domenica 23 marzo 2025

UNA GIORNATA IN MISSIONE NEL QUARTIERE COMPENSA DI MANAUS

Veduta del quartiere san Vincenzo de Paoli



Paolo Cugini

Venerdì, 21 marzo. Mi piace iniziare il giorno all’alba, immergendomi nel Mistero: orienta positivamente tutta la giornata. Nel silenzio della cappellina alla luce di due candele contemplo il crocefisso e medito sul mistero dell’amore che è il senso della vita. Amore gratuito, disinteressato, amore che conduce verso l’altra, l’altro. Mi chiedo se vivo questa prospettiva. Vengono alla mia mente situazioni, volti, storie d’amore, di donazione. Eventi che m’interpellano e che, allo stesso tempo, indicano un cammino che esige fermezza, scelte e, a volte, rotture. Per questo invoco lo Spirito e mi faccio aiutare dai salmi perché, a volte, non trovo le parole. “Cerco il tuo volto, Signore”; “l’anima mia anela a Te”. Oggi è il compleanno di mia cognata Anna: una preghiera va anche per lei.

Nel silenzio della cappellina della casa parrocchiale

Dopo la preghiera del mattino verso le 6,10 mi dirigo alla comunità santo Ignazio per il caffè Caritas. Mentre vado mi fermo per compare dei pezzi di torta che, senza dubbio, saranno utili. Arrivo sul posto alle 6,20 e Nete e Wanilda stanno sistemando due tavoli e portando le cose per la colazione dei poveri. Dopo alcuni minuti, arrivano anche altre due signore e Antonio, il ministro della Parola della comunità per dare una mano. La cappella è in via di riforma e, quindi, ci mettiamo sul ciglio della stradina, che è la strada principale della comunità. Pian piano cominciano ad arrivare persone dalle zone povere anche di altre comunità. Antonio si allontana dicendo che va nel punto dei taxi perché a che la ci sono dei senza tetto. Infatti, dopo circa venti minuti in un solo colpo ne arrivano 10 molto affamati. Con Antonio e sua moglie lasciamo la colazione dei poveri per dirigerci al secondo evento della giornata.

Preparando la colazione per i poveri del quartiere Santo Ignazio


Verso le 7,45 siamo nella piazza do  Leme, l’unica piazza del quartiere. Da alcune settimane stiamo organizzando un evento in linea con la Campagna della Fraternità 2025 che ha come tema Ecologia Integrale. Abbiamo coinvolto l’associazione degli abitanti della Compensa e il comune nel servizio di pulizia. L’obiettivo consiste nel sensibilizzare le persone a non buttare la plastica nei canali, nel fiume o per strada, ma a raccoglierlo nei specifici contenitori. Un gruppo di circa 50 persone, per lo più giovani, che lavorano per il comune sono arrivati sul posto verso le 8,30 per passare in tutte le case orientando i cittadini sull’importanza di imparare a raccogliere la plastica negli appositi contenitori. In piazza, oltre ad alcuni rappresentanti dell’associazione del quartiere e del Municipio, c’era anche una ventina di rappresentanti del Movimento fede e cittadini della parrocchia. Proprio la parrocchia si è incaricata di fornire una merenda che l’amica Lene ha portato in piazza verso le 10. Mattinata, dunque, molto positiva, anche perché ha permesso di conoscere persone nuove del quartiere e anche di creare alcuni legami con gli organi del Municipio. 

Un gruppo del Movimento Fede e Cittadinanza con alcuni rappresentanti del Municipio
Per la giornata dedicata alla pulizia del quartiere




Verso le 14,45 assieme a Raimundo e Israele siamo andati nella favela Meu Bem e meu Mal, vicino alla comunità si san Pietro. Era quasi un anno che non riuscivo ad entrare in questa realtà dominata dal traffico. Il contato l’ho avuto attraverso Fernanda, una giovane che sabato scorso è venuta ad iscriversi per il percorso ella cresima e, quando mi ha detto che abitava nella favela, immediatamente gli ho chiesto se mi aiutasse a ritornare. “Don Paolo, sono Fernanda: la prossima settimana se hai tempo puoi venire. Hanno detto che puoi anche mettere in agenda una messa”.  Detto e fatto. Con Raimundo e Israele abbiamo girato per le stradine della favela che descriverla come situazione allucinante è poco. Mentre scendevamo lo scalone che dalla comunità san Pietro verso la favela mi chiedevo come si faccia vivere in un posto come questo fatto di palafitte, case fatiscenti. Ho notato che dentro la favela ci sono anche alcuni piccoli negozi e questo è positivi, perché evia agli abitanti di fare delle rampe di scale ripidissime. Arrivati da Fernanda gli abbiamo chiesto di portarci in alcune case dove c’erano dei bambini e adolescenti. La scusa era quella di mostrare il foglio che riporta i progetti di Margens – chitarra, danza, inglese -; l’intento principale era quello di riprendere contatto con una realtà che merita tutta la nostra attenzione. Visitando le case, passando da una stradina all’altra pensavo che fosse difficile incontrare un posto così, che sembra abbandonato da tutti. Chi domina questa area è il traffico di droga che garantisce la sicurezza degli abitanti ma, allo stesso tempo, detta una legge ferra e, chi disobbedisce paga con la morte. “E’ meglio che stai attento a fare le foto: se ti vedono possono intervenire in modo duro”. È Raimundo che mi allerta, nonostante stessi prendendo tutte le precauzioni possibili per non farm vedere. Non c’è da scherzare: è questo il messaggio sotteso di Raimundo. Incontriamo un gruppo di bambini che giocano su uno spazio di cemento tra alcune case. Li chiamiamo per parlare loro dei progetti. “Dove si fanno?” mi chiede uno di loro. “Nella parrocchia di san Vincenzo” risponde Israele. Gli sguardi dei bambini diventano tristi perché per loro è impossibile salire lo scalone alla sera. Per questo pensavo di proporre all’equipe di Margens di provare a pensare un progetto specifico per la favela. Vediamo.



Uno squarcio della drammatica situazione della Favela Meu bem e meu Mal

Alle 19,30 studio biblico nella comunità santo Antonio. È un cammino molto profondo e interessante. Vedere adulti che con il Vangelo cominciano ad avere attitudini nuove, perché scoprono proposte nuove, evangeliche, che modificano prospettive antiche. Vedo gli occhi di Maria Irene, una signora di settanta anni attenti su quello che si legge, si commenta: è come se scoprisse ora la bellezza della proposta di Gesù proprio adesso. E poi ci sono i ragazzi dei gruppi giovani quasi sempre presenti. In ogni parrocchia che entro faccio la proposta dello studio biblico settimanale ed è sempre una proposta che incontra il favore dei fedeli. Ed è camminando con le persone delle comunità meditando insieme la Parola che le nostre scelte quotidiane assumono lentamente una sintonia, parlano la stessa lingua: la lingua del Vangelo. 

Un momento dello studio biblico



sabato 22 marzo 2025

Il Water Forum amplia la sua presenza nei dibattiti sulla gestione delle risorse idriche in Amazzonia

 




Paolo Cugini (a cura di)


Il collettivo partecipa alla V Conferenza Ambientale Statale (CEMA) e a Convergenza Amazzonia 2025, rafforzando la lotta per il diritto umano all'acqua e la preservazione delle risorse idriche nella regione

Il collettivo Fórum das Águas si è distinto nella lotta per la preservazione delle risorse idriche in Amazzonia, espandendo le sue attività in diversi spazi di dibattito e mobilitazione sociale. Di recente, il gruppo ha partecipato alla V Conferenza Ambientale Statale (CEMA), tenutasi tra il 12 e il 14 marzo presso la Corte dei Conti dello Stato di Amazonas (TCE-AM). Inoltre, partecipa anche a Convergenza Amazzonia 2025, un evento che si svolge dal 17 al 22 marzo a Manaus, nell'ambito del programma della Settimana mondiale dell'acqua. La presenza del Water Forum a questi incontri rafforza la lotta per il diritto all'acqua e la gestione sostenibile delle risorse idriche nella regione.

Performance alla 5a Conferenza Ambientale Statale

Il V CEMA ha riunito rappresentanti della società civile, autorità pubbliche e organizzazioni socio-ambientali per discutere le sfide ambientali dell'Amazzonia e presentare proposte per l'elaborazione di politiche pubbliche volte alla sostenibilità. Da sottolineare anche la presenza del Servizio Amazzonico per l'Azione, la Riflessione e l'Educazione Socio-Ambientale (Sares), della Compagnia di Gesù, che ha partecipato attivamente all'evento.

