lunedì 16 gennaio 2017

LA MINISTERIALITÀ NELLE NOSTRE COMUNITÀ


Paolo Cugini
Nel cammino di Chiesa che abbiamo intrapreso con le Unità Pastorali è importante capire la direzione che vogliamo imboccare. In questo cammino ci sono offerte delle indicazioni diocesane, che abbiamo già letto e fatto nostre. Soprattutto, però, il cammino che stiamo percorrendo, lo dobbiamo pensare insieme, lasciandoci ispirare dalla Parola di Dio e condurre dallo Spirito Santo. Pensare insieme significa essere presenti nei momenti di confronto, come i Consigli Pastorali o le Lectio del martedì. Essere cristiani adulti nella fede significa assumersi le proprie responsabilità, uscire dall’infantilismo spirituale che pretende sempre di ricevere tutto come qualcosa di dovuto. Costruire un cammino insieme, significa anche che nessuno ha la verità in tasca, ma che la dobbiamo cercare insieme. Inoltre, siccome il cammino indica una meta, significa che camminiamo in avanti e non indietro, guardando a ciò che c’è dinanzi a noi e non a ciò che c’è dietro.

 Il cammino lo costruiamo insieme, cristiani membri di più comunità, che provengono da esperienze diverse e, di conseguenza, abbiamo la possibilità di arricchirci di doni nuovi gli uni gli altri. Confrontandosi con altre esperienze pastorali si percepisce un rischio in questo nuovo cammino ecclesiale, vale a dire la possibilità di perdere il valore della comunità parrocchiale. Se l’Unità Pastorale, infatti, diviene il sostituto della parrocchia e tutto viene deciso in quella sede, il rischio grave è quello di perdere la propria identità di comunità, il rapporto con le persone che sono accanto a noi. Ecco perché dobbiamo interrogarci sulle modalità di ministerialità che la situazione pastorale attuale richiede alle nostre comunità, per mantenersi in vita. Questo vuole dire che, oltre ai sacerdoti e ai diaconi permanenti, occorre interrogarsi sui ministeri che oggi sono necessari per mantenere viva la comunità locale. Attraverso la parrocchia, la Chiesa è sempre riuscita a mantenere un contatto con le persone presenti nel territorio, arrivando loro attraverso i sacramenti e i cammini di evangelizzazione. Parrocchia che, per diversi secoli, si è identificata in Occidente con il parroco. 

L’attuale situazione ecclesiale chiede a tutti i cristiani di recuperare il significato profondo del proprio battesimo, per capire in che modo siamo chiamati ad esercitare i nostri doni profetici, sacerdotali e regali. Lo facciamo insieme, in ascolto di quel sensus fidei del quale tutti siamo dotati in virtù del battesimo. Ascolto che non si esaurisce in un Consiglio Pastorale, ma che richiede un atteggiamento costante di discernimento comunitario dei segni del tempo. Gli Atti degli Apostoli ci ricordano che le prime comunità venivano denominate così: il Cammino. Comunità in cammino, allora, per essere un segno visibile nel mondo della presenza del Signore; comunità capaci di rimanere in ascolto del Signore che ci chiede di rimanere con lo sguardo fisso su di Lui, che si trova sempre dinnanzi a noi e non dietro. 

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