UNITA’
PASTORALI SANTA MARIA DEGLI ANGELI E PADRE MISERICORDIOSO
I MARTEDI TEOLOGICI – 7 NOVEMBRE 2017
CREDO IN DIO CREATORE: IL VANGELO DELLA
CREAZIONE
DON BRUNO BIGNAMI
Sintesi: Paolo Cugini
Quando
Parliamo di Dio creatore, non dobbiamo pensare ad un grande orologiaio, ad un
Dio che si tiene fuori dalla storia. Studiando la Bibbia ci si accorge che la
dimensione storica è la realtà che ci permette di cogliere chi è Dio, che crea
per amore. Dio si dedica a pensare qualcosa fuori di sé. Il Dio che pensa e
crea il mondo e la storia così come noi la vediamo, bisogna che presupponga
qualcosa che sia fuori di sé. Fare spazio all’altro: è una dinamica interessante.
E’ un Dio che si pensa in comunione. Se Dio mette al mondo qualcosa fuori di sé
significa che è un Dio che ha bisogno di vedersi dentro ad una realtà fuori di sé.
Se siamo fatti ad immagine di Dio non possiamo vivere se non in un continuo
confronto con la dimensione dell’altro. Quante condizioni di chiusura che
viviamo, che contraddicono il Dio biblico, che vede nell’alterità un dono che
ha vita e ha vita per amore.
La
teologia che c’è dietro alla Laudato sii
di Papa Francesco è la teologia della creazione continua. La creazione è
esercitata continuamente da Dio, a tal punto che ci possiamo accorgere che
quando celebriamo l’Eucarestia, in quel momento ci rendiamo conto che c’è un
Dio che ci tiene in vita attraverso la sua Parola. La creazione avviene
continuamente nella storia e nel tempo.
Papa Francesco LS 47: noi non siamo
Dio. C’è il livello del Creatore e della creatura. C’è il valore del limite:
rendo lode per l’unicità che sono. Non siamo Dio. C’è un creatore e ci sono
delle creature: non c’è separazione, ma interazione continua. Vedere in tutta
la Bibbia la presa di posizione contro l’idolatria. Il tema dell’AT e NT è la
fedeltà a Dio. Idolatria: tutto diventa limite. Il mondo è un dono che riceviamo
dal creatore. Il mondo ebraico cristiano ha demitizzato la natura, perché c’è
un creatore e delle creature.
LS n.
100. L’esperienza della relazione del Signore Gesù ci porta a
vedere che la storia è in cammino. Questa creazione continua è una realtà
dinamica. Ci troviamo dentro alla creazione e la cogliamo come imperfetta, che
è lo spazio della responsabilità del dono. Il Dio creatore non è solo colui che
è al principio. In mezzo tra quello che è il principio e il senso della storia
c’è la nostra responsabilità umana. Dio crea le creature e tra queste ce n’è
una che ha un dono speciale. La meraviglia non è tanto che Dio ha creato il
mondo, ma qualcuno capace di dire: che bello, cioè capace di comprendere il
bene.
Il
nodo: abitare il mondo. Cosa vuole dire questo spazio in cui
viviamo? Qual è il rapporto con l’abitare il mondo? Abitare un territorio, il
mondo: che cosa vuole dire? Il mito di essere a casa propria. Abitare non è mai
abitare isolati dal resto dell’umanità. Oggi pensiamo che se ho una casa
bunker, posso proteggermi. Idea che in un luogo posso essere sicuro. Illusione
del mondo. Abitare il mondo significa sottoporsi al rapporto con l’altro.
Siamo preoccupati delle nostre sicurezze. Abitare il mondo significa mettersi
in gioco. Tutto ciò che arriva e ci destabilizza, ci mete in difficoltà.
Abitare in questo mondo, non è io e poi tutto il mondo fuori, ma io con l’altro. E. Levinas: abitare è essere a casa
nostra in altro da sé. L’essere creature significa rendersi conto di questo
limite: tutti siamo di passaggio. Siamo a casa nostra in qualcosa che non è
nostro. Oggi è questo il problema: come mai la Chiesa dedica un’enciclica alla
questione ecologica? La visione cristiana è che ogni creatura ha un suo senso
in questa storia.