In questo processo, il Forum dell'Acqua ha avuto un ruolo fondamentale, venendo eletto come rappresentante della società civile attraverso una conferenza gratuita organizzata dal collettivo stesso. Durante l'evento statale, il gruppo ha garantito voce e voto nella discussione sulle politiche ambientali, principalmente nell'area relativa al cambiamento climatico. Il rappresentante del Forum parteciperà anche alla Conferenza nazionale sull'ambiente, in programma all'inizio di maggio, durante la quale le problematiche amazzoniche saranno affrontate in una prospettiva più ampia.

Per padre Sandoval Rocha, SJ, membro del collettivo, la partecipazione al Forum dell'Acqua è essenziale per garantire che si dibatta la realtà dei fiumi, dei laghi e dei corsi d'acqua dell'Amazzonia. “Il nostro obiettivo è denunciare gli impatti della privatizzazione dell'approvvigionamento idrico e del sistema fognario di Manaus, che sta causando difficoltà dal 2000. Inoltre, vogliamo portare alla luce la contaminazione dell'acqua da parte di pesticidi, l'inquinamento industriale e la cattiva gestione dei rifiuti scaricati nei fiumi e nei corsi d'acqua", ha sottolineato.

Convergenza Amazzonia 2025

In occasione delle celebrazioni della Settimana mondiale dell'acqua, il Forum dell'acqua è presente anche a Convergenza Amazzonia 2025, un evento che riunisce diversi settori della società per promuovere un ampio dibattito sulla tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile nella regione. Il programma comprende conferenze, workshop, fiere culturali, mostre artistiche e immersioni, creando uno spazio di dialogo e articolazione tra comunità, organizzazioni, imprenditori e dirigenti pubblici.

L'evento offre anche opportunità di volontariato agli studenti delle scuole superiori e delle università, incoraggiando la partecipazione dei giovani alla lotta per la sostenibilità.

Ispirandosi all'incontro dei fiumi Negro e Solimões, che formano il Rio delle Amazzoni, Convergenza Amazzonia nasce dall'esigenza di unire gli sforzi a favore della governance ambientale nella regione. L'iniziativa ha avuto la sua prima edizione nell'agosto 2024 e si sta consolidando come uno spazio strategico per la costruzione collettiva di soluzioni alle sfide socio-ambientali dell'Amazzonia.


Fonte: https://paamsj.org.br/forum-das-aguas-amplia-presenca-em-debates-sobre-a-gestao-da-agua-na-amazonia/ 


giovedì 20 marzo 2025

IL PROGETTO DELLA FACOLTA’ CATTOLICA DELL’AMAZZONIA A MANAUS

 

Con un gruppo di studenti dopo un esame




Paolo Cugini


È iniziato in queste settimane il primo semestre 2025 della Facoltà Cattolica dell’Amazzonia con sede a Manaus, in cui insegno da circa due anni. Dal punto di vista generale non posso che ringraziare il Signore per l’opportunità che mi è stata data. Mi trovo, infatti, nel centro formativo cristiano più importante dell’Amazzonia. Nella Facoltà Cattolica ci sono studenti delle diocesi e delle congregazioni religiose di tutta l’Amazzonia divenendo, dunque, un punto d’incontro e di dialogo significativo. Oltre a ciò, grazie alla creatività del Vescovo Hudson che, oltre ad essere uno dei tre vescovi ausiliari dell’archidiocesi di Manaus, è anche il direttore della Facoltà e dei tre coordinatori laici: Elisangela, George e Roseane, ogni semestre vengono offerte diverse opportunità anche per laiche e laici. È questo un aspetto importante della Facoltà Cattolica, vale a dire, il legame stretto con l’archidiocesi e gli organismi ecclesiali attivi sul territorio amazonico, in modo particolare la REPAM (Rete ecclesiale Panamazzonica) e la CEAMA (Conferenza Episcopale Amazzonica). Altro aspetto importante della Facoltà Cattolica, che la differisce dalle Facoltà teologiche italiane, è la possibilità di essere riconosciuta dallo Stato. Proprio lo scorso anno, a due anni di distanza dalla fondazione, la Facoltà Cattolica dell’Amazzonia ha avuto il riconoscimento ufficiale del MEC (Ministero dell’Istruzione del Governo Federale) con nota massima, sia per i corsi di Teologia che di Filosofia. Ciò significa che, i titoli che escono dalla Facoltà Cattolica, hanno valore sul mercato brasiliano e, in questo modo, la Facoltà attira studenti che non necessariamente sono legati ad un cammino ecclesiale. Altra caratteristica importante, che la diversifica rispetto al percorso proposto in Italia per coloro che si avviano al sacerdozio, è data dal tipo di proposta culturale. Infatti, mentre in Italia il biennio filosofico è inserito nel percorso teologico, in Brasile è separato. Filosofia e teologia sono due percorsi diversificati al termine dei quali si ottiene una laurea. Ci sono laici e laiche che prima hanno ottenuto la laurea in teologia, frequentando i quattro anni del corso, e poi hanno iniziato il percorso triennale per ottenere la laurea in filosofia. 

Al centro il cardinal Steiner e il vescovo ausiliare Hudson, direttore della Facoltã
I tre laici coordinatori Roseane (seconda da sinistra), Elisangela e George


La Facoltà Cattolica, voluta fortemente dal Cardinale Leonardo Steiner sin dal suo insediamento nell’Archidiocesi di Manaus, avvenuto nel gennaio del 2020, dopo solo due anni di vita ha già dei numeri significativi, che dicono dell’impegno profuso dai suoi coordinatori. Attualmente, infatti, gli studenti dei corsi di filosofia e teologia sono circa 150, mentre più di 600 sono gli studenti che frequentano i così detti corsi di estensione universitaria. Oltre a questi, ci sono anche 25 studenti che stanno frequentando un corso di specializzazione biblica e una decina sono entrati nel percorso del dottorato di ricerca, in collaborazione con la Pontificia Università Cattolica con sede a san Paolo. 

La presenza della Facoltà Cattolica a Manaus la rende attenta e sensibile alle problematiche che appaiono sul territorio. L’equipe coordinatrice tutti gli anni organizza settimane culturali, coinvolgendo sia professori che studenti in percorsi interattivi, per affrontare quei temi che rendono il territorio amazzonico affascinante e ricco di prospettive. È impossibile passare per Manaus e non rimanere incantati dalla quantità impressionante di acqua dolce, dalla ricchezza della foresta amazzonica che, proprio per questo, da decenni è depredata e sfruttata dalle multinazionali, che entrano nel territorio amazzonico con il solo obiettivo di prendere tutto ciò che possono, alla faccia dei divieti e del rispetto della natura e delle popolazioni indigene. Questo è un altro tema molto importante, che viene affrontato nelle settimane culturali e anche all’interno di corsi specifici. Proprio sull’attenzione a ciò che di specifico offre il territorio amazzonico la Facoltà Cattolica ha elaborato un progetto ben articolato e che vale la pena conoscere. 

Aula inaugurale dell'anno accademico 2025


Uno dei progetti più importanti che la Facoltà Cattolica sta cercando di realizzare è il progetto denominato Anello di Tucum. Tucum è una palma che cresce formando densi cespi. Raggiunge un'altezza compresa tra i 10 e i 12 metri. Ha steli ricoperti di spine, il che lo rende molto ornamentale. Questo anello ebbe origine in Brasile nell'epoca dell'Impero, quando i gioielli potevano permetterseli solo le ricche élite imperiali. Gli schiavi e gli indios crearono questo anello per poter dare ufficialità ai loro matrimoni. Era, praticamente, un simbolo clandestino per i ricchi che non riuscivano a comprenderne il significato, visto che il suo colore naturale è scurissimo. Negli ultimi decenni, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II e la seconda e terza Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-Americano, che hanno messo in luce l'opzione preferenziale per i poveri, l'anello di tucum si è diffuso largamente fra i fedeli cristiani, con il significato di sancire l'alleanza fra le varie chiese del mondo e ...i poveri, la pace, il rispetto della madre Terra e della causa indigena. Nel corso dei secoli, l’Amazzonia è stata bersaglio di colonizzazioni, genocidi e depredazione delle sue risorse naturali, causando innumerevoli sfide e lotte a favore della preservazione della vita nelle sue varie dimensioni. La sua diversità di culture e biomi costituisce un potenziale immenso e, prendersi cura dell’Amazzonia, significa prendersi cura della Casa Comune e generare sempre più alternative di qualità della vita.

