mercoledì 28 agosto 2024

Il Programma dell’Università Amazzonica (PUAM)

 





Valorizzare e rafforzare la conoscenza locale come strumento per ridurre al minimo il divario educativo

 

Paolo Cugini

Manaus è stato in questi giorni l'epicentro dei futuri cammini della Chiesa in Amazzonia. Si è svolto il V Incontro della Chiesa nell'Amazzonia brasiliana, che riunisce 58 Chiese locali, la II Assemblea della Conferenza Ecclesiale dell'Amazzonia (CEAMA) e, il 27 e 28 agosto, l'incontro del Consiglio della Programma dell'Università dell'Amazzonia (PUAM) ).

Più di 20 rappresentanti di varie università, organizzazioni e istituzioni, provenienti da diversi paesi, cercano di portare avanti un cammino iniziato nel 2022. Il cardinale Pedro Barreto, arcivescovo emerito di Huancayo (Perù) e presidente della CEAMA, ha detto loro che è molto  importante avere “una visione panoramica dell’intero processo che stiamo costruendo. Il cardinale ha sottolineato il passo intrapreso 10 anni fa, che ha significato il passaggio dall'annuncio del Vangelo “nelle isole” al convogliamento di esperienze diverse e alla creazione di un canale di comunione nella diversità.

E' necessario lavorare insieme, articolati, uniti in qualcosa che è uno dei sogni di Dio, come espresso da Papa Francesco nella Querida Amazônia. Il cardinale peruviano ha ricordato che il PUAM nasce da una proposta del Sinodo per l'Amazzonia, in collaborazione con il CEAMA, sottolineando che si tratta di un mandato del Magistero pontificio e indica una linea per tutta la Chiesa. La PUAM è l’espressione del cammino concreto della Chiesa in Amazzonia per l’educazione di tutti coloro che vivono in Amazzonia, con particolare attenzione alle popolazioni indigene, che sono le più colpite.

I consiglieri sono stati informati sui passi compiuti nel progetto educativo PUAM, sulla sua struttura, divisa in tre capitoli, partendo dal contesto, passando per un progetto educativo in Panamazzonia, fino ad arrivare alle linee pedagogiche.

Lo studio di fattibilità territoriale, educativa e finanziaria del Programma Educativo PUAM “Gestione Integrata del Territorio Amazzonico” mette in luce il lavoro svolto sul territorio. L’analisi della realtà educativa di ciascun Paese in cui la PUAM è presente mostra che, in Brasile, ad esempio, si è verificata una diminuzione dell’analfabetismo e della necessità di accesso all’istruzione superiore, la necessità di affrontare l’inclusione e la diversità socioculturale, la mancanza di programmi di sviluppo sostenibile di conservazione ambientale e formazione professionale.



La realtà colombiana mostra il basso tasso di copertura dell’istruzione superiore, le sfide derivanti dalle condizioni geografiche e socioculturali, la mancanza di programmi educativi adeguati e le disuguaglianze economiche e di risorse. Queste situazioni si ripetono in Ecuador, dove il tasso di abbandono è elevato, si registrano disuguaglianze nella distribuzione dell’offerta educativa e difficoltà di adattamento ai bisogni regionali, che richiedono il rafforzamento dell’identità e dell’autonomia culturale. Anche in Perù, dove mancano risorse e offerte formative, soprattutto contestualizzate, si registrano queste stesse carenze educative. Una disuguaglianza più evidente è stata sottolineata in Venezuela, conseguenza della crisi economica e sociale, aggravata da strategie educative incomplete e politicizzate.

In fin dei conti si tratta di una realtà che è decisamente influenzata dai problemi sociali della regione amazzonica, che riguardano l’istruzione, la sanità, i trasporti, l’invasione dei territori, la mancanza di leadership, la migrazione, la mancanza di sicurezza, l’ambiente e la perdita di cultura, tra gli altri.

Si percepiscono, comunque,  sogni e aspirazioni di formazione, ricerca di condizioni di vita dignitose per i giovani, formazione tecnologica, rafforzamento delle identità, non perdita di ciò che è indigeno, ricerca del bene comune e della combinazione della Chiesa con ciò che è indigeno. Allo stesso modo, emergono bisogni formativi che hanno come punti fondamentali la leadership, il rafforzamento della cultura, l’educazione interculturale, la gestione dei conflitti, gli strumenti di comunicazione e monitoraggio.

