lunedì 16 settembre 2024

MIGUEL CALMON – BAHIA (BRASILE) Storia di un’esperienza pastorale all’interno della Bahia

 



Paolo Cugini

 

Sono arrivato a Miguel Calmon l’11 febbraio 2000 nel pomeriggio. Era un venerdì. Entrai in chiesa dove stava avvenendo un matrimonio con poche persone. Alla domenica celebrai la messa del mattino e quella della sera. Mi colpì il numero esiguo di presenze. Al lunedì cominciai a visitare i quartieri di Miguel Camon: volevo rendermi conto dov’ero arrivato. Sin da subito mi colpì la situazione di povertà e di abbandono dei quartieri. Era come se nessuno, nel tempo, avesse pensato a tutte le famiglie che incontravo. Del resto, ero da poco in Brasile e ancora ero frastornato dalla grande disuguaglianza che notavo. In pochi metri, si potevano vedere case poverissime e, dall’atra parte della strada, quartieri molto belli e curati. Miguel Calmon non sfuggiva dalla regola. A poche centinaia di metri si trovava il quartiere molto ben strutturato in cui vivevano il dottore, il commerciante e il sindaco e, dall’altra parte della strada, il quartiere Populares, molto povero e desolante. Con il mio amico Gianluca, che chiamai per venirmi ad aiutare, decidemmo di andare ad abitare proprio nel quartiere Populares. Volevamo seguire i passi di Gesù, che da ricco che era si fece povero, come ci ricorda san Paolo (2 Cor 9,10) e capire la città non dal centro, dove era situata la casa parrocchiale, ma dalla periferia, così come aveva fatto Gesù, che non era nato a Gerusalemme, ma in periferia, a Betlemme. È da questo particolare osservatorio, vivendo per cinque anni senza luce e con l’acqua razionata, come gli abitanti del quartiere, che abbiamo realizzato le nostre scelte pastorali, che sono andate in tre direzioni.







In primo luogo, l’attenzione ai poveri, che ha voluto dire una visita sistematica e costante alle oltre sessanta comunità della zona rurale e alle undici comunità dei quartieri della città. Nel secondo anno della mia permanenza a Miguel Calmon, avevo suddiviso la zona rurale in otto regioni. Ciò mi permetteva di visitare ogni comunità una volta ogni due mesi. Partivo al lunedì pomeriggio e tornavo al venerdì sera. È stata una vera e propria immersione nella vita della gente delle comunità. Ogni giorno visitavo una comunità della regione in cui trascorrevo la settimana. Mangiavo e dormivo nelle loro case, condividevo il loro vissuto. Mi chiedevo, infatti, come fosse possibile celebrare l’eucaristia, che nella prospettiva di Gesù è un pasto con amici e amiche, se non c’era un minimo di approssimazione con le persone con cui celebravo. Vivere nelle comunità mi ha permesso, nel tempo, di conoscere i problemi reali delle persone, delle comunità e sentirmi in cammino con loro. Nelle esperienze pastorali fatte in Italia ho sempre aperto le porte della casa parrocchiale per i poveri, soprattutto stranieri di origine africana. In Brasile è stato il contrario: mi sono fatto ospitare da loro. È stato un vero e proprio bagno di umanità.