L'entrata della Facoltà Cattolica


   L'anello di tucum ci riporta alle problematiche dell'Amazzonia, dei suoi popoli, delle sue terre, delle sue lotte, simboleggiando l'alleanza con la causa dei Popoli Originari, con la causa dei piccoli, e tutta la lotta in difesa della vita: è per questo che il nostro progetto ha ricevuto questo nome. L’Anello di Tucum si presenta come un progetto ombrello che racchiude quattro progetti, che promuovono studi e approfondimenti, dibattiti e azioni, che coinvolgono le dimensioni amazzoniche.  In primo luogo, il progetto Scuola di Formazione Socio-Ambientale, che mira alla formazione sistematica in difesa della vita, della biodiversità, della flora, della fauna, degli ecosistemi, dei biomi, della biosfera, oltre a promuovere la giustizia sociale e difendere la dignità umana nella regione Amazzonica. In secondo luogo, il progetto Borse di studio, che mira a finanziare borse di studio per i Corsi di Laurea in Filosofia e Teologia della La Facoltà Cattolica dell’Amazzonia. In terzo luogo, il Progetto Eventi Accademici, che mira a rafforzare la didattica, la ricerca e la divulgazione. Infine, la Facoltà Cattolica mira a valorizzare la formazione nel contesto amazzonico, per diversi gruppi, comunità e leader dei comuni di Amazonas e Roraima, che cercano percorsi di dialogo, inserendosi, inculturandosi e incarnandosi nella vita amazzonica. La Facoltà Cattolica mira a promuovere una formazione teologica sistematica e integrale, in un contesto multietnico, multiculturale e multireligioso. Il processo di formazione teologico-pastorale si svolge attraverso attività di insegnamento, ricerca e divulgazione, mirando alla formazione professionale e integrale di teologi e leader in e per l’Amazzonia.

Lavori di guppo


L’obiettivo del progetto Anello di Tucum consiste nel promuovere, produrre e diffondere la conoscenza teologica attraverso l'insegnamento, la ricerca e la divulgazione, formando professionisti critici, solidali e creativi, capaci di contribuire alla costruzione di una società giusta e fraterna. La Facoltà Cattolica si dedica allo studio della realtà amazzonica cercando di creare uno spazio di dialogo interdisciplinare, interreligioso, interculturale ed ecumenico, alla ricerca di nuovi percorsi verso un'ecologia integrale, in linea con le indicazioni fornite da Papa Francesco nella Querida Amazonia. 



sabato 15 marzo 2025

Lettura di qualche riga del mio nuovo libro

 


Oltre il patriarcato nelle religioni


 


Invitiamo tutte e tutti a partecipare all' iniziativa online 
OLTRE IL 25 NOVEMBRE
organizzata dal sindacato pensionati CGIL di TARANTO, con la partecipazione dell'OIVD 

L’appuntamento sul tema 
Oltre il patriarcato nelle religioni: riletture dei testi sacri in chiave di genere  
si terrà il 25 MARZO ore 17,30.

giovedì 13 marzo 2025

DECOSTRUIRE LA RELIGIONE PER INCONTRARE DIO

 




Paolo Cugini



È come la cipolla o come una fodera. La cipolla vista da lontano, sembra compatta, una cosa unica, ma non è. Quando la vedi da vicino ti accorgi che è stratificata, che la puoi pelare, le puoi togliere le stratificazioni che, per quanto riguarda la cipolla – e non solo – è un processo che ci fa piangere.

Anche le coperte sembrano un corpo unico e invece ci sono delle cuciture che uniscono i pezzi e poi ci sono dei rivestimenti per nascondere le cuciture. La coperta sembra un corpo compatto, ma non è. Come, del resto, tante cose nella vita: sembrano compatte, ma non lo sono. Ci abituiamo a vivere nell’apparenza delle cose, sino al giorno in cui un incontro, un volto, un sentimento forte ci aiuta a svegliarci e a scoprire che non è tutto compatto come sembra, che c’è qualcosa di diverso, che c’è dell'altro. 

C’è tutto un sistema di cose che fa di tutto affinché la realtà risulti compatta, bella, simpatica. C’è tutto un mondo che lavora al mascheramento della realtà, soprattutto, al mascheramento delle manipolazioni del reale. E, poi, intervengono degli eventi che incrinano la compattezza, che aprono degli spiragli, che provocano una riflessione, una crisi e aprono, in questo modo, il cammino della decostruzione che ci conduce alla realtà, vale a dire, alla verità sulle cose. La decostruzione delle strutture messe in atto per coprire la manipolazione della realtà è, allo stesso tempo, un cammino di liberazione e di disvelamento . È di liberazione perché, finalmente, la persona vive con libertà il proprio rapporto con la realtà. Di disvelamento perché la rivelazione del processo di decostruzione ci conduce alla comprensione che, le intuizioni che percepivamo nel periodo della manipolazione del reale, erano autentiche. Questa è già un’importante indicazione di metodo. Ci dice, infatti, che ogni persona è dotata per cogliere la verità delle cose, la loro realtà e, quindi, è in grado di percepire ogni tentativo di manipolazione, di distorsione, di dissuasione. 

Ad un certo punto nella vita dobbiamo decidere se sbucciare le cipolle o lasciarle così; dobbiamo decidere se togliere le fodere e controllare le cuciture, oppure continuare a coprirci come se la coperta fosse un corpo unico. Infine, ad un certo punto della vita dobbiamo decidere se continuare a credere a santa Lucia e a Babbo Natale, o se collocarli al loro posto. Dobbiamo, cioè, ad un certo punto della vita, che sarebbe bello essere il più presto possibile, deciderci se vale la pena soffrire un po’, smascherando i miti che ci stanno offuscando la vista del reale, o fare finta di nulla e pagare il prezzo salatissimo di una vita falsa, di correre il rischio cioè di non vivere mai la realtà. 

Quando questo succede, cioè quando ritardiamo ad attivare i processi di decostruzione e di smascheramento stiamo male perché viviamo male. La coscienza si ribella quando qualcosa o qualcuno ci soffoca, tarpa le nostre ali, c’impedisce di volare, di essere noi stessi. La nostra coscienza si arrabbia con noi nel profondo del nostro cuore, quando ci vede pigri, remissivi, un po' meschini perché ci rifugiamo dietro le nostre paure. Siamo come arrabbiati, quando ci accorgiamo che la vita non è come l’avevamo pensata o come qualcuno l’ha pensata per noi. E allora c’è dentro di noi una voce, un sentimento che ci spinge a prenderci in mano, a prenderci sul serio, a smetterla di piagnucolare e tirarci su le maniche per smascherare tutto e vivere così finalmente liberi. 

È il contatto con la realtà che smaschera le sovrastrutture false che ci stanno impedendo di vivere in modo autentico. È la realtà che provoca l’incresparsi di quelle idee, di quelle filosofie e teologie che rivestono la nostra vita non permettendoci di vivere in modo autentico. La cosa peggiore, che purtroppo accade spesso, è quando le filosofie e le ideologie incontrano come alleati i genitori che, non hanno tempo per controllare se tali ideologie sono aderenti o meno alla realtà. Povera quella giovane anima che trova dentro di casa l’alleanza diabolica dei propri genitori con gli spacciatori di ideologie devitalizzanti e castranti! Sarà dura uscire da questa gabbia di matti, ma ce la si può fare. C’è sempre, infatti, un giorno in cui incontriamo qualcosa di reale, in cui percepiamo che il mondo non è come ce lo stanno spacciando. C’è sempre un giorno in cui la giovane anima respira aria di libertà e, quando questo succede, possiamo esserne certi, che farà di tutto per scrollarsi di dosso il marciume delle filosofie e delle teologie, che, come catene, la tengono in gabbia. Chi sente profumo di libertà, soprattutto quando questo profumo viene verso di noi nella giovinezza, difficilmente lo scorderà. 

Il primo elemento fondamentale di questo processo di smascheramento, che è allo stesso tempo un processo di decostruzione, consiste nel prendere le distanze dai maghi, dai ciarlatani, dai venditori di fumo, imbroglioni da due soldi che, per tante ragioni, abbiamo incontrato nel nostro cammino e ci hanno riempito la testa di fandonie. Credo che sia impossibile questo salutare addio ai ciarlatani, senza incontrare qualcuno che ci sia già passato, qualcuno che si sia già liberato dal mondo di fandonie, dal mascheramento del reale. Ormai lo sappiamo che molti di questi ciarlatani vestono delle sottane nere e camminano nelle chiese. C’è tutta una religione che prima di essere cammino di libertà. è strumento satanico di schiavitù e di morte. Quanta gente incontriamo che, ingenuamente, segue qualcuno o un gruppo, pensando di camminare nella via del Signore e invece sta percorrendo il sentiero di satana. 