All'incontro ha partecipato l'arcivescovo di Manaus, cardinale Leonardo Steiner, che ha ripercorso la storia di oltre 50 anni dell'arcidiocesi nel campo dell'educazione, non solo per il clero, ma anche per i laici, frutto del Meeting di Santarém 1972. Fu in quel periodo che nacque il Centro di Studi sul Comportamento Umano (Cenesc), che, insieme all'Università Federale dell'Amazzonia, erano all'epoca gli unici centri universitari di Manaus. Il cardinale ha detto che, purtroppo, non sono stati fatti passi avanti per trasformarla in una grande università cattolica.

Il cardinale Steiner ha parlato dell'importanza della presenza della Chiesa cattolica nel dibattito economico e sociale per poi ricordare che la Chiesa si è sempre distinta nel campo dell'educazione, anche in ambito universitario, sottolineando la necessità di essere una presenza evangelizzatrice nel campo educativo.

martedì 27 agosto 2024

ANCORA SUL RITO AMAZZONICO

 




Ministerialità, PUAM e REIBA frutti del CEAMA nel territorio

Paolo Cugini

 

La Conferenza ecclesiale amazzonica (CEAMA) nasce come una delle proposte del Sinodo per l’Amazzonia, che al numero 115 del suo Documento finale propone: “la creazione di un organismo episcopale che promuova la sinodalità tra le Chiese della regione, che aiuti a delineare la visione amazzonica volto di questa Chiesa e che continui il compito di trovare nuove vie per la missione evangelizzatrice”.

Alla 2° Assemblea del CEAMA, che si è tenuta a Manaus dal 23 al 26 agosto 2024, con circa 70 partecipanti, sono stati presentati alcuni dei passi che si realizzano sotto l'egida di questa organizzazione, come il Rito Amazzonico, la ministerialità, il Programma Universitario Amazon (PUAM) e la Rete Amazzonica Bilingue Interculturale per l’Educazione (REIBA).

Il desiderio di una Chiesa dal volto amazzonico è presente in Amazzonia fin dall’arrivo della Chiesa cattolica nel XVI secolo, ma soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II e dagli incontri dei vescovi dell’Amazzonia peruviana, nel 1971, a Iquitos, e dell’Amazzonia brasiliana nel 1972, a Santarém, prendendo un impulso decisivo nel 2019 con il Sinodo per l’Amazzonia, da cui è emerso il Rito Amazzonico, come si legge al numero 119 del Documento finale, qualcosa che ha a che fare con il territorio, ma anche con le persone che lo abitano.

Dal 2020 sono stati fatti passi, con il contributo di diversi esperti e comitati di lavoro, che hanno portato al Quadro Generale del Rito Amazzonico e alla compilazione di documenti di esperienze di inculturazione. Questo processo durerà fino a marzo 2025 per valutare e adattare il Rito Amazzonico.

L’équipe di Amazon Rite, composta da circa 30 persone, insiste sull’importanza di riunire esperienze di inculturazione nelle comunità. Le misure adottate finora nella ricerca vengono utilizzate per il lavoro delle commissioni. Tra le sfide c’è la socializzazione del documento di lavoro “Punti di riferimento fondamentali per un rito amazzonico” a tutti i livelli della Chiesa interessati al processo del Rito. A ciò si aggiunge l'integrazione di altre persone che possano contribuire alle 13 commissioni di rito, soprattutto in spagnolo.

Riguardo alla ministerialità, il Centro di riflessione sottolinea che: “tutte le iniziative delle donne in Amazzonia sono fonte di ispirazione nei processi di sinodalità e nei cambiamenti auspicati nella Chiesa cattolica”. Insistono sul fatto che le voci delle donne devono risuonare, ma non per togliere spazio a nessuno, bensì per includerci come membri di questa Chiesa.

Dal nucleo si chiede che il CEAMA e le conferenze episcopali riconoscano i ministeri femminili in Amazzonia, che il CEAMA chieda formalmente a Roma l'istituzione del diaconato femminile e che vengano avviate scuole di formazione diaconale per le donne in Amazzonia.

Il Programma Universitario Amazzonico (PUAM), che terrà la sua assemblea il 27 e 28 agosto, a Manaus, ha presentato la sua composizione del programma, che comprende istituti di istruzione superiore, reti e attori globali, attori ecclesiastici, tra cui il CEAMA e reti di cooperazione fraterna. È stato inoltre presentato il board, i passi compiuti e i processi formativi tecnici e tecnologici, con la costruzione di contenuti e orizzonti.