La mia dimora


La seconda scelta fatta assieme a Gianluca sono stati i giovani. Non poteva essere differente. Il quartiere Populares, dove abitavamo pullulava di bambini e adolescenti. Gianluca ha sempre avuto il dono di saperci fare con i ragazzi e così è stato anche in Brasile. Nel quartiere dove abitavamo e dove abbiamo costruito una delle 14 cappelle messe in piedi nei cinque anni trascorsi a Miguel Calmon, considerando quelle costruite nei quartieri della città e quelle nella zona rurale, Gianluca ha realizzato vari progetti rivolti soprattutto agli adolescenti. In città il progetto più significativo è stato il coro. In pochi mesi Gianluca ha messo in piedi un coro di circa 150 tra bambini e ragazzi, che si trovavano due volte alla settimana non solo per provare i canti, ma anche per la formazione, aiutato da un gruppo di giovani. Dal canto mio, mi adoperavo per formare gruppi giovani sia nei quartieri che nella zona rurale. Lentamente era visibile la presenza dei giovan nella vita della parrocchia. Mi ricordo che alla domenica, la messa della sera era stipata di gente e di tantissimi giovani. Sono stati proprio alcuni di loro, che in quel periodo studiavano all’università di Jacobina, a chiederci di comprare die libri. I poveri non hanno soldi per comprarsi il necessario, figuriamoci se hanno soldi per i libri. L’idea di una biblioteca per soddisfare le esigenze culturali dei giovani provenienti da famiglie povere è nata proprio così. Ricordo le giornate di studio realizzate nei nuovi spazi della biblioteca, situata al primo piano del centro parrocchiale san Giuseppe, costruito con il contributo di amici e amiche italiane. Molto belle e intense anche le giornate di spiritualità realizzate nella casa parrocchiale di Tapiranga, che avevo riempito di letti a castello, proprio per accogliere i giovani che venivano a partecipare di queste esperienze spirituali.

La fonte


La terza scelta che ha segnato la mia presenza a Miguel Calmon è stata la formazione. Mi piace aiutare le persone che incontro sul mio cammino a comprendere meglio il Mistero in cui crediamo: Dio venuto in mezzo a noi. Arrivato a Miguel Calmon ho trovato in città uno studio biblico settimanale che ho strutturato e incentivato. Era impressionante trovare, quando tornavo al venerdì sera dalle comunità, quasi cento persone dei quartieri della città riuniti nel salone parrocchiale per meditare un capitolo della Bibbia. Oltre a questo momento settimanale fondamentale, ne avevo messo uno mensile, alla domenica, per la formazione teologica dei laici e laiche che, in modi diversi, s’impegnavano nel servizio delle comunità, sia in città che nella zona rurale. Sono sempre rimasto molto impressionato dalla grande partecipazione a questi momenti formativi. Insieme abbiamo studiato gli articoli del Credo, la storia e la teologia dei sacramenti, i principali documenti del Concilio vaticano II e tanto altro. Abbiamo camminato insieme ascoltando la Parola di Dio e il Magistero della Chiesa. Per questo, dopo cinque anni di cammino c’era così tanta armonia tra di noi. Momenti formativi di grande importanza sono stati i ritiri spirituali sia con gli adulti che con i giovani, nei tempi forti della chiesa, vale a dire avvento e quaresima. Fondamentale in questo percorso formativo è stato il corso di formazione politica del 2003 sia per i candidati che per la gente. Bellissima presenza nel processo elettorale del 2004 sono stati i giovani del Movimento fede e politica, manifestando con tanto entusiasmo il desiderio di un mondo più giusto e meno disuguale.

Chiudo questo breve racconto con un’esperienza personale. Solo Dio sa quanto mi riempivano l’anima di allegria le messe domenicali celebrate nella chiesa di Miguel Calmon. Ogni domenica sera, durante la messa, mi sembrava di raccogliere i frutti del lavoro pastorale svolto nelle comunità, incontrando tante persone e tanti giovani. Era bello guardare i tanti volti presenti e scoprire che, lentamente, domenica dopo domenica, stavano passando dall’anonimato all’identità, per il fatto che li riconoscevo uno per uno e ancora oggi li porto tutti e tutte nel cuore. 

 

2 commenti:

  1. Parabéns pelo texto, pude "reviver" minha trajetória de batizado até aqui, e nesta oportunidade agradecer a Deus e a todos que contribuiram para que hoje eu tenha consciência e desejo para buscar cada vez mais Jesus Cristo.

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  2. Gratidão!!! Como é bom reviver e saber que a jornada de fé de muitos se deu nessa sua linha de vida dedicada aos caminhos de Deus, (Incluindo a minha). Que nosso bom Deus continue abençoando sua vida e seus passos. Abraço fraterno

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