Il secondo elemento del processo di decostruzione è l’amore alla libertà che, allo stesso tempo, è amore alla vita. Chi ama la vita non accetta le prigioni di qualsiasi genere esse siano e allora, quando sente la propria libertà minacciata scalpita, si ribella, cerca di capire. Chi ama la vita, chi desidera una vita piena e libera non si rassegna mai. È l’amore alla vita o, come direbbe Nietzsche, l’amore alla terra che ci spinge a buttare all’aria tutte quelle strutture formatesi nel tempo che la vita più che liberarla, la soffocano . È la forza interiore che proviene dal profondo delle nostre viscere, che anelano alla libertà, che non accettano una vita di morte, una vita soffocata da sovrastrutture formatesi nel tempo e che non hanno più nessuna aderenza con la realtà vissuta nell’oggi. È l’amore e il rispetto che abbiamo di noi stessi che, ad un certo punto del cammino, ci conduce a buttare all’aria tutte le rassegnazioni, tutte le ingiunzioni ingiustificate, per guardarci dentro meglio, per non dover trascorrere tutta la vita sottomessi a imposizioni senza senso.

Il più grande maestro di ogni cammino di decostruzione che, come abbiamo visto è, allo stesso tempo, un cammino di smascheramento, è Gesù. È proprio Lui, infatti, che in diverse circostanze ha smascherato l’ipocrisia dei farisei, che manipolavano la Parola di Dio per controllare il popolo e mantenere il potere. “Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte” (Mc 7,13). Sostituire la Parola di Dio con la tradizione degli uomini: è questo che è avvenuto nei secoli, portando migliaia di persone a sottomettersi a delle leggi umane, pensando che fossero Parola di Dio. Lo ha scoperto Gesù negli anni della giovinezza, trascorsi nel silenzio, nell’attenzione a ciò che avveniva intorno a Lui, a come si muovevano i farisei e a come il popolo soffriva. Senza dubbio, ad un certo punto avrà colto la contraddizione tra coloro che avevano in ogni momento in bocca la Parola di Dio e quello che questa così detta parola stava producendo nel popolo, vale a dire miseria, povertà, ingiustizia, sofferenza. È stata la realtà ascoltata con attenzione che ha condotto Gesù a capire l’inganno, capire che coloro che parlavano in nome di Dio, in realtà parlavano per loro stessi e per i loro loschi interessi. E allora, un giorno ha deciso di aiutare gli uomini e le donne a liberarsi di tutte le fandonie degli uomini del potere, di smascherare l’inganno dei farisei, di decostruire tutte quelle leggi che soffocavano la libertà degli uomini e delle donne per mostrare loro il vero volto di Dio che è Padre e Madre, il senso profondo della sua Parola che è misericordia, il vero desiderio del cuore del Padre che consiste nel dare vita e vita in abbondanza .

È questo il grande compito della Chiesa in quest’poca post-cristiana: aiutare gli uomini e le donne a liberarsi delle fandonie della religione, ad offrire strumenti affinché ognuno possa toccare con mano l’amore di Dio, la sua giustizia, la sua libertà. 


domenica 9 marzo 2025

QUARESIMA E LA PROPOSTA SOCIALE DELLA CHIESA BRASILIANA: LA CAMPAGNA DELLA FRATERNITA' 2025

 


Paolo Cugini

Ogni anno la Chiesa in Brasile promuove durante la Quaresima una Campagna di Fraternità – CF. Così come siamo chiamati alla conversione personale (conversione del cuore), siamo chiamati anche alla conversione sociale (trasformazione della società). La CF richiama l’attenzione sulla dimensione sociale del peccato, che si incarna nella rottura della fraternità, nell’ingiustizia sociale e nella distruzione della nostra casa comune. E la consapevolezza del peccato sociale ci invita a una conversione sociale che si realizza nelle relazioni di fraternità e di cura tra le persone, nella difesa della dignità e dei diritti dei poveri e degli emarginati e nella cura della casa comune.

Il tema della CF di quest'anno è "Fraternità ed ecologia integrale" e il suo motto è "Dio vide che tutto era molto buono" (Gen 1,31). È un invito a riflettere sui sintomi e sulle cause della crisi socio-ambientale (vedere/ascoltare), a contemplare l’opera creatrice di Dio e meditare sulla missione affidata all’essere umano (illuminare/discernere) e a cercare alternative per superare la crisi socio-ambientale e prendersi cura della nostra casa comune (agire/proporre).

Non ci vuole molto per riconoscere che stiamo vivendo una profonda crisi socio-ambientale, con conseguenze tragiche per gran parte dell'umanità. I sintomi sono lì, proprio accanto a noi: siccità, inondazioni, tempeste, frane, uragani, caldo, incendi, pesticidi, malattie, pandemie, ecc. La pandemia di Covid-19 e la tragedia verificatasi nel Rio Grande do Sul nel 2024 sono ancora ben vive nella nostra memoria e nella nostra carne. Ma riconoscere i sintomi non basta. Dobbiamo interrogarci sulle cause della crisi. E in larga misura è il risultato dell'azione umana. Ciò trasforma la crisi ecologica in una crisi socio-ambientale. Papa Francesco insiste da tempo sulle “radici umane della crisi ecologica”. Il pianeta non può sostenere o tenere il passo con lo sfruttamento della natura e il consumismo sfrenato delle élite. Come sottolinea giustamente il Testo fondamentale della Costituzione federale, “il modello di sviluppo capitalistico, basato sullo sfruttamento delle risorse naturali, sulla combustione di combustibili fossili, come quelli derivati dal petrolio, sull’espansione sfrenata dei consumi e sul rapporto mercantilista con la natura, ha contribuito a una serie di problemi ambientali, come il degrado del suolo, la deforestazione, l’estrattivismo predatorio, l’inquinamento, la scarsità d’acqua, il compromesso della biodiversità con l’estinzione di alcune specie e il cambiamento climatico”.

La fede cristiana ci fa vedere ancora più lontano. La rottura della fratellanza, l'ingiustizia e la disuguaglianza sociale, nonché la distruzione della natura sono, in ultima analisi, un attacco all'opera creativa di Dio e al suo piano per l'umanità. Ciò che è in gioco è la creazione di Dio e la missione che Egli ha affidato agli esseri umani: prendersi cura del creato. Come ricorda Francesco, «dire creazione è più che dire natura, perché si tratta di un disegno d’amore di Dio, nel quale ogni creatura ha un valore e un senso» (LS 76). I racconti della creazione presentano tutti gli esseri come opera di Dio e in armonia tra loro e presentano gli esseri umani come parte della creazione e con la missione di "coltivare e custodire" il giardino della creazione. E l’espressione ecologia integrale richiama l’attenzione sia sul valore di ciascun essere e sulla relazione tra essi, sia sul «valore peculiare» dell’essere umano che implica una «tremenda responsabilità» verso la casa comune. I beni della creazione non possono essere ridotti a semplici “risorse” da sfruttare a piacimento dall’avidità umana. Né si può pensare all'essere umano come a qualcosa di separato dalla creazione o come al proprietario assoluto della creazione. La rottura della fratellanza degli esseri umani con la natura è un attacco alla creazione di Dio. Come afferma il Patriarca Bartolomeo: «un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio» (LS 8).

La consapevolezza del peccato socio-ambientale (distruzione del creato) è una chiamata alla conversione ecologica (cura del creato) e ci porta ad assumere la missione che Dio ci ha affidato di «coltivare e custodire» il giardino della creazione (Gen 2,15). Ciò implica un cambio di mentalità: la natura non è una mera “risorsa” di cui appropriarsi; l'essere umano è parte della natura; la distruzione della natura è la distruzione dell'essere umano stesso è un peccato contro Dio; molti progetti di sviluppo arrecano più danni che benefici alla società, ecc. Ma implica anche un atteggiamento personale e sociale: 1) superare il consumismo, non sprecare l'acqua, fare attenzione ai rifiuti, ecc.; 2) sostenere l’agricoltura familiare e la sua lotta contro i pesticidi, la deforestazione e la distruzione della biodiversità; 3) prendere posizione contro i progetti politici che distruggono la nostra casa comune, come l'irrorazione aerea, l'attività mineraria, la distruzione delle leggi sulla protezione ambientale per favorire gli interessi del capitale, ecc.; 4) Difendere e sostenere le comunità e i movimenti che lottano per la salvaguardia dell'ambiente e la giustizia sociale; 5) ascoltare e lasciarsi commuovere dal «grido dei poveri e della terra», attraverso il quale Dio ci chiama alla conversione sociale e politica.


sabato 8 marzo 2025

GIOVANI IN RITIRO SPIRITUALE Un’esperienza incredibile

 

Un momento del ritiro spirituale



Paolo Cugini


Circa sessanta giovani (in realtà adolescenti dai 14 ai 18 anni) hanno vissuto un’esperienza di grande intensità spirituale, trascorrendo tre giorni – da lunedì 3 a mercoledì 5 marzo -  meditando la parola di Dio, in un clima di silenzio e raccoglimento. 