REIBA lavora nelle comunità indigene nella prospettiva dell'educazione bilingue e dell'ecologia integrale, è presente in 11 diocesi e vicariati in Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Perù e Guyana, accompagnando 12 popolazioni indigene. Presieduto dal Vescovo di Puerto Maldonado (Perù), dom David Martínez de Aguirre, ha un coordinatore generale e diverse commissioni, essendo stato avviato nel 2020, periodo in cui ha compiuto diversi passi. Un programma che conta su volontari locali e volontari provenienti da altri 10 paesi. REIBA è divisa in diversi gruppi: Amazzonia e Chiesa, Popoli Indigeni, Formazione Personale e Comunitaria ed Educazione Interculturale Bilingue.

giovedì 22 agosto 2024

UN RITO LITURGICO DAL VOLTO AMAZZONICO: ORMAI CI SIAMO

 



 

Articolo di Louis Miguel Modino

Traduzione di Paolo Cugini

Il V Incontro della Chiesa nell'Amazzonia Legale, che si svolge a Manaus dal 19 al 22 agosto, è uno spazio di riflessione sui diversi passi che sta compiendo la Chiesa in Amazzonia. Uno di questi è il rito amazzonico, qualcosa che è stato plasmato a partire dal desiderio di una Chiesa dal volto amazzonico, che accompagna la vita della Chiesa nella regione fin dall’arrivo del Vangelo nel XVI secolo.

L-incontro di Santarém, del 1972, può essere considerato uno spartiacque in questa configurazione di Chiesa dal volto amazzonico. Negli ultimi 50 anni si sono fatti passi avanti, con il Sinodo per l’Amazzonia, nel 2019, momento in cui è emersa la proposta di un rito amazzonico, secondo il numero 119 del Documento finale. Il Rito Amazzonico va aggiunto agli altri 23 riti presenti nella Chiesa.

Secondo il teologo brasiliano Agenor Brighenti, si tratta di un rito che vuole essere molto più di un rito liturgico, poiché non può ridursi all'inculturazione della Liturgia o del Messale Romano . In questa prospettiva, si sta lavorando sui sacramenti e sui sacramentali, sull'Iniziazione alla vita cristiana, sulla Liturgia delle Ore, sull'Anno Liturgico, sui Ministeri, sullo Spazio Liturgico, sulle Strutture e sull'organizzazione della Chiesa. L’obiettivo è che sia un rito che configuri un modello di Chiesa per l’Amazzonia.

Il teologo brasiliano Agenor Brighenti


Il teologo brasiliano ha affermato che un rito non si crea, ma si elabora sulla base dei processi di inculturazione del Vangelo e di incarnazione della Chiesa , risultato di un lungo processo di comunità inserite nella realtà, cosa che è stata fatta fin dall'arrivo dei primi missionari. Data la grande estensione e diversità della regione, Brighenti si è chiesto: “È possibile avere un solo rito per tutta l’Amazzonia?” Difende la necessità di rispettare e valorizzare la diversità, affinché in un’Amazzonia multipla si possa trovare un denominatore comune, ma sufficientemente aperto affinché ogni regione possa incarnare in questo rito la sua specificità.

Dal 2020 sono stati fatti passi, con il contributo di diversi esperti e comitati di lavoro, che hanno portato al Quadro Generale del Rito Amazzonico e alla raccolta di testimonianze di esperienze di inculturazione, cercando di creare le componenti del Rito Amazzonico che portano all'elaborazione dei Rituali del Rito Amazzonico. Un processo che durerà fino a marzo 2025, con tre anni di sperimentazione per valutare e adeguare il Rito Amazzonico.

La pratica della ministerialità è una realtà presente nella Chiesa dell’Amazzonia. “Non si può pensare ai ministeri solo come mediazione pastorale, sono più di questo”, secondo suor Sonia Matos, non si può pensare ai ministeri a causa della mancanza di ministri ordinati, sarebbe distoglierli dal loro significato e fondamento. La monaca lancia una chiamata dal sacerdozio comune che deriva dal battesimo, che porta a intendere i ministeri come percorsi per incarnare il Vangelo e l'esperienza della Chiesa

Um momento liturgico


“Per una Chiesa dal volto amazzonico è necessaria una pastorale veramente amazzonica, attraverso un’esperienza ecclesiale che segua la capillarità-sinodalità dei fiumi” evidenzia la superiora della Congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. In Amazzonia, data la storia della regione, non si può dimenticare che “le donne sono soggetti nelle parrocchie e nelle diocesi, con molteplici forme di servizio pastorale e ricche esperienze di ministerialità”. In considerazione di ciò, si pone la sfida di essere un carisma riconosciuto dal Vescovo di fronte alla vocazione per un servizio specifico nella Chiesa, riconoscimento che supera la discriminazione di genere.

Sono ministeri al servizio della vita della comunità, e in questo senso, concedere il ministero diaconale alle donne è riconoscere e legittimare la diaconia che esse “di fatto” già esercitano nelle comunità, in coordinamento, ministeri della Parola e dell'Eucaristia., nell'animazione liturgica, nella cura dei poveri. Ecco perché “con il riconoscimento, di fatto e di diritto, le donne lascerebbero il ruolo di sostituzione pastorale e di esclusione negli organi decisionali, per assumere un ministero basato sulla loro dignità ministeriale”, ha sottolineato la religiosa.

