ASSOCIAZIONE PALATA E DINTORNI
CRISTINA
SIMONELLI
EVA,
LA PRIMA DONNA. STORIA E STORIE
MERCOLDI
20 LUGLIO
Intervista di: Maria Rosa Nannetti
Sintesi:
Paolo Cugini
Il
punto di vista per narrare una storia è importante. Le cose si vedono in tanti
modi. Mi occupo della lettura che dei testi biblici hanno fatto i primi
cristiani. Venivo dal mondo di pratiche. Ho fatto l’infermiera. Ho vissuto per
tanti anni in contesto Rom. Mi dichiaro femminista. Faccio parte del
coordinamento delle teologhe italiane.
Il
testo è organizzato in quattro stanze, con le porte aperte: una casa
comunicante. Eva è una donna polimorfa, che viene da tante storie,
interpretazioni. Occorre diffidare delle storie uniche.
I
racconti del libro sembrano racconti, ma sono la foto dei nostri problemi. C’è
anche una promessa di futuro. Non possiamo mangiare tutto, perché non avere il
senso del limite porta alla distruzione.
Adamo
ed Eva sembrerebbe una cosa chiara. Quando Dio creò maschio e femmina
presumiamo di sapere già tutto. In realtà il nome Adam è un nome collettivo:
umanità. Sembra a partire dal secondo capitolo di Genesi, adamà vuole dire
terra, gli umani sono tutti fatti della terra. Eva appare molto avanti nella
storia. Se andiamo a vedere il testo ebraico o latino, si dice: la chiamò vita.
Girolamo, ha pensato che suonava male ha tradotto Eva.
Dominate
e soggiogate. Nel modo di oggi si fa fatica a percepire il messaggio originale.
Più avanti c’è coltivare e custodire. Il verbo della custodia viene ripreso
spesso. C’+è un giardino da coltivare e custodire.
Altro
brano pericoloso e rischioso è l’interpretazione del brano della nascita di
Eva. Sono racconti densi che se li prendiamo come una descrizione letterale fa
ridere. Quando i testi sono stati scritti si sapeva che c’era
un’interpretazione simbolico. Adamo dorme: il mistero di ognuno p qualcosa che
devo custodire. Essere di fronte all’altro è la chiave di lettura della
relazione, che passa attraverso il rispetto, non uno sull’altro, in relazione.
Il
serpente più che astuto è prudente e che è la virtù di Ulisse. Il testo è molto
articolato e si può leggere in più piani ed è come se Eva dominasse la scena. È
come se Eva parlasse tra sé e sé, come se il serpente facesse le domande che
Eva si pone. In alcune culture il serpente è una divinità. La storia comincia
con dei gesti, con delle scelte. La forma del serpente lascia intendere che la
trasgressione sarebbe di tipo sessuale. In alcuni quadri la serpenta viene
rappresentata con il volto di donna e i capelli biondi, che sembra
sottintendere Lilith. C’è poi un altro piano che fa vedere il serpente come
furbo, capace di decidere delle cose da fare. Gesù dice di essere prudenti come
i serpenti. Qui è la stessa parola del serpente del libro della Genesi.
Prudente vuole dire capaci di intelligenza pratica.
C’è
un peso della Tradizione che ha interpretato il testo di genesi in modo
patriarcale e misogino. Ci sono però delle dissonanze nella Tradizione, anche
se rare, come uomini che parlano berne delle donne. Paolino, vescovo, ha
scritto insieme alla moglie Eterasia, dei canti. In uno dei questi scrivono che
Adamo di fronte ad Eva e profetizza e la libera.
Ci
sono alcune donne che non accettano l’interpretazione patriarcale. Una di
queste è Egeria. Viaggia e va a vedere la tomba di Tecla. Poi c’è stato anche
Arcangela, che ha scritto l’inferno monacale e fa parte di quelle che sono
state messe in convento a forza. C’è quindi, una letteratura al femminile che critica
il sistema patriarcale.
Il
problema è che ancora adesso si fa fatica a fare una storia della teologia dove
ci siano tutti i protagonisti e le protagoniste.
Il
valore della trasgressione. La virtù della disobbedienza non è il gusto di
trasgredire la norma, ma di fare il bene.
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