È da quando sono arrivato nella parrocchia san Vincenzo de Paoli del quartiere Compensa di Manaus che siamo in cammino con i giovani. C’è una equipe di persone adulte che con me accompagna pastoralmente i giovani. C’è una giovane coppia di sposi – Nair e Israel -, che ha un’esperienza giovanile nei gruppi carismatici e poi Marcela e Maquiné, lei 25 e lui 38, che da sempre sono attivi nella Pastorale giovanile sia del Vicariato che nell’Archidiocesi. Assieme a loro si è aggiunto anche Francesco, che ha una lunga esperienza sia nella pastorale giovanile che nei gruppi carismatici. 

Momento iniziale di accolgienza dei giovani guidato da nair e Marcela


La proposta che stiamo facendo ai giovani dei sette gruppi di base è frutto di assemblee dei giovani in cui loro stessi avanzano proposte, che poi sono discusse e messe in un calendario. Del resto, è questo un aspetto del cammino sinodale che non solo l’archidiocesi, ma la stessa pastorale giovanile sta realizzando. 

Tra le varie proposte emerse, c’è anche quella dei ritiri spirituali. Durante l’anno sono quattro. Uno di mezza giornata a gennaio, che è il mese delle ferie degli studenti. Poi ci sono i ritiri di avvento e quaresima. Infine, il ritiro che dà inizio la cammino pastorale dell’anno e che si svolge solitamente nel periodo del carnevale. Lo scorso anno il ritiro è durato due giorni, quest’anno tre. 

I giovani a pranzo


Ho guidato i momenti di riflessione proponendo 7 meditazioni bibliche sul tema dell’eucarestia, con l’obiettivo di aiutare i giovani a riscoprire il senso dell’eucaristia domenicale e del valore di realizzarla nella comunità di appartenenza. Abbiamo alternato le meditazioni a brevi spazi di silenzio, al massimo 40 minuti, per condurre i giovani a scoprire il valore della meditazione, della riflessione interiore. 

Un momento della celebrazione penitenziale


I cinque adulti hanno accompagnato i momenti liturgici. Israel e Francesco sono ottimi chitarristi oltre ad avere una bella voce. Due liturgie hanno in modo particolare il ritiro spirituale di quest’anno. Il primo è stata la celebrazione penitenziale realizzata alla sera della seconda giornata. È stato senza ombra di dubbio, il momento più forte ed emozionante del ritiro. Marcella ha posto in mezzo al salone e ha spiegato la dinamica della celebrazione penitenziale: invitare la persona con la quale si ha avuto qualche momento negativo durante l’anno a lavarsi le mani insieme e poi abbracciarsi e perdonarsi. Mentre la liturgia si svolgeva a luci soffuse, Francesco, Israel e Nair guidavano il canto. La celebrazione è durata circa due ore in mezzo all’emozione generale. 

Le cuoche il cui lavoro ha permesso la realizzazione del ritiro


La seconda liturgia che ha segnato il ritiro è stata l’adorazione eucaristica nel pomeriggio prima di partire. A causa delle piogge torrenziale l’abbiamo realizzata nel salone. Dopo il rosario recitato dai giovani, ho esposto il santissimo sacramento e Francesco ha guidato la meditazione tra un canto e l’altro. Avere in parrocchia degli adulti preparati che sanno guidare momenti di celebrazione e comunicare contenuti di grande spiritualità è un dono che raramente si trova (soprattutto in Italia). 

Il ritiro è terminato con la messa del mercoledì delle ceneri celebrata in parrocchia. 

Foto di gruppo finale



giovedì 6 marzo 2025

Dio, patria e potere. Il nazionalismo cristiano cerca di conquistare gli Stati Uniti

 



Articolo di Antonella Marty

Traduzione: Paolo Cugini

06 marzo 2025

Con l'arrivo di Donald Trump  alla Casa Bianca, i nazionalisti cristiani ritengono che sia giunto il momento di "purificare" gli Stati Uniti, eliminando ad esempio l'" ideologia woke ", e di attuare il "piano di Dio" stabilendo la priorità dei valori cristiani - così come li concepiscono loro - nella politica e nel diritto. Un progetto che rappresenta una seria minaccia per la democrazia.

L'articolo è di  Antonella Marty , politologa argentina il cui interesse principale è la difesa dei diritti umani e delle libertà individuali e sociali, dai diritti LGBTQ+ al femminismo, dalla legalizzazione della droga alla libertà migratoria. Lavora per sensibilizzare l'opinione pubblica sui pericoli del nazionalismo e sull'ascesa della nuova destra in tutto il mondo. Per Deusto ha pubblicato The Liberal Manual  (2021), Tutto quello che devi sapere su... storia, arte, scienza, religione, astrofisica, filosofia, politica ed economia  (2022) e Ideologies  (2024).

L'articolo è pubblicato da Nueva Sociedad , marzo 2025 e pubblicato sul sito brasiliano HIU (Istituto Umanitas Unisinos).

Da quando è tornato alla Casa Bianca, Donald Trump ha ribadito la sua alleanza con il nazionalismo cristiano bianco, il che gli ha garantito un accesso senza precedenti al potere del governo federale. Di recente ha nominato la telepredicatrice evangelica ed esponente della teologia della prosperità americana Paula White a capo del neonato White House Faith Office , un'agenzia creata con il motto di "rafforzare le famiglie americane". In linea con questo programma, ha anche annunciato l’emissione di un ordine esecutivo per istituire una task force contro i “pregiudizi anticristiani”, con l’obiettivo di perseguire la presunta “violenza contro la comunità cristiana”.

Con un Partito Repubblicano sotto il suo controllo e una Corte Suprema conservatrice, Trump sta intensificando la sua retorica religiosa, facendo campagna elettorale per essere circondato da politici e pastori che chinano la testa, pongono le mani su di lui, chiudono gli occhi e lo pregano come un messia in estasi narcisistica, mentre li chiamano "i miei meravigliosi cristiani". Nel luglio 2024, Trump si rivolse ai cristiani chiedendo il loro voto e disse: "Tra quattro anni non dovrete più votare. "Risolveremo la questione così bene che non avrete più bisogno di votare, miei cari cristiani."

Il nazionalismo cristiano è  un movimento politico-religioso emerso con l'intento di creare una nazione cristiana e di perpetuare la falsa narrazione secondo cui gli Stati Uniti un tempo erano una nazione cristiana ma non lo sono più a causa di una crisi morale derivante dalla cultura " woke " (trasformata in sinonimo di progresso in termini di diritti sociali e libertà) o di un "declino morale dell'Occidente" (argomento ripetuto dalla nuova destra, da Donald Trump a Nayib Bukele  e Javier Milei ). Questo movimento ha lo scopo specifico di convertire (o riportare, secondo la loro narrazione) gli Stati Uniti in una nazione sottoposta a leggi cristiane. Come ha riassunto il columnist del New York Times David French :

 "Il problema del nazionalismo cristiano non ha nulla a che fare con il coinvolgimento cristiano nella politica, ma con la convinzione che i valori cristiani debbano avere la precedenza nella politica e nel diritto. Può manifestarsi nell'ideologia, nell'identità e nelle emozioni. Inoltre, se ciò accadesse, cambierebbe completamente la Costituzione e frammenterebbe la nostra società".

Il nazionalismo cristiano è un movimento politico-religioso nato con l'intento di creare una nazione cristiana e di perpetuare la falsa narrazione secondo cui gli Stati Uniti un tempo erano una nazione cristiana, ma non lo sono più a causa di una crisi morale derivante dalla cultura "risvegliata" o di un "declino morale dell'Occidente".

Questo movimento è eterogeneo e presenta molteplici varianti, che vanno da settori del cattolicesimo e del protestantesimo alle chiese pentecostali e neo-pentecostali e alle mega chiese, ciascuna con la propria interpretazione e il proprio approccio, ma tutte con lo stesso obiettivo: far credere alla gente che gli Stati Uniti , a partire dagli anni '60, si sono allontanati da Dio e devono essere puniti per questo. I nazionalisti cristiani ritengono che gli Stati Uniti siano stati scelti da Dio per realizzare uno scopo speciale nella storia. Affermano che le persone che fondarono il paese lo fecero in nome del cristianesimo, il che è una falsità storica.

Il nazionalismo cristiano non è una novità. Ma oggi la nuova destra sostiene un programma governativo che mira a creare un paese in cui una ragazza tredicenne può essere costretta a partorire, senza però poter leggere un libro sull'importanza della diversità sessuale o sulla oscura storia segregazionista del paese; un paese in cui i corpi delle donne e delle persone trans sono soggetti a una regolamentazione più severa rispetto alle armi da fuoco; un paese in cui i bambini sono protetti dal "male" delle bandiere arcobaleno, ma sono esposti a sparatorie di massa nelle scuole o a innumerevoli abusi sessuali da parte di leader religiosi o familiari; un paese che stanzia un bilancio per le spese militari ma non per l'assistenza sanitaria universale; un paese in cui la polizia spara alla schiena ai neri disarmati, ma elegge un presidente che ha commesso 34 crimini gravi, come nel caso di Donald Trump .