La Chiesa in Amazzonia continua a cercare risposte creative alle sfide di ogni momento storico, in vista del servizio della missione evangelizzatrice e della trasformazione sociale. Una dinamica che ci porta a riflettere sul modello di Chiesa da portare avanti in Amazzonia. Insieme ai ministeri esistenti, c’è la possibilità di nuovi ministeri: Ministero della Casa Comune e Ministero Consultivo, tra gli altri. Il ruolo ministeriale del popolo di Dio in Amazzonia ne evidenzia la costruzione sinodale. Una dinamica sinodale che riconosce la ricchezza di tutti i leader della Chiesa e promuove la partecipazione di tutti. Ciò porta suor Sonia Matos a chiedere che la Chiesa amazzonica diventi amazzonica, “attraverso una ministerialità autoctona, pluriforme, pluriculturale, per incarnare il Vangelo”, per vivere la cattolicità con il volto e il modo amazzonico, lasciando da parte la tentazione dell’uniformità e della autoreferenzialità, per diventare comunità ministeriale, come modo di vivere e testimoniare il Regno.

martedì 20 agosto 2024

V Incontro della Chiesa nell’Amazzonia Legale: “Essere sempre più una Chiesa integrata”

 




 

Paolo Cugini

Lunedì 19 agosto 2024 è iniziato il V Incontro della Chiesa nell'Amazzonia Legale, che riunisce a Maromba di Manaus, dal 19 al 22 agosto, i vescovi e altri rappresentanti delle 58 Chiese locali che fanno parte della regione. Con il tema “La Chiesa che si è fatta carne allarga la sua tenda in Amazzonia: memoria e speranza”, è organizzato dalla Commissione episcopale speciale per l'Amazzonia e dalla Rete ecclesiale panamazzonica (REPAM-Brasile).

Il fatto che “incontrarsi sia sempre importante, per creare più comunione, per pensare insieme all'evangelizzazione, per rimanere fedeli allo spirito missionario della nostra Chiesa in Amazzonia, per rivedere il nostro cammino”, secondo l'arcivescovo di Manaus e presidente della Regionale Nord1 della Conferenza Nazionale del Consiglio Episcopale del Brasile (CNBB Norte1). Un cammino missionario, sinodale della Chiesa dell'Amazzonia, con orizzonti molto belli e significativi, secondo il cardinale Steiner. Ciò si concretizza nell’“essere una Chiesa sempre più integrata ”, ricordando il cammino di inculturazione proposto nell’incontro di Santarém del 1972, che oggi deve realizzarsi in realtà diverse.

Il presidente del Consiglio Indigeno Missionario (Cimi) ha sottolineato la necessità di “includere sempre più la vita dei popoli indigeni”, parlando della situazione molto difficile dal punto di vista ambientale in cui vive l’Amazzonia. Il cardinale Steiner ha sottolineato l'incoraggiamento di Papa Francesco a tenere conto di tutta la realtà. Il cardinale Steiner ha chiesto che “sia un incontro dove possiamo continuare a sognare, per essere una Chiesa profondamente incarnata , tenendo conto dei sogni di Papa Francesco per essere una Chiesa che canta veramente la libertà, e cantando la libertà, se si incarna nelle culture che esistono qui, possiamo davvero essere un segno di speranza”.

Una gioia condivisa anche dall'arcivescovo emerito di Huancayo (Perù) e presidente della Conferenza ecclesiale dell'Amazzonia (Ceama), cardinale Pedro Barreto, che ha ricordato che “è un frutto del processo sinodale sperimentato in questa amata regione”. Ha sottolineato la lunga storia della Chiesa in Amazzonia, evidenziando la necessità di “essere consapevoli che raccogliamo un’eredità sacra dai nostri predecessori che hanno lavorato in Amazzonia ”.

Siccità in Amazzonia 


A nome della presidenza della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB), il vescovo ausiliare di Brasilia e segretario generale della CNBB, Dom Ricardo Hoepers, ha ricordato la lunga storia degli incontri della Chiesa dell'Amazzonia, a partire dai primi incontro interregionale del 1952, sottolineando che “la perseveranza ci insegna che vale la pena continuare questo processo con molto entusiasmo”. Ha riflettuto sui danni che si registrano ogni giorno in Amazzonia, citando la deforestazione, e mostrando la preoccupazione dell'episcopato brasiliano per i popoli originari, “sono quelli che soffrono di più”, denunciando “la gravità delle cose che stanno accadendo nel nostro Paese”.

