TEOLOGIA NELLA POSTMODERNITÁ
Il Contributo del teologo messicano Carlos Mendoza
Paolo Cugini
La Chiesa come
progetto di umanizzazione basato nel concetto di persona umana creato ad immagine delle persone divine, ha contribuito e, allo stesso tempo, é stata
toccata dal processo culturale della modernità. La Chiesa riformata è stata più sensibile all'innovazione che ha portato con sé il soggetto moderno e, con il
tempo, anche la Chiesa Cattolica ha assunto questa sfida di comprendere
l’umanizzazione come cammino necessario per la divinizzazione, conforme la testimonianza
di Gesù e dei suoi discepoli.
Un modello
postmoderno di chiesa è ancora agli inizi, comincia a manifestare i suoi
segnali, come la condivisione dell’autorità, il riconoscimento della diversità dei carismi e delle funzioni, comunità di equipe di genere e la profonda
attenzione con la madre terra, celebrazioni sacramentali inculturate, teologie
contestuali: sono questi secondo Mendoza i principali segnali di una teologia
postmoderna.
Un elemento
importante che va segnalato della religiosità postmoderna è la ricerca di una spiritualità
slegata dai sistemi chiusi della credenza. Ciò comporta il rischio di perdersi
nel pantano della soggettività. Nonostante ciò, può essere visto come una
grande opportunità di ritornare alle fonti delle grandi tradizioni sapienziali
e spirituali dell’umanità. E’ questa la speranza in un mondo migliore.
É possibile
parlare di Dio oggi solo se saremo situati nel clamore della sofferenza degli
innocenti., dal lato delle vittime, cercando di superare il risentimento, la voglia di vendetta, attraverso la gratuità che viene intesa nella logica della
donazione in un mondo asimmetrico e, quindi, non reciproco. In questo modo il cristianesimo recupera con nuova forza il suo carattere kenotico.
La ragione
moderna ha espulso dal dialogo la fede, l’ha espulsa dai dibattiti sociali e
politici e l’ha relegata nell'ambito della soggettività. Il nuovo millennio del
cristianesimo ha dinnanzi a sé grandi sfide e la principale è recuperare
l’armonia tra ragione e fede, fare in modo che tra le due non ci sia
competizione, ma rispetto reciproco.
Fare teologia in
America Latina è possibile solamente guardando alle diverse tradizioni e
culture. Per questo è necessario fare riferimento a Gesù Cristo, ma anche alle
differenti saggezze presenti sul territorio. Ciò significa porre attenzione non
solo ai popoli indigeni, ma anche alle situazioni emergenti tipicamente
postmoderne, come le minoranze sessuali, le donne, gli emigrati, ecc. Una
teologia del soggetto debole della post modernità, ma molto sensibile alla
costruzione di una società inclusiva.
Mie riflessioni.
Che cosa significa fare teologia nel contesto culturale postmoderno? É
necessario un nuovo paradigma. Siamo passati, infatti, da una cultura forte,
che ha interpretato se stessa come misura di tutte le culture, elaborando
sistemi teologici e filosofici forti, onnicomprensivi, ad una cultura debole,
concentrata sul presente. Anche in Occidente si deve cambiare paradigma
teologico e forse la Teologia della liberazione ci puó insegnare qualcosa. Da
una teologia deduttiva, che parte dall’alto, cioè da principi prestabiliti, ad
una teologia induttiva, che si mette in ascolto della realtà, soprattutto di
quella realtà ai margini, che non la precede con dei principi per giudicarla,
ma la ascolta per farsi guidare. Il Dio che si rivela in Gesù Cristo è il Dio
dei poveri, degli esclusi.
CARLOS MENDOZA ALVAREZ, O Deus escondido da pos modernidade, Ed
Realizaçoes, San Paulo 2011.
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