I nazionalisti cristiani sostengono che il Paese dovrebbe essere una "nazione cristiana" o almeno guidata da cristiani. Questa proposta riflette la creazione di un modello teocratico che vede gli Stati Uniti come un elemento unico e speciale nei "piani di Dio" per l'umanità. Quel progetto è ora al potere con Donald Trump , che per il resto ha abbracciato queste bandiere in modo ampiamente opportunistico, e il vicepresidente JD Vance .

I nazionalisti cristiani sostengono che il Paese dovrebbe essere una "nazione cristiana" o almeno guidata da cristiani. (...) Quel progetto è ora al potere con Donald Trump, che altrimenti ha abbracciato queste bandiere in modo ampiamente opportunistico, e il vicepresidente JD Vance

Nel corso del tempo, i nemici del nazionalismo cristiano cambiarono. Dai popoli indigeni, ai neri, agli atei, alle donne, ai comunisti, fino ad arrivare, oggi, alle persone consapevoli e trans. Ogni “nemico” costruito ha il suo posto nella storia disegnata da questo movimento. Le "benedizioni" che un tempo erano state concesse agli Stati Uniti sono ora minacciate da un "degrado culturale" che distrugge la "purezza" di una nazione in pericolo. Il nazionalismo cristiano non è solo un insieme di credenze religiose, ma anche una narrazione profondamente radicata, una  storia profonda che viene raccontata e ripetuta innumerevoli volte nel corso del tempo.

Questo spiega perché l'insurrezione e l'assalto al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021 non sono stati un evento isolato, ma una manifestazione visibile e violenta di un movimento politico che covava nell'ombra da anni, essendo una delle correnti più antiche e potenti della politica americana. Fino ad allora, molti non avevano riconosciuto la reale influenza del nazionalismo cristiano e i suoi legami. Ma il 6 gennaio ha segnato l’esplosione di una spinta di lunga data, alimentata da personaggi come Trump , che, dopo aver perso le elezioni contro Joe Biden , ha utilizzato i social media per diffondere bugie su un’“elezione rubata” (ed è stata l’elezione più serrata nella storia del paese).

L'assalto al Campidoglio può essere inteso come un punto di svolta, come un atto materiale e simbolico. Un evento costellato di striscioni che proclamavano " Gesù 2020 ", in cui gli insorti hanno portato una bandiera associata al nazionalismo cristiano all'interno del Senato e l'hanno posizionata accanto alla bandiera americana, accompagnata da una grottesca spettacolarizzazione della mascolinità violenta. Nel nome di Gesù, Jacob Angeli , noto come lo “ sciamano di QAnon ” (l’uomo con le corna di bisonte, il petto nudo e il viso dipinto, la cui immagine è stata pubblicata su tutti i portali di informazione del mondo), ha lanciato una preghiera pubblica, affermando che questa era “la nostra” nazione e non “la loro”, e che l’obiettivo era recuperare “l’America” e restituirla a Dio, sbarazzarsi dei comunisti (come ripetuto dai nuovi maccartista come Javier Milei in Argentina e Isabel Díaz Ayuso  o Santiago Abascal  in Spagna) e usare la violenza se necessario:

"Grazie, Padre Celeste, per averci dato questa opportunità, per averci permesso di esercitare i nostri diritti, per averci permesso di inviare un messaggio a tutti i tiranni, comunisti e globalisti, che questa è la nostra nazione, non la loro. Non permetteremo che l'America, lo stile di vita americano, fallisca. "Grazie, divino, onnisciente, onnipresente Dio creatore, per averci benedetti", ha pregato Angeli , vestito in un modo non proprio come quello dei cristiani convenzionali.

Gli attuali membri della Camera dei rappresentanti, come Lauren Boebert e Marjorie Taylor Greene , hanno pubblicamente espresso la loro opposizione alla separazione tra Chiesa e Stato. Boebert , in particolare, ha dichiarato: “Sono stanco di questa assurdità della separazione tra Chiesa e Stato, non è nella Costituzione. Era in una lettera puzzolente [da uno dei Padri Fondatori] e non significa niente di ciò che dicono che significhi." E ha chiesto una nazione nazionalista cristiana che metta Dio al primo posto. Vale la pena notare che queste affermazioni non provengono da pastori o fedeli in contesti informali, ma da potenti funzionari eletti che hanno a lungo sostenuto che il cristianesimo dovrebbe essere la norma. Coloro che ripetono che l'America dovrebbe essere una nazione cristiana sono membri del Congresso, procuratori generali, presidenti, membri del gabinetto, candidati governatori e persone che influenzano la politica pubblica.

Nel frattempo, Marjorie Taylor Greene è la principale esponente delle teorie del complotto e ha addirittura sostenuto che un terremoto e un'eclissi verificatisi nella stessa settimana sono forti segnali e avvertimenti che Dio ci sta dicendo di pentirci. "Dobbiamo essere il partito del nazionalismo. Sono una nazionalista cristiana e lo dico con orgoglio. Dovremmo essere tutti nazionalisti cristiani", ha detto a uno Student Action Summit dell'organizzazione radicale e trumpista per eccellenza, Turning Point , sostenendo che il nazionalismo cristiano è un movimento che risolverà "l'immoralità sessuale" negli Stati Uniti (anche l'ossessione della nuova destra per la sessualità è un problema).

Non si tratta di impedire alle persone di recarsi in chiesa, sinagoga, moschea o tempio. Il problema è che cercano di imporre una specifica visione religiosa come fondamento dello Stato e delle leggi.

Va anche notato che la fusione tra nazionalismo e religione non è un fenomeno esclusivo degli Stati Uniti . In Europa e in America Latina esiste una versione del nazionalismo cristiano, il cui asse centrale è la difesa della "civiltà cristiana" e la preservazione della "vita tradizionale" dei settori eteropatriarcali bianchi, che ora si fanno vittime anche perché ritengono che i progressi del femminismo o degli studi di genere stiano privandoli dei loro "diritti" (in realtà, stanno ponendo fine ai loro privilegi storici e questo è ciò che li infastidisce). Il motto “ Dio, famiglia e patria ” ha trovato profonda risonanza in molte comunità ispaniche, dove la fede e la spiritualità svolgono un ruolo centrale. In termini di strategia politica, la nuova destra ha individuato nelle chiese un canale chiave per entrare in contatto con gli elettori latini. Secondo le stime, negli Stati Uniti la maggior parte dei contatti con questa comunità avviene attraverso le chiese, molte delle quali condividono già valori allineati al conservatorismo tradizionale.

Per farlo, utilizzano i media, i social network, i troll (nel caso del governo di Javier Milei , finanziati con risorse dei contribuenti), gli influencer, i forum anonimi, i fanatici delle sette, tra gli altri. Nel caso di Donald Trump , oltre agli agenti del regime russo, spiccano reti come Nexstar , Fox News , Breitbart , Sinclair e, soprattutto, la Trinity Broadcasting Network , fondata nel 1973 come prima piattaforma mediatica evangelica, che ha proiettato personaggi come Pat Robertson  o Franklin Graham .

Da quel momento in poi, i televangelisti hanno affascinato un vasto pubblico, definito persino dagli ex conduttori di questi programmi televisivi come una rete di "profeti autoproclamati" e "raccoglitori di fondi seriali". Oggi, Trinity Broadcasting Network è la più grande rete televisiva religiosa al mondo, con un pubblico stimato di 2 miliardi di spettatori. Questa rete è diventata un pilastro fondamentale di sostegno per Donald Trump e il movimento MAGA [ Make America Great Again ] , con la conquista di gran parte del voto evangelico conservatore che è stata fondamentale per il suo arrivo alla Casa Bianca.

Negli anni '70, gli evangelici cominciarono ad avere accesso a un numero maggiore di emittenti radiofoniche e televisive, aumentando notevolmente la loro influenza nella politica americana. Questi gruppi erano sostenuti dalla Christian Broadcast Network , fondata nel 1959 e gestita dal magnate dei media Pat Robertson , che utilizzava i media per unificare e mobilitare la sua base cristiana evangelica conservatrice. La tecnologia è cambiata, ma i meccanismi sembrano essere gli stessi…

Nel suo articolo intitolato “ Trump, il nuovo Messia ”, la giornalista Gina Montaner descrive come una parte significativa del movimento evangelico negli Stati Uniti sia arrivata a vedere Donald Trump come una figura messianica, soprattutto dopo il suo sostegno all’agenda cristiana, incentrata sulla lotta contro il diritto all’aborto. Secondo Montaner , l'attacco al Campidoglio è stato interpretato da molti evangelici come una battaglia biblica, in cui le forze del "bene" (rappresentate dal trumpismo) hanno combattuto contro le forze del "male" (il Partito Democratico o semplicemente i progressisti). Questa visione ha trasformato il Campidoglio in un tempio da purificare, con Trump rappresentato come un leader profetico che guida la lotta. Nonostante il linguaggio aggressivo e divisivo di Trump , i leader evangelici non solo hanno adottato il suo stile, ma lo hanno visto come un mezzo per diffondere il loro messaggio. L’ascesa al potere di Trump ha smantellato ogni idea che gli Stati Uniti fossero un paese eccezionale o al sicuro dall’ascesa del populismo autoritario.