Adamo
ed Eva: dove sei? Avevo paura. L’uomo inizia dal peccato che
l’abitare diventa una paura. Gv 1, 34s: Dove abiti? La risposta: venite e
vedrete, state dentro a questa relazione. Abitare il mondo non significa occupare uno
spazio, ma costruire relazioni. Abbiamo perso il senso dell’abitare.
La
realtà ha sempre un valore simbolico e relazionale. Is 11: il lupo e l’agnello
vivranno insieme. Si torna ad un livello di comunione e armonia. Ognuno
riconosce il valore dell’altro. Mc: Gesù stava con le fiere.
La
sapienza biblica: siamo creati per amore. La creazione è un
gesto d’amore. Sapere che Dio ti mantiene in vita significa che la realtà è un
gesto d’amore affidato a te.
Davanti
al peccato Dio chiede all’uomo di mettesi al servizio della vita.
Coltivare e custodire: sono i due lavori antichi. Dove salta la capacità di
coltivare e custodire la fraternità è tradita. La prossimità più prossima è
quella che ti mette in crisi. Chi dovrebbe starti a cuore diventa il
competitore. La sapienza biblica ci consegna anche un giorno. Il riposo è la
contemplazione di ciò che ha creato: è un modo di continuare la creazione. Il
sabato come giorno della contemplazione, come giorno in cui ci si ferma.
Attenzione quando pensi che l’uomo sia al centro di tutto e possa schiacciare
tutto. C’è bisogno di un tempo per fermarsi. Recupero delle relazioni.
Ogni
creatura con la sua semplice esistenza loda Dio. Il mondo
ha bisogno di respirare della relazione con Dio e allora ogni creatura rende
lode al Creatore. Mistica della trinità dentro alle realtà create.
Spiritualità
della relazione filiale. Dio mentre crea si prende cura di noi. Se questo è il
modo dell’agire di Dio, la risposta dell’uomo dev’essere di prendersi cura dell’altro
e della casa comune.
Lo
spagnolo usa la parola cura sia al maschile che al femminile. Cura al maschile
è il prete. Noi preti siamo chiamati a prenderci cura delle persone a noi
affidate. Mentre Francesco segnala i drammi, ci ricorda continuamente che
dobbiamo guardare alla creazione con speranza, perché Dio è all’opera. E’
sempre possibile rimediare.
Is 5:
Dio è colui che non abbandona mai, si prende cura. Qui
entra la dimensione dell’amore. Dentro il creare per amore c’è la dimensione
della gratuità. Nella Bibbia si trova l’immagine della Sapienza di Dio che
gioca: è l’immagine della gratuità. La dimensione della cura di Dio è anche la
gratuità assoluta. LS n. 84: tutto è carezza di Dio. San Francesco quando
scrive il Cantico delle creature (1226) è ormai verso la fine della sua vita. Occorre
recuperare questa dimensione della tradizione cristiana.
Destinazione
dei beni: facciamo fatica a lavorare su questo tema. Ciò
che è creato da Dio è a servizio di tutti gli uomini. Funzione sociale della
proprietà. Siamo chiamati a custodire le cose, non impossessarci. Dove c’è lo
spazio di gestione comune avvengono gli attriti.
Come
Gesù ha vissuto il suo rapporto con la creazione? Gesù è l’uomo che sa
riconoscere. E’ l’uomo che apre gli occhi. Il mondo di Dio si capisce guardando
la realtà creata.
Papa
Francesco: tuto è connesso. Ecologia integrale. Dio creatore
che crea e tiene in vita attraverso una relazione continua e tutta
la realtà creata è chiamata a tessere relazioni. Non bisogna esasperare
un aspetto. Capacità di tenere insieme. Ci dobbiamo abituare a tessere reti. Una
cosa frammentata dal resto diventa una forma d’ignoranza. Le logiche escludenti
sono pericolosissime. E’ la logica includente che è in sintonia con la
creazione.
Credo
in Dio creatore: è un’affermazione che devo collocare dentro la mia vita oggi. Ciò
che ci accomuna a Dio è senz’altro la ragione, ma una delle cose che ci rende
più simili a Dio sono le mani, perché ci vuole dell’intelligenza per muovere le
mani. Educarci alla manualità: è un grade compito.
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