inoltre, siccome il
cammino indica una meta, significa che camminiamo in avanti e non indietro,
guardando a ciò che c’è dinanzi a noi e non a ciò che c’è dietro.
Il cammino lo costruiamo insieme, cristiani
membri di più comunità, che provengono da esperienze diverse e, di conseguenza,
abbiamo la possibilità di arricchirci di doni nuovi gli uni gli altri.
Confrontandosi con altre esperienze pastorali si percepisce un rischio in questo
nuovo cammino ecclesiale, vale a dire la possibilità di perdere il valore della
comunità parrocchiale. Se l’Unità Pastorale, infatti, diviene il sostituto
della parrocchia e tutto viene deciso in quella sede, il rischio grave è quello
di perdere la propria identità di comunità, il rapporto con le persone che sono
accanto a noi. Ecco perché dobbiamo interrogarci sulle modalità di
ministerialità che la situazione pastorale attuale richiede alle nostre
comunità, per mantenersi in vita. Questo vuole dire che, oltre ai sacerdoti e
ai diaconi permanenti, occorre interrogarsi sui ministeri che oggi sono
necessari per mantenere viva la comunità locale. Attraverso la parrocchia, la Chiesa
è sempre riuscita a mantenere un contatto con le persone presenti nel territorio,
arrivando loro attraverso i sacramenti e i cammini di evangelizzazione.
Parrocchia che, per diversi secoli, si è identificata in Occidente con il
parroco.
L’attuale situazione ecclesiale chiede a tutti i cristiani di
recuperare il significato profondo del proprio battesimo, per capire in che
modo siamo chiamati ad esercitare i nostri doni profetici, sacerdotali e
regali. Lo facciamo insieme, in ascolto di quel sensus fidei del quale tutti siamo dotati in virtù del battesimo.
Ascolto che non si esaurisce in un Consiglio Pastorale, ma che richiede un
atteggiamento costante di discernimento comunitario dei segni del tempo. Gli
Atti degli Apostoli ci ricordano che le prime comunità venivano denominate
così: il Cammino. Comunità in cammino, allora, per essere un segno visibile nel
mondo della presenza del Signore; comunità capaci di rimanere in ascolto del
Signore che ci chiede di rimanere con lo sguardo fisso su di Lui, che si trova
sempre dinnanzi a noi e non dietro.
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