Il movimento MAGA sembra determinato a smantellare i principi di una nazione laica per fondare una nazione cristiana. Da allora, idee come quella secondo cui gli Stati Uniti “hanno bisogno di un dittatore” e le espressioni dei sostenitori di Trump che inneggiano alla “fine della democrazia” hanno guadagnato terreno. L'accordo tra Trump e gli evangelici resta chiaro: il leader della setta ha iniziato a prendere decisioni per soddisfare una potente lobby religiosa, come le nomine alla Corte Suprema. In cambio, i leader religiosi mobilitarono i loro parrocchiani affinché votassero per lui. Montaner sottolinea anche come, nel secondo turno delle elezioni, i leader evangelici conservatori abbiano celebrato la vittoria di Trump come l'adempimento di una "profezia", collegando il suo trionfo a un "piano divino" e alla creazione di una nuova era di "dominio cristiano".

Questo fenomeno sottolinea come il sostegno politico e religioso a Trump sia profondamente radicato in un'ideologia che lo vede come il salvatore dei valori cristiani dal presunto peccato del Partito Democratico . Pertanto, le organizzazioni religiose di destra usano Trump come mezzo per promuovere i propri programmi politici e religiosi, mentre lui sfrutta il loro sostegno per consolidare la propria leadership. Questo fenomeno genera un sistema di feedback perverso, con gerarchie e strutture settarie in cui convivono grandi interessi economici, ambizioni di potere e, in molti casi, dinamiche di sfruttamento sessuale.

L'allineamento tra repubblicani ed evangelici, iniziato nel 1980 con l'arrivo di Ronald Reagan  e della sua "maggioranza morale", non solo è continuato, ma con Trump ha raggiunto livelli di radicalizzazione e viralizzazione, frutto delle piattaforme contemporanee che promuovono l'incitamento all'odio del movimento neo reazionario, coloro che parlano di "religione dell'amore", ma sono i primi a creare un nuovo comandamento: "lancia pietre e offendi il tuo prossimo".

Dobbiamo anche tenere conto del ruolo delle diverse reti religiose interconnesse che influenzano la nuova destra. Una di queste reti è nota pubblicamente come The Fellowship e privatamente come The Family , un'organizzazione cristiana fondata nel 1935 dal ministro metodista americano Abraham Vereide , che funge da forum, "formando" le persone e sostenendo "esperienze spirituali", contribuendo inoltre a collocare figure religiose in posizioni di potere nelle istituzioni degli Stati Uniti e del resto del mondo.

La seconda è la Nuova Riforma Apostolica ( NAR ), nata dall'ala pentecostale e carismatica dell'evangelismo e composta da un'ampia gamma di ministeri, grandi e piccoli. Il giornalista Frederick Clarkson mette in guardia dal crescente potere di questo movimento religioso che sta guidando la politica cristiana della nuova destra. Per la NAR , Trump è “un soldato di Dio che combatte la battaglia contro le forze di Satana”. Il movimento profetizza una “Fine dei Tempi” in cui cercherà di stabilire il predominio religioso e politico. Il concetto centrale è il "mandato delle sette montagne", che sostiene che i cristiani dovrebbero assumere il controllo di ambiti chiave della società, come la famiglia, la religione, l'istruzione, i media, le arti e l'intrattenimento, gli affari e lo Stato (qualcosa di simile alla loro "guerra culturale"). Questo approccio è diventato sempre più politico, con personaggi come il presidente della Camera Mike Johnson che hanno dimostrato di sostenere questa visione e una crescente incidenza di queste idee nella Corte Suprema degli Stati Uniti o nelle corti statali come quella dell'Alabama . La NAR sta guadagnando visibilità e la sua influenza si estende oltre il potere religioso, fino a raggiungere il potere politico.

La terza è l'organizzazione cattolica Opus Dei , diffusa in tutti i paesi ispanici e tra le cui regole di appartenenza rientra l'accettazione dell'obbedienza cieca, ordinata dallo stesso fondatore della setta, Josemaría Escrivá de Balaguer , nella sua opera Cammino (1934). Da allora, l'Opus Dei si è dedicata a "evangelizzare" individui con influenza economica o politica, che rappresentano un'arma politica che minaccia la forma democratica di governo. È formato anche da individui che, trovandosi in posizioni di grande influenza (compresi i think tank che si dichiarano progressisti, conservatori o libertari) devono obbedire ed eliminare i dubbi dalle loro menti, essendo dei "veri soldati", per seguire scopi politici che portino all'istituzione della religione come legge dello Stato.

Queste reti sono convinte che il cristianesimo sia sotto assedio e debba essere riportato al suo posto originale attraverso una presa di controllo teocratica delle istituzioni politiche e culturali degli Stati Uniti , cosa che sarà molto più facile da realizzare in questa seconda amministrazione di Donald Trump . Per loro l'obiettivo è cristianizzare la società attraverso la chiamata di un dio, presunto creatore dell'universo, con trilioni di stelle sotto il suo dominio, che vive preoccupato e ossessionato da ciò che gli adulti fanno volontariamente con la loro sessualità. La religione diventa così un pilastro fondamentale della nuova destra, creando uno stretto legame tra profeti ed elettori.


Fonte https://www.ihu.unisinos.br/649117-deus-patria-e-poder-o-nacionalismo-cristao-busca-conquistar-os-estados-unidos-artigo-de-antonela-marty  


sabato 1 marzo 2025

UN NUOVO LIBRO: IL NOME DI DIO NON E' PIU' DIO

 


CUGINI, PAOLO. Il nome di Dio non è più Dio. Dire il mistero in un mondo post-moderno. Torino: Effatà, 2025. 240 p.


Introduzione

Ci sono percorsi esistenziali che nascono così, per caso, senza volere. In questi casi si generano delle situazioni che ci trovano impreparati, sprovveduti e possiamo correre il rischio di chiuderci in noi stessi, come forma di difesa, oppure, di approfittare della novità per entrare, lasciarci guidare dagli eventi e, così, scoprire mondi nuovi. Le pagine di questo libro raccolgono anni di riflessioni su quei temi assimilati nell’infanzia in un modo, e vissuti in tutt’altro modo nelle situazioni che la vita mi ha presentato. Come diceva Aristotele non si nasce coraggiosi, ma lo si diventa. Siamo il frutto delle scelte fatte, dei cammini percorsi, nel bene e nel male. C’è chi passa la vita fedele ai contenuti ricevuti nell’infanzia e chi coglie la prima occasione per buttare tutto all’aria e andarsene per i fatti propri. Non è mancanza di rispetto, ma è desiderio di libertà, di vivere a pieni polmoni la vita e, soprattutto, è un modo d’interpretare la vita come cammino alla scoperta di nuove possibilità, nella percezione profonda che non tutto è già dato e non tutto è così come ci è stato insegnato. È abbandonando le sicurezze culturali e spirituali delle origini che apprendiamo a confrontarci senza timore con le narrazioni diverse dalle nostre, senza difenderci, senza attivare quei meccanismi di difesa che ci inducono a proferire argomenti mai sperimentati e solo ripetuti a memoria. Le relazioni educative sono sane quando aiutano l’individuo ad essere se stesso, non a riprodurre desideri altrui. I bambini per compiacere gli adulti fanno tutto quello che loro richiedono, anche perché sanno che è l’unico modo per ottenere qualcosa. Gli adulti insoddisfatti nella vita spesso si rifanno sui figli riproducendo degli automi obbedienti ai comandi. 