Il rappresentante del Governo brasiliano, Kenarik Boujikian, Segretario Nazionale per il Dialogo Sociale e l’Articolazione delle Politiche Pubbliche del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, ha affermato che il ruolo dell’istituzione da lei rappresentata è quello di mantenere il dialogo tra la società civile e i movimenti sociali con il Governo, ricordando l’importanza dei movimenti popolari. Ha sottolineato l'importanza dei tavoli di dialogo, presentando un quaderno di risposte alle richieste della Chiesa brasiliana, che non intende fornire soluzioni, ma è uno strumento di lavoro, diviso in quattro assi: emergenza climatica; diritti delle persone dell'acqua, della campagna e delle foreste; regolarizzazione fondiaria: denunce e violazioni dei diritti nei territori. Un quaderno per realizzare nuove costruzioni, piccole cose che possano realmente avere un impatto.

Di fronte a questa realtà, “REPAM-Brasile vuole essere un servizio ecclesiale, articolato con molti movimenti e molte organizzazioni della società civile, cercando di preservare i diritti del nostro popolo, dei nostri territori e della nostra Amazzonia nel suo insieme”, secondo il presidente, vescovo di Roraima, Mons Evaristo Spengler. Rispondendo al quaderno, il vescovo ha affermato che “le nostre azioni sostengono e rendono visibili le iniziative delle comunità, della pastorale e delle organizzazioni ecclesiali, basate su una spiritualità incarnata, in difesa della vita delle persone e della biodiversità amazzonica per costruire il buon vivere”. Ha ricordato la visita effettuata a 13 ministeri e altri enti, raccogliendo i risultati dell'ascolto delle persone, sfociato nel libretto delle risposte. Di fronte ad una situazione che tende a peggiorare, Mons Evaristo Spengler ha ringraziato le risposte, sottolineando l’importanza delle politiche pubbliche necessarie per prendersi cura della nostra casa comune, del Creato e della nostra amata Amazzonia .

 

lunedì 19 agosto 2024

AZIONE DEL MOVIMENTO FEDE E CITTADINANZA NEL QUARTIERE RICCO DI MANAUS: PONTA NEGRA

 




Paolo Cugini

 

Domenica 18 agosto 2024, alle ore 16, un gruppo di quasi un centinaio di persone, tra adulti e giovani, del Movimento Fede e Cittadinanza della parrocchia San Vincenzo de Paoli da Compensa, era presente sul marciapiede del quartiere pi] ricco di Manaus, Ponta Negra, per un evento di sensibilizzazione politica. Dal mese di aprile questo Movimento, dopo alcuni incontri di formazione secondo le indicazioni dell'Arcidiocesi di Manaus, sta percorrendo le strade del quartiere Compensa, distribuendo e illustrando un opuscolo con scritta la legge 9840, contro la corruzione elettorale.

La novità dell'azione di oggi è che, per la prima volta, il Movimento Fede e Cittadinanza ha lasciato il suo territorio, per una sorta di missione politico-sociale. In effetti, il divario sociale tra i due quartieri è impressionante. Da un lato la Compensa, un quartiere povero, la cui povertà cronica, legata anche al traffico di droga, non consente un adeguato sviluppo del territorio. Dall'altro, la regione di Ponta Negra, con i suoi ricchi palazzi e la particolare attenzione allo sviluppo del turismo, ben visibile nell'Anfiteatro, nella bellissima spiaggia e nelle ricche infrastrutture della zona. Contrasti enormi, che non sono passati inosservati ai giovani del Movimento che, insieme davanti all'Anfiteatro, si sono seduti formando un cerchio e hanno presentato alcuni momenti di teatro di strada, riproducendo la dinamica della classica compravendita di voti.



Significative le parole degli adulti intervenuti a commento del teatro di strada, in cui hanno ribadito il dramma di una società fortemente diseguale, causata dalla corruzione politica, che consuma il denaro pubblico donato per il bene dei cittadini. come evidenziato da Jabá, coordinatore del Movimento. Anche Antonio, un altro dei coordinatori del Movimento, ha sottolineato il numero sorprendentemente alto – più di novecento – di candidati a consiglieri comunali, in una città come Manaus, che ne vedrà eletti un massimo di quaranta. Perché questa corsa, si è chiesto Antonio? È difficile pensare che tutti questi candidati siano mossi dal desiderio di servire il popolo, nonostante le parole e le promesse degli stessi candidati che, nell’anno delle elezioni, non esprimono un’alta fantasia, ribadendo lo stesso discorso di sempre.