Rompere il cordone ombelicale delle istituzioni che hanno contribuito a formare la coscienza nell’infanzia è il cammino necessario per una vita di adulto libera. Prendersi in mano la vita: è questo il cammino esistenziale, doloroso ma necessario, per divenire se stessi. In questo cammino di liberazione, uno degli ambienti più importanti da cui prendere le distanze o, perlomeno, rielaborare l’appartenenza in modo critico è il mondo, l’ambiente religioso. Sino a qualche decennio fa l’istituzione religiosa, che in Occidente s’identifica con la parrocchia, era considerato un luogo sano, in cui si apprendevano i valori positivi necessari per una vita sana. Oggi non è più così. I processi di decostruzione culturale prodotti dalla cultura post-moderna stanno mettendo a nudo una serie di fattori negativi del mondo religioso sui quali vale la pena soffermarsi. Con il passare degli anni mi rendo sempre più conto come, uno dei problemi più profondi del mondo religioso sia l’interpretazione delle parole. Il cristianesimo ha veicolato contenuti omofobi, maschilisti e misogini a causa di un modo d’interpretare i testi sacri. Ancora oggi, le relazioni all’interno delle comunità cristiane sono intossicate da modalità relazionali misogine e omofobe, a causa di una interpretazione fondamentalista dei testi sacri. C’è tutto un mondo religioso che soffia sul fuoco dei fondamentalismi, facendo anche il gioco sporco di quei movimenti politici che si alimentano del mondo fondamentalista. Leggendo e meditando il Vangelo ci si rende conto che la realtà religiosa non è cambiata molto. In questa prospettiva, si comprende che la missione di Gesù sia stata quella di liberare gli uomini e le donne dal veleno mortale della religione o, meglio, di quella religione inventata dagli uomini. Gesù ha proposto delle chiavi di lettura per interpretare le parole del testo sacro, per non rimanere schiavi da quei precetti e quelle pratiche così dette religiose inventate dagli uomini del tempio per soggiogare le persone e, così, sfruttarle. “Avete inteso che fu detto agli antichi… Ma io vi dico” (Mt 5,21s). 

Le parrocchie dovrebbero essere i luoghi in cui le persone vengono liberate dalla religione e introdotte nel cammino del Vangelo tracciato da Gesù. Non a casa, come ci ricorda il libro degli Atti degli Apostoli, le prime comunità si chiamavano proprio così: il cammino. Rimango sempre molto affascinato dai profeti biblici, non solo per il loro coraggio di affrontare i potenti del tempo, con affermazioni dure e radicali, ma soprattutto per la capacità di aprire orizzonti nuovi, iniettando speranza nel popolo. Non basta, infatti, criticare una situazione, analizzare un fallimento, occorre fornire vie d’uscita, soluzioni, per permettere alle persone di ripartire per cammini nuovi. Il rischio, infatti nelle analisi critiche, è di rimanere affascinati per le belle parole, le profonde critiche, ma dimenticandosi che, le sole parole, possono ferire e creare negatività. Che dire ad esempio, di Geremia? Nei primi capitoli sferza i capi religiosi con una serie di oracoli durissimi, che non lasciano spazio all’immaginazione, dalla forza polemica che li anima. Poi, però, nel momento più tragico della storia d’Israele, vale a dire la distruzione della città e del tempio di Gerusalemme e l’esilio di buona parte della popolazione a Babilonia, Geremia se ne esce con una delle profezie più belle di tutta la letteratura profetica, prospettando per il popolo una Nuova Alleanza in cui Dio avrebbe scritto la sua legge d’amore non sulla pietra, come quella mosaica, ma nel cuore (cfr. Ger 32,31-34). Il libro che hai tra le mani è suddiviso in tre parti e propongono un percorso allo stesso tempo spirituale, religioso e culturale. Nella prima parte condivido alcuni contenuti di vita spirituale maturati in alcuni frangenti critici della mia vita. Ho sempre valutato positivamente i passaggi cosiddetti bui della vita, quelli in cui si entra per caso e non si sa come vadano a finire. 

Mi piace fare tesoro di questi momenti, raccogliendo tutto ciò che di buono e di novità portano con sé. In questa prima parte, dunque, si trovano anche spunti biografici ed è un modo per rendere uno scritto più coinvolgente, capace d’interagire con il lettore. La seconda parte potrebbe essere definita destruens, nel senso che propongo riflessioni critiche sulla cristianità, su alcune idee prodotte dalla vita religiosa che ancora influenzano negativamente la vita dei fedeli. Sono pagine, dunque, in cui non risparmio i toni duri, non solo polemici, ma anche critici nei confronti di una istituzione di cui faccio parte. Il desiderio è sempre quello di fare luce per vivere meglio e in modo più sereno il proprio rapporto con il Mistero e con le persone che incontriamo sul nostro cammino. I primi capitoli di questa seconda parte sono dedicati ad un dialogo culturale con quella corrente di pensiero teologico che va sotto il nome di post-teismo, che ritengo affascinante e piena di stimoli culturali. Interrogarsi sul contenuto del nome di Dio e comprenderne la portata storica è importante, soprattutto per tentare di capire in che modo dire il Mistero nel linguaggio odierno. Nella terza e ultima parte condivido una proposta. Come scrivevo sopra: non basta solo criticare, occorre anche avere il coraggio di fare qualche proposta positiva, presentare possibili nuovi cammini. Ho cercato in questi ultimi anni di comprendere la possibilità di vivere il Vangelo come una proposta che Gesù ha fatto per tutte e tutti, uno spazio, dunque inclusivo. 

Liberarsi dalla religione degli uomini, ha come primissimo risultato quello di comprendere il Vangelo in un modo nuovo, come un cammino in cui al centro non ci sono dei precetti da obbedire, ma la cura della qualità delle nostre relazioni umane. In questa prospettiva, percepisco la grande vocazione della comunità cristiana nel mondo di oggi: essere uno spazio aperto per tutte e tutti, soprattutto per quelle minoranze maltrattate dal sistema meritocratico e patriarcale. È proprio così che si esprimeva Gesù in uno dei versetti più profondi di tutto il Vangelo: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi e io vi darò ristoro” (Mt 11,25). Buona lettura e buon cammino.


INDICE


INTRODUZIONE

PRIMA PARTE: INDICAZIONI PER UN CAMMINO SPIRTUALE POST-RELIGIOSO


CAPITOLO PRIMO: APRENDO IL CAMMINO

1.Guardando da fuori. 2. Stare fermi. 3. Sulla riva del fiume. 4. Ti aspetto in silenzio.  


CAPITOLO SECONDO: APPROFONDENDO IL DISCORSO

1.L’intuizione. 2. Lo sguardo. 3. Prospettiva. 4. Poliedro. 5. La tensione polare. 


CAPITOLO TERZO: IMPARANDO DALLA VITA

1.La ferita non è il tutto. 2. Non maltrattare i limiti. 3. Sopravvivere alle ferite mortali. 4. Il tutto nel frammento. 5. In ascolto dei sentimenti. 6. L’ostacolo. 7. La realtà e l’idea. 8. A piedi nudi sulla nuda terra. 9. La solitudine della libertà.


CAPITOLO QUARTO: UN NECESSARIO LAVORO CULTURALE

1.Decostruire. 2. Decentrare. 3. Depotenziare.


CAPITOLO QUINTO: GUARDANDO LONTANO

1.Camminare sul filo. 2. Seguendo i brividi. 


SECONDA PARTE: RACCONTARE LA FINE

CAPITOLO PRIMO: IL MISTERO DI DIO

1.Il nome del Mistero. 2. Tra monoteismo e monolatria. 3. Contaminazioni religiose. 4. Un nuovo paradigma interpretativo. 5. Dire Dio in modo non religioso? 6. Il Mistero nella prigione dell’essere. 7. La molteplicità delle manifestazioni del Mistero. 


CAPITOLO SECONDO: LA CRISI DELLA RELIGIONE

1.Il ritorno della religione? 2. La religione e il male. 3. La religione come tentazione. 4. Destrutturare la struttura religiosa. 5. Il cristianesimo: una religione?


CAPITOLO TERZO: LA FINE DI UN’EPOCA?

1.Un mondo cristiano che scricchiola. 2. Un sistema che si sta sgretolando. 3. Come una sensazione. 4. Il grande errore. 5. Il tempo della fine. 6. Il vuoto delle chiese e la nostra cecità. 7. Spunti per un’analisi. 


CAPITOLO QUARTO: LA CRISI INARRESTABILE DEL CLERO

1.La chiamata. 2. L’essenza della fede. 3. Intrattenere per trattenere. 4. Guide di comunità in grado di accompagnare: il problema della confessione. 5. Presbiteri guide di comunità: alcune proposte.  


TERZA PARTE: PER UN NUOVO CAMMINO


CAPITOLO PRIMO: UN MONDO INTERCONNESSO

1.Dal caos al cosmo. 2. Espansione. 3. Tutto è interconnesso. 4. Verso l’olismo quantico. 


CAPITOLO SECONDO: L’UNIVERSO INTERCONNESSO IN UN MONDO CONTAMINATO

1.Principi epistemologici del processo di contaminazione. 2. Artisti della contaminazione. 3. Una Chiesa contaminata? 4. Il Vangelo: l’amore che ci contamina. 5. Contaminazione e inculturazione. 6. La Bibbia contaminata. 


CAPITOLO TERZO

1.La Chiesa popolo di Dio, uno spazio aperto per tutte e tutti. 2. Una comunità sinodale. 3. Una liturgia che celebra la misericordia. 4. Papa Francesco e la Chiesa della misericordia. 

CONCLUSIONE

BIBLIOGRAFIA