 È vedendo questi giovani camminare sorridenti lungo l’ampio marciapiede del quartiere di Ponta Negra, distribuendo il testo della legge 9.840 contro la corruzione elettorale, che viene spontaneo pensare che, nonostante tutto, c’è ancora speranza in questo mondo.



giovedì 15 agosto 2024

TUTTI IN TENDA. Per te articoli, testimonianze e riflessioni su genere, fede e persone LGBT+

 




 

Che tu sia a casa sotto il ventilatore, al mare o in montagna, in viaggio in stazione o in aeroporto ti segnaliamo alcuni video, articoli e testimonianze per riflettere in maniera nuova su genere, fede e persone LGBT+ raccolte dai volontari dall'associazione La tenda di Gionata

 

E ricorda se credi nell’accoglienza delle persone LGBT+ e i loro genitori nelle nostre chiese. Che sia importante sostenere le persone in transizione in difficoltà o  diffondere libri che parlino correttamente di “fede e omosessualità”, allora diventa un nuovo Socio o una nuova Socia 2025 dell’associazione La tenda di Gionata. Aiutaci a far fiorire il cambiamento.. Per saperne di più clicca su https://www.gionata.org/tendadigionata/ o iscriviti su https://forms.gle/k547H2ZZpkwkpBJx6 Buona lettura e PASSAPAROLA

 

Il teologo Maurizio Chiodi invita a ripensare le opinioni tradizionali sull'omosessualità. Dei siti tradizionalisti hanno recentemente lanciato un attacco scomposto a questa densa intervista rilasciata al sito cattolico tedesco katholisch.de (Germania) dal teologo morale italiano Maurizio Chiodi, nominato da papa Francesco membro del gruppo di esperti del sinodo, in cui invita a ripensare "le opinioni tradizionali sull'omosessualità" tradotta dal tedesco e disponibile ora su https://www.gionata.org/il-teologo-maurizio-chiodi-invita-a-ripensare-le-opinioni-sullomosessualita/

 

Cos'è la Teologia queer? Perché fa così paura ai vertici della Chiesa? A che punto è la Chiesa sull'omosessualità?

Ascolta l'intervista de Il Fatto Quotidiano a suor Teresa Forcades su https://youtu.be/lKlJELR1Ao8?si=4UUmIdGnZSDYEdgd

 

"L’incontro negli Stati Uniti sulla pastorale cattolica LGBTQ sottolinea i passi in avanti e le tante sfide che ci attendono". Articolo pubblicato sul sito di National Catholic Reporter (USA) il 5 agosto 2024, liberamente tradotto da Luigi e Valeria de La Tenda di Gionata. Leggilo su https://www.gionata.org/lincontro-negli-stati-uniti-sulla-pastorale-cattolica-lgbtq-sottolinea-i-passi-in-avanti-e-le-tante-sfide-che-ci-attendono/

 

Lara San Julian Fernandez, psicologa e volontaria di Crismhom, Comunità Cristiana LGTBI+H di Madrid (Spagna), crede fermamente in due cose: l’uguaglianza per tutte le persone e in Dio. Alla nostra domanda “Se sei una persona eterosessuale, perché difendi e lavori per i diritti LGTBI?“, la sua risposta è stata: “perché questi sono diritti di tutti, il diritto di vivere in pace, di essere chi sei, di essere come Dio ti ha creato. Questi sono diritti umani, cosi costruiamo il Regno di Dio“. Ascolta la sua voce su https://www.gionata.org/perche-vegliare-per-una-chiesa-inclusiva-perche-credo-che-tutti-devono-essere-come-dio-li-ha-creati/

 

"Per cosa lottare, cosa sogniamo di celebrare, cosa desideriamo trasformare? La nostra vita? La società intera? La nostra città? Noi stessi? ..." Testimonianza resa durante il Salento Pride 2024 da Carmine Taddeo de La Tenda di Gionata e del gruppo Zaccheo Puglia su https://www.gionata.org/lotta-celebra-e-trasformati-in-cio-che-sei/

 

Il gruppo Cristiani LGBT+ Sicilia e In Viaggio Per Emmaus (Genitori di persone LGBT+ Sicilia) col Progetto Adulti Cristianə LGBT+ organizzano dal pomeriggio di venerdì 18 a domenica 20 Ottobre 2024 il terzo Weekend per persone LGBT+, i loro genitori, gli operatori pastorali e quanti desiderano la loro piena integrazione nelle comunità religiose e nella società. La tre giorni sarà ospite dell'ISTITUTO SALESIANO del SACRO CUORE di San Gregorio di Catania a 20 minuti dal centro di Catania e a 35 minuti dall'aeroporto catanese. Per info scrivete a cristianilgbtsicilia@gmail.com . Per iscrizione cliccare su 

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSce_tCu1Y0W4RfLS1Sc9Dlz4Xn9SV4fMoI8PLLx9Pw8ixghAA/viewform Vi aspettiamo... 

 

«Noi cattolici siamo invitati a mettere mano al problema, se non vogliamo essere responsabili dell’omofobia che aleggia – e continua ad aleggiare – assolutizzando un dato che, ricevuto dalla cultura, comincia a essere percepito come difficilmente compatibile sia con le più recenti ricerche sessuali sia con il cuore dottrinale della Scrittura». Dalla riflessione del teologo Jesús Martínez Gordo su https://www.settimananews.it/teologia/omosessualita-e-sodomia-non-sono-la-stessa-cosa/

 

"Desiderio e amore coniugale omosessuale. Una vecchia accusa e quello che può pro-vocare" è una riflessione in tre step di Luigi Testa, autore di “Via crucis di un ragazzo gay” (Castelvecchi, 2024) sulla "spiritualità del desiderio, come sacramento della nostalgia di Dio" da scoprire su https://www.gionata.org/?s=%22Desiderio+e+amore+coniugale+omosessuale%22 #Sii il cambiamento diventa socio 2025 de la tenda di Gionata. Un piccolo gesto per fare la differenza. Info su https://www.gionata.org/diventa-socio-dellassociazione-la-tenda-di-gionata/ e PASSAPAROLA...

 

Hai presente quando sei in fila in posta o dal dentista e non sai mai cosa fare per ingannare l’attesa? Beh al link https://drive.google.com/drive/folders/1ttLUz6KLC6Zeth2GOdg-drHWqvPOw4zs?usp=drive_link potete trovare una sfilza di ebook gratuiti a tema cristiani lgbt+, che in realtà potete già scaricate da  gionata.org ma qui sono più facilmente accessibili. Ce n’è per tutti i gusti: sul coming out, storie di genitori di persone lgbt, testimonianze e riflessioni spirituali, testi di psicologia… insomma non siate timidi e date pure un’occhiata! Qualcosa da leggere lo trovate da leggere o scaricare e PASSATEparola   @tendadigionata 

 

Aiutaci ad aiutare. Ogni anno La tenda di Gionata distribuisce migliaia di pubblicazioni gratuite su fede e omosessualità per aiutare a combattere il pregiudizio e a favorire l'inclusione dei cristiani LGBT+ e dei loro familiari nelle comunità cristiane. Sostienici col tuo 5xmille, a te non costa nulla a noi ci permette di fare tanto. Info su https://www.gionata.org/5x1000/ PASSAROLA

 

domenica 11 agosto 2024

UN GRUPPO DI GIOVANI REGGIANI NEL QUARTIERE COMPENSA DI MANAUS

 




 

Paolo Cugini

 

 

Sono arrivati sabato 10 agosto all’ora di pranzo, accolti in modo stupendo dalla comunità santo Antonio, una delle sette della parrocchia san Vincenzo di Paolo, che accompagno da circa un anno. A pranzo pesce tambaquì, una specialità qui a Manaus. Il primo contatto con la realtà amazzonica, per i dieci giovani della Diocesi di Reggio Emilia, preparati dal percorso formativo del Centro Missionario Diocesano e accompagnati dal direttore don Marco Ferrari, non poteva che essere attorno ad una tavola, così come Gesù faceva spesso. È a tavola che conosciamo meglio le persone, perché abbiamo il tempo per ascoltare, parlare, chiedere, osservare il volto del nostro interlocutore, della nostra interlocutrice. C’è poco da dire: colpisce molto l’ospitalità brasiliana. Hanno accolto questi giovani a sun di musica e con applausi. Gli occhi sorpresi dei giovani reggiani s’incrociavano con i volti curiosi delle persone della comunità santo Antonio, da giorni in fibrillazione per preparare l’accoglienza ai giovani ospiti.

Per le vie della Compensa


Nel pomeriggio immersione nelle sette comunità della parrocchia situata in uno dei quartieri così detti rossi di Manaus. Rossi, perché dominati dal traffico, che rende la vita quotidiana molto difficile e spesso pesante, al punto da indurre la parrocchia a investire nella presenza di psicologi. Abbiamo ben due psicologhe che, a turni, attendono le persone delle comunità che soffrono mentalmente il peso di una vita che non offre nulla e toglie molto. Tra disoccupazione, pericolo quotidiano dovuto alla presenza dei trafficanti, che non ci mettono due minuti a fare fuori un giovane che non paga il dovuto, scarsità dei servizi, in un quartiere nato dalle invasioni realizzate negli anni Ottanta quando, dalle campagne, arrivava la gente in città e costruiva dove poteva e come voleva. La Compensa è un labirinto di stradine che passano sulle fogne a cielo aperto, sino ad arrivare alla riva del fiume Rio Negro, passando per la favela Mio Bene Mio Male, fatta di palafitte e di case fatiscenti.

Sperimentando il Tambaquì


Abbiamo conosciuto le tante persone che si prendono cura delle comunità di base. È stato un bagno ecclesiale dentro uno stile di chiesa molto diverso da quello occidentale. I giovani sono, infatti, rimasti molto colpiti dal trovare donne, uomini e giovani al sabato pomeriggio trovarsi nella cappellina per preparare la liturgia della domenica. Quando il prete arriva alla domenica per celebrare l’eucaristia trova tutto pronto. Nelle comunità che non c’è la messa, sono i laici, soprattutto donne, che celebrano la Parola e distribuiscono l’eucaristia. Tutte le persone incontrate avevano un compito, una responsabilità all’interno della comunità. C’è chi coordina la liturgia, altri la catechesi, e poi la Caritas, la pastorale del battesimo, della decima, il giovane che coordina il gruppo giovani e le tante chierichette, alcune delle quali sono già cerimoniere. Una chiesa sorta dal basso, suscitata dallo Spirito Santo, che soffia dove vuole, come gli pare.



È stato senza dubbio un pomeriggio faticoso, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Faticoso perché i chilometri a piedi sono stati parecchi, soprattutto perché fatti subito dopo un viaggio durato parecchie ore. Faticoso anche dal punto di vista mentale perché le novità sono state tante. Passeggiare per la prima volta fra le viuzze della Compensa fa una certa impressione. Vedere tutto di un colpo tanta povertà, tanta disuguaglianza sociale, fa un po' male all’anima. Ascoltare un cammino di chiesa così diverso, accompagnato da persone, tra le quali molti giovani, che danno la vita e molto tempo per le loro comunità, provoca l’apatia religiosa della partecipazione passiva delle celebrazioni occidentali.

Il viaggio è solo cominciato. Vediamo come continua. 

giovedì 1 agosto 2024

La lotta alla tratta di esseri umani dipende da tutti

 







 Paolo Cugini

Martedì 30 luglio 2024 si è celebrata la Giornata mondiale contro la tratta delle persone, una data che deve far riflettere, ma deve anche impegnarci in una lotta che è di tutti, che nessuno può ignorare, distogliere lo sguardo. Siamo di fronte a un crimine che ci è vicino, soprattutto in Amazzonia, una regione dove molti uomini e donne diventano vittime della tratta di esseri umani, ma che è anche una via per la tratta internazionale di esseri umani.

La tratta di esseri umani è una realtà interconnessa con altri traffici: il traffico di droga, il traffico di armi, che si è diffusa nei luoghi più lontani e che, in modi diversi, cattura le sue vittime, che entrano nelle reti della tratta di esseri umani, avendo grandi difficoltà a uscirne. Di fronte a questa realtà, siamo sfidati a fare tutto il possibile per aiutare le persone a non diventare vittime della tratta di esseri umani, ma anche a denunciarlo in modo che, coloro che ne sono diventati vittime, possano sfuggire a questa realtà.

Prendersi cura degli altri, soprattutto delle vittime, dovrebbe essere assunto come un obbligo, soprattutto per coloro che si definiscono cristiani. In Brasile, la Chiesa si batte per combattere la tratta di esseri umani in diversi modi, ma soprattutto attraverso la Rede um Grito pela Vida e la Commissione pastorale episcopale speciale per la lotta alla tratta di esseri umani (CEPEETH) della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB).

Il loo lavoro è importante, ma tutti dobbiamo entrare in questa dinamica, che ci porta a farci carico del dolore delle vittime, a commuoverci di fronte alla sofferenza degli altri. Siamo chiamati a comprendere le manovre delle reti della tratta di esseri umani, i loro modi di agire, per aiutare le potenziali vittime, comprese le persone che fanno parte delle nostre comunità. Vulnerabilità, mancanza di aspettative, mancanza di conoscenza, difficoltà nel trovare un lavoro, sono situazioni che favoriscono le azioni delle reti, che catturano le persone che soffrono di queste situazioni, approfittando del bisogno o della mancanza di conoscenza per catturare le loro vittime. Di fronte alle difficoltà, è sempre più facile lasciarsi tentare da promesse che non hanno nulla a che vedere con quanto realmente accade.

Cosa siamo disposto a fare per affrontare questo crimine? Fino a che punto siamo consapevoli delle conseguenze della tratta di esseri umani? Sono domande che ognuno di noi deve porsi. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte ad una realtà sempre più estesa nella